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SETTEMBRE 2015

AUTOMAZIONE OGGI 384

34

AO

PANORAMA

da 1,1 mbg (milioni di barili al giorno) nel

secondo trimestre del 2014 a oltre 2 mbg

da cui ne segue che occorreràmolto tempo

per essere dissipato. Nel nostro caso ab-

biamo notato una maggiore contrazione

negli investimenti messi in atto dalle raf-

finerie che ormai si limitano allo stretto e

necessario per mantenere in piedi la loro

struttura. Il settore dell’automazione riesce

a resistere solo per il fatto che è il nodo cen-

trale per l’ottimizzazione della produzione

e della sicurezza degli impianti. La nostra

esperienza ci ha insegnato che per resistere

a questa ondata di crisi che ormai perdura

da diversi anni bisogna adattarsi alle nuove

esigenze del mercato che purtroppo sono

quelle di sempre ma che oggi sono ancor

di più all’ordine del giorno, ovvero ‘occorre

tagliare i costi’.

Cosa più facile a dirsi che a farsi poiché la

nuova variabile che si deve aggiungere

è ‘senza attivare nuovi investimenti’. Tra-

dotto in altre parole, la chiave di successo

di oggi per noi è quella di offrire soluzioni

che non richiedono investimenti e che al

tempo stesso permettano al committente

di ‘tagliare i costi’ suunaopiùattività. Penso

che in Italia ci siano i presupposti culturali

per la rinascita dell’industria chimica, ma

mancano quelli politici. È necessario che il

nostro Paese ritrovi il coraggio di rischiare,

ovvero investire. Nel caso nostro abbiamo

investito in innovazione, ricerca e sviluppo

per offrire ai nostri clienti delle soluzioni a

basso costo quali ad esempio l’innovativo

sistema di monitoraggio delle fiaccole in-

dustriali amezzodi una speciale telecamera

termica che s’interfaccia con i sistemi di au-

tomazione per consentire il monitoraggio e

l’analisi in automatico dell’efficienza della

fiaccola stessa.

A.O.:

Ancheseladefinizionedi‘chimicaverde’

hafattolasuaapparizionenel1991,solonegli

ultimiannièaumentatanotevolmentelasen-

sibilitàversol’impattoambientalesempremi-

nore. La vostra azienda ha adottato e segue i

principi (12 regole) previsti da questo approc-

cio innovativo? Potete fare qualche esempio?

Randieri:

La nostra azienda ha adottato da

sempre un approccio etico fatto di criteri, di

priorità e di obiettivi, quindi una nostra filo-

sofia, che attinge dalla conoscenza scienti-

ficadella chimicaper guidare le applicazioni

industriali di questa disciplina verso moda-

lità sostenibili dal punto di vista ambientale

ed economico. Siamo convinti che la ‘green

chemistry’ sia a tutti gli effetti un criterio

di ottimizzazione dal quale non soltanto i

chimici industriali ma anche gli ingegneri

chimici non possono prescindere nella loro

attività professionale di definizione e otti-

mizzazione dei processi di trasformazione

chimica. Nel caso nostro abbiamo messo

a punto dei processi che massimizzino la

quantità di materia prima che entra a far

parte del prodotto (quindi sprecare meno

materie prime e generare al tempo stesso

meno sottoprodotti da smaltire, riuscendoa

impiegarematerie prime poco trasformate,

ovvero più grezze).

Ove possibile impieghiamo sostanze chi-

miche (ad esempio: i solventi) sicure e

‘benigne’ per l’ambiente (o per lo meno

tentiamo di ridurre l’impiego di quelle so-

stanze chepossonoconsiderarsi più implici-

tamente rischiose, anche senza prevederne

un impiego su larga scala). Abbiamomesso

a punto processi di produzione efficienti

dal punto di vista energetico: un po’ come

i motori delle automobili di ultima genera-

zione, che fannopiù chilometri con la stessa

quantità di carburante. E infine cerchiamo

di gestire al meglio la produzione dei reflui

adottando come regola quella in primo

luogo di non produrli. Può apparire un’u-

topia, ma in alcuni casi è stato un obiettivo

perseguibile.

A.O.:

Inlineaconladomandaprecedenteein

lineaconlerecentidirettiveeuropee,nelluglio

2014 con il D.Lgs. 102 è stata recepita in Italia

la nuova direttiva sull’efficienza energetica.

Tra le altre cose è richiesto che le grandi im-

prese o quelle energivore debbano realizzare

obbligatoriamente entro il 5 dicembre una

diagnosi energetica dei propri siti. La vostra

aziendahagiàsvoltoazionidimiglioramento

dell’efficienza energetica? Sono state svolte a

seguito di un lavoro di diagnosi? Avete in pro-

gramma l’implementazione di un sistema di

gestione dell’energia (certificato)?

Randieri:

Malgrado la nostra realtà venga

classificata tra le PMI, attualmente stiamo

effettuando un’analisi interna atta a favo-

rire il contenimento dei consumi energetici

attraverso la contabilizzazione dei consumi

individuali dei singoli reparti aziendali in

modo da poter suddividere le spese in base

ai consumi effettivi di ciascun centrodi con-

sumo individuale. Pensiamodi condurre l’a-

nalisi utilizzando dei misuratori di consumo

energetico costruiti internamente che

sfruttano il principio di misurazione della

corrente che attraversa un cavo mediante

un solenoide interfacciato a un opportuno

sistema di misura e controllo. Chiaramente

non basta solo analizzare i consumi, stiamo

cercando di assegnare risorse e responsa-

bilità in modo da accrescere la consapevo-

lezza aziendale in merito al tema fornendo

del training adeguato atto a promuovere la

comunicazione interna ed esterna e imple-

mentare controlli operativi.

Tutto questo ci permetterà di essere pronti

per implementareunefficace sistemadi ge-

stione dell’energia certificato che ci garan-

tisce le migliori performance nella gestione

dell’energia in conformità allo standard di

riferimento ISO 50001.

A.O.:

Come potreste definire il livello di auto-

mazione che caratterizza la vostra azienda?

Esistono delle soluzioni integrate e comuni-

canti tra i vari reparti e funzioni all’interno

dell’azienda, non solo produttive?

Randieri:

Lavorando nel campo dell’auto-

mazione èpiù chenaturaleper noi adottare

un elevato livello di automazione interno

per favorire una riduzione dei costi e dei

consumi aumentando la sicurezza dei no-

stri lavoratori. Giusto per fare un esempio

abbiamo ideato e realizzato un sistema

denominato DPI Analyzer che sfruttando

la tecnologia Rfid ci permette di aumentare

la sicurezza dei nostri operai nei cantieri in

cui operano. Infatti a ogni DPI (Dispositivo

di Protezione Individuale) è associato uno

speciale TAG che viene rilevato a ogni sta-

zione di lavorazione.

Un sistema centralizzato permette di con-

trollare che l’operaio abbia indossato i DPI

idonei per l’area in cui si lavora, il tutto com-

patibilmente con la normativa della privacy

sul luogo di lavoro.

Siamo convinti che un’azienda che investe

in sicurezza del luogo del lavoro ha anche

un ritornoeconomico in termini di riduzioni

dei costi e dei consumi.

t

Nota: *L’autore è membro del Comitato tecnico

Automazione Oggi e Fieldbus&Networks

Foto tratte da www.pixabay.com