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AUTOMAZIONE OGGI 392
SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA
Si sente dire spesso che le tecnologie mobile stanno cambiando
il modo di fare impresa. Per capire però in quali direzioni si sta
sviluppando questa evoluzione e definirne le reali potenzialità,
il
Laboratorio RISE
(Research & Innovation for Smart Enterpri-
ses) dell’Università di Brescia e
4Words
by Sanmarco Informatica
(
www.4words.it/) hanno organizzato un incontro, presso l’ateneo
bresciano, sul tema ‘Business Apps, l’ERP in mobilità a supporto dei
processi aziendali’. “Il tema è di grande attualità” ha sottolineato
in apertura Andrea Bacchetti, ricercatore del Dipartimento di Inge-
gneria Industriale e Meccanica dell’Università di Brescia “in quanto
già oggi sono numerose le categorie di lavoratori che hanno di
fatto cambiato il loro modo di lavorare per effetto delle tecnologie
mobile, non solo manager ma anche tecnici della manutenzione,
commerciali, autisti, perfino postini, camerieri e commessi. La
verità è che stiamo assistendo a una commissione tra informa-
zioni digitali e prodotti fisici, in parallelo all’integrazione sempre
più stretta delle tecnologie digitali nei tradizionali processi indu-
striali. E proprio questi due fattori, oggi, ci consentono di parlare
di Industria 4.0. Un’evoluzione che è allo stesso tempo artefice e
conseguenza di un vero e proprio cambio di paradigma: mentre in
passato infatti l’industria puntava su alti volumi ottenuti con pochi
prodotti, oggi le aziende più competitive puntano a presidiare ogni
nicchia di mercato o anche preferenze individuali con tanti pro-
dotti che singolarmente magari presentano volumi ridotti, e que-
sto sarebbe insostenibile senza le nuove tecnologie digitali”. Non
a caso, secondo una recente indagine di McKinsey&Company, la
mobilità è una delle 12 tecnologie ‘dirompenti’ che permetteranno
alla società e all’industria di fare un ‘salto quantico’ nell’arco dei
prossimi 10 anni.
Si calcola infatti che nel 2025 saranno 4,3 miliardi le persone con-
nesse, di cui un miliardo proprio per attività lavorative, con un im-
patto economico stimato tra i 3,7 mila e gli oltre 10 mila miliardi
di dollari. Un potenziale innovativo nel quale anche le aziende ita-
liane credono molto, tuttavia l’effettiva implementazione è ancora
limitata: solo il 31% delle aziende vi sta investendo in modo signifi-
cativo. Insomma, c’è ancora ampio margine di crescita.
Le PMI superano le grandi aziende
Quasi due terzi (60%) dei knowledge worker, coloro il cui lavoro è più di pensiero che fisico, impiegati in piccole e medie imprese,
utilizzano strumenti on-demand, con tecnologia Internet o cloud-based, nei loro ruoli professionali. Questo dato è maggiore ri-
spetto alle aziende con 500 o più addetti (dove il dato è circa del 50%), a dimostrazione della natura flessibile e innovativa delle
PMI. Questi dati sono stati raccolti in uno studio intitolato The Way We Work Study commissionato da
Unify
(
www.unify.com/it),
il marchio Atos
( it.atos.net/) dedicato al software e servizi per la comunicazione e collaborazione. “Non c’è differenza tra piccole
e medie imprese e grandi aziende e, in molti casi, sono le piccole e medie imprese ad essere più innovative, perché costrette ad
ottenere di più con meno, ad essere flessibili e agili” afferma Riccardo Ardemagni, amministratore delegato di Unify Italia. “Il nostro
studio non solo mostra l’enorme impatto che la tecnologia ha avuto sulle aziende, ma anche il fatto che piccole e medie imprese
la stiano adottando e integrando in ogni aspetto del loro lavoro. Lo studio The Way We Work ha confermato ciò che già sapevamo:
le aziende che crescono sono quelle più aperte a sperimentare nuove tecnologie. Ha inoltre dimostrato che i knowledge worker
stanno definendo sempre più come, quando e dove lavorare e le piccole e medie imprese stanno sempre più prendendo atto di
questo trend. Per restare competitivi devono porre lo staff al primo posto nella gestione delle organizzazioni e la tecnologia è la
chiave per raggiungere questo obiettivo. Attualmente, i lavoratori delle piccole e medie imprese desiderano avere un maggiore
controllo su come e su dove lavorano, cosa che la tecnologia oggi permette di fare. Le persone chiedono flessibilità e, se un’azienda
non riuscirà a raggiungere l’obiettivo, ce ne sarà un’altra che lo farà”.
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A cura di Lù del Frate