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MAGGIO 2015
AUTOMAZIONE OGGI 381
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ambito comprende una gamma completa di barriere
di sicurezza, centraline programmabili e interblocchi
di sicurezza. Uno dei grandi vantaggi è che il nostro
personale specializzato può fornire una consulenza
completa relativa al calcolo del performance level, oltre
che training di aggiornamento sulle nuove normative
e valutazione per le certificazioni delle macchine, per
una sicurezza a 360 gradi, che vada oltre la ‘semplice’
installazione di prodotti per la sicurezza della macchine:
prima della soluzione e del prodotto, occorre formare e
sensibilizzare il personale”.
Lazzaro:
“Le macchine del settore packaging sono
sempre più efficienti e veloci; a volte utilizzano robot per
svolgere parte delle loro funzioni. Inoltre, la flessibilità
dei nostri progettisti, di volta in volta, permette di realizzare soluzioni
differenti per rispondere al meglio alle esigenze dei clienti. Le norme
del gruppo EN 415 (norme di tipo C) sono in una fase di importante
aggiornamento. A partire dalla nuova EN 415-10, passando a quelle
in revisione EN 415-2, EN 415-3 e EN 415-4. Dalla prima edizione di
tali norme sono ormai trascorsi oltre dieci anni, quindi è consigliabile
verificare le soluzioni per ciascuna macchina nelle specifiche norme di
riferimento, nonché tenere in considerazione quanto pubblicato nella
parte 10”.
AO: Quali saranno gli sviluppi futuri dell’automazione nel packa-
ging: hardware o software?
Beccalli:
“Per quanto riguarda la parte hardware, un’evoluzione c’è
già stata nel campo del motion control, in quanto la forte richiesta di
soluzioni sempre più veloci per il packaging, finalizzata ad aumentare la
produttività delle macchine, ha portato le case produttrici di soluzioni di
motion control allo sviluppo di prodotti e sistemi sempre più performanti,
che garantiscano comunque la medesima o maggiore qualità del pro-
dotto finale. Per quanto riguarda la parte software, per esempio noi ab-
biamo sviluppato programmi personalizzati per l’industria del packaging,
come le librerie motion (motion library). Esse consentono di risparmiare
tempo nello sviluppo del programma. I blocchi funzione
sono sviluppati seguendo gli standard PLC Open e
Omac PackML (organizzazione internazionale che fissa
le linee guida per operare nel mercato del packaging);
l’obiettivo è fornire soluzioni ‘user friendly’, che assicu-
rino al cliente un significativo ritorno di investimento”.
Fabio Melegazzi
, product manager di Telestar (
www.
telestar-automation.it): “Sarà il software a fare la diffe-
renza tra i vari sistemi di automazione proposti nel mer-
cato del packaging e non solo. È certo che l’hardware,
restando al passo con i tempi, garantirà prestazioni via
via più elevate, ma questo sarà sempre più per ospi-
tare e veicolare caratteristiche software man mano più
potenti e integrate. Una volta definita la piattaforma har-
dware, potente, versatile e aggiornabile, è poi il software a far fare il salto
qualitativo nell’applicazione. Saranno più competitive quelle soluzioni
che in remoto, attraverso la connessione Web e/o VNC, consentiranno
al cliente molteplici collegamenti per verificare e avere sotto controllo la
produzione. La gestione dell’acquisizione dati e della storicizzazione, che
può avvenire sia in locale, sia sfruttando le moderne tecnologie cloud
based, permette di avere i dati a portata di mano, ovunque in modo si-
curo e con accesso da qualsiasi piattaforma, soprattutto mobile. In linea
generale, le tecnologie hardware hanno trovato giusto scopo applicate
alle soluzioni software più idonee per soddisfare un mercato che si è
fatto molto esigente, come quello del packaging”.
Oneglio:
“Attualmente, le richieste del cliente finale riguardano il li-
vello di prestazione delle macchine, che deve essere molto elevato,
la semplicità di utilizzo dei componenti e la riduzione dei costi. Per far
fronte alla prima esigenza bisogna studiare molto l’aspetto hardware
dei componenti. Noi proponiamo, per esempio, soluzioni complete a
livello tecnologicamente avanzato, affidabili nel tempo. Sappiamo anche
che il potenziamento del solo hardware non basta: per andare verso la
connected enterprise bisogna puntare sulla comunicazione dei diversi
elementi implementati nelle macchine. Per questo, ormai, tutti i nostri
prodotti lavorano con un’unica piattaforma I/O Link, che si interfaccia con
Luca Lazzaro di Pilz Italia
la sede della nostra associazione sul tema
‘merger&acquisition’”.
A.O.: Un suo giudizio sulla iper-citata
concorrenza cinese: è un problema op-
pure la grande tecnologia e caparbietà
imprenditoriale italiana potrà superare
questi potenziali ostacoli?
Lesce
: “La Cina è stata nel 2014 il secondo
mercato di sbocco per le nostremacchine,
assorbendo oltre 325 milioni di euro, con
una crescita attorno al 20% sul 2013. Ciò
dimostra il grande gap tecnologico tuttora
esistente tra le nostre tecnologie e quelle
locali: è come confrontare una Topolino
con una Ferrari. Le nostre tecnologie tro-
vano in Cina grande attenzione da parte
delle aziende più strutturate, che cercano
soluzioni tecnologicamente avanzate e a
elevata automazione.
Non siamo ovviamente competitivi, ma,
mi permetta, non vogliamo neanche es-
serlo per la clientela cinese, che necessita
di tecnologie ‘entry level’, per realizzare
prodotti di bassa qualità destinati alle
fasce più popolari. Ritengo pertanto che
il grande Gigante Asiatico debba essere
considerato un mercato dalle grandi op-
portunità per le nostre aziende, che ri-
chiede però importanti investimenti per
un presidio puntuale e costante. Questo ci
rimanda al tema della crescita dimensio-
nale delle imprese. Per una piccola realtà è
infatti molto difficile riuscire ad assistere in
maniera soddisfacente la clientela cinese
dall’Italia”.
AO: A quali manifestazioni interna-
zionali parteciperete come Ucima nel
2015? E in Italia?
Lesce
: “Ucima offre ai propri associati una
serie di servizi per favorire le esportazioni,
attraverso una maggiore conoscenza dei
mercati da penetrare grazie a studi di
dettaglio, una presenza diretta all’estero
con la partecipazione a fiere e simposi, un
rafforzamento dei contatti con la clientela
attraverso la partecipazione a manifesta-
zioni in Italia, ‘missioni incoming’ di ope-
ratori esteri e la promozione generale del
settore. Grazie al lavoro degli ultimi due
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