SETTEMBRE 2015
AUTOMAZIONE OGGI 384
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AO
PANORAMA
Michele Santovito*
P
arlare dell’industria chimica
e petrolchimica e provare a
fornire un panorama aggior-
nato su numeri e tendenze
rappresenta un’impresa che
solo pochi soggetti sono in grado di poter
svolgere. Tra questi c’è sicuramente Fe-
derchimica, che ogni anno pubblica l’in-
teressante report ‘L’industria chimica in
cifre 2015’ (
http://www.federchimica.it/DATIEANALISI/ConoscereIndustriaChimica.
aspx
), attraverso il quale si fornisce una
visione dell’industria chimica italiana con-
frontata con gli altri paesi europei e mon-
diali e cerca di misurare lo stato di salute
del comparto attraverso l’analisi di macro
indicatori. I risultati evidenziati nell’ultimo
rapporto forniscono una percezione molto
positiva del trend previsto nel prossimo
futuro e tutto ciò non può che far bene
all’ottimismo; guardando però l’altra fac-
cia della medaglia e cercando di tenere un
profilopiù critico risulta fin troppo evidente
il messaggio solo positivo, quasi promozio-
nale, che Federchimica vuole dare a favore
delle proprie associate e che però rischia di
far sembrare che tutte le aziende si stanno
muovendo verso la giusta direzione. Chi
ha avuto l’occasione di effettuare sopral-
luoghi, soprattutto presso realtà industriali
più piccole, può confermare che sono
moltissime le aree di miglioramento che
richiedono uno sforzo molto forte da parte
della classe dirigente presente all’interno
dell’industria ben sapendo che i benefici a
cui si può arrivare sonomolto grandi anche
solo seguendo le buone pratiche che altre
aziende più grandi e strutturate hanno
messo in atto già da tempo.
Impatto ambientale
Sicuramente la complessità di questo
mondo, unita alla vastità dell’argomento
‘chimica’, non sempre garantisce un lavoro
completo e oggettivo, che possa escludere
completamente il rischio di poter dire tutto
e il suo contrario in base agli interessi che
si vuol far prevalere. Tra i tanti aspetti in-
teressanti che circondano anche questo
settore e che in quest’ultimo periodo sta
riscuotendo notevole successo vi è il tema
ambientale conunocchiodi riguardo all’ef-
ficienza energetica la quale, oltre a garan-
tire una riduzione dell’impatto ambientale,
può essere vista come chiave di migliora-
mento della competitività sia in termini di
riduzione dei costi sia come acquisizione
di maggiori conoscenze e competenze. Su
questo tema specifico esistono numerosi
studi ed esempi di come la sostenibilità
sia tra le parole chiave usate anche dalle
aziende del comparto chimico, ma richia-
mando l’accenno fatto in precedenza, può
capitare di trovarsi di fronte a documenti
che raccontano di fatti che rimangono
sulla carta oppure che enfatizzano alcune
esperienze di ridotte dimensioni; per que-
sti casi risulta difficile dire a priori se la vo-
lontà è di sfruttare la moda del ‘green’ per
ottenere benefici di immagine e di quote
di mercato oppure per lavarsi la coscienza
(green washing). Per chi ha la possibilità e
la fortuna di visionare molteplici realtà in-
dustriali non sembrerà per niente strano
immaginare le numerose aree di miglio-
ramento presenti in molte realtà chimiche
sia piccole sia grandi. L’obbligo legislativo
previsto dall’articolo 8 del D.Lgs. 102/14
che prevede l’esecuzione di una diagnosi
energetica presso tutte le grandi imprese
e le aziende cosiddette energivore ha
permesso l’apertura delle porte di molte
aziende per l’analisi dei consumi energe-
tici abbinata alla conoscenza dei singoli
processi. L’attività di diagnosi energetica,
che rappresenta il primo passo necessario
per svolgere una corretta azione di miglio-
ramento della propria bolletta di energia
elettrica e gas, era sconosciuta a molti dei
soggetti che oggi figurano tra gli ‘obbli-
gati’. Questo la dice lunga sulla sensibilità
degli utilizzatori finali di energia, che per
quanto riguarda l’industria chimica ha
un’incidenza per niente trascurabile sui
propri costi operativi. Ovviamente ciò signi-
fica che l’organizzazione nel suo complesso
(almeno per quelle meno virtuose) è poco
sensibile al tema ambientale, ancora di più
inun ambitodove la riduzione dell’impatto
ambientale è direttamente proporzionale
alla riduzione dei propri costi. Scontatodire
che mai nessuno all’interno dell’azienda, a
tutti i livelli, ammetteràmai una tale ‘colpa’;
per cui approfittiamo dell’obbligo e, senza
pensare che questo rappresenti un puro
balzello, cerchiamo di introdurre tutti i
principi utili al raggiungimento dei risultati
di miglioramento.
Questione
di ‘chimica’
Secondo Federchimica nel prossimo futuro il settore chimico
e petrolchimico avrà un trend positivo: ma sarà veramente così?
E lo sarà anche per realtà industriali piccole?
Foto tratte da www.pixabay.com