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MAGGIO 2015

AUTOMAZIONE OGGI 381

34

AO

PANORAMA

In questo importante comparto della meccanica italiana

del confezionamento e dell’imballaggio, l’automazione ri-

copre un ruolo importante e strategico. Abbiamo dunque

sentito i pareri di alcune aziende protagoniste del settore.

AO: Ritenete che sia importante la conoscenza

meccanica per le applicazioni di motion control

nel packaging?

Roberto Beccalli

, product manager Servo&Motion

Factory Automation Division di Mitsubishi Electric (

it3a.

mitsubishielectric.com/fa/it )

: “Nel settore del packaging

una buona conoscenza meccanica si rivela fondamen-

tale per fare in modo che le applicazioni di motion con-

trol si adattino al meglio all’impianto. Le parti mecca-

niche della macchina sono controllate da servomotori,

i quali devono essere ben dimensionati per permettere

di ottenere le prestazioni e le dinamiche richieste. Per

il corretto dimensionamento sono quindi necessarie

buone conoscenze meccaniche. Noi, per andare in-

contro alle richieste dei progettisti, abbiamo sviluppato

un potente software di dimensionamento, Motsize, che

contiene i più comuni cinematismi meccanici: inse-

rendo i parametri di dimensionamento richiesto, quali

il carico da spostare, i profili di movimenti richiesti,

riduzioni ed inerzie varie, è possibile identificare in

modo preciso il servomotore più idoneo per risolvere

l’applicazione”.

Marco Oneglio

, strategic industry manager Consumer Goods di Sick

( www.sick.it )

: “Indiscutibilmente un’approfondita conoscenza meccanica

è di fondamentale importanza in quest’ambito, soprattutto durante la

prima fase di progettazione di un singolo prodotto o di un’intera solu-

zione. Ogni singolo elemento è studiato per poter essere opportunamente

modificato dai nostri tecnici. Siamo all’avanguardia in termini di ricerca

e innovazione, il che significa che riusciamo sempre

a rispondere a ogni richiesta del mercato. Le nostre

soluzioni complete nascono dopo un attento studio delle

esigenze dei clienti, ognuno con richieste specifiche.

La padronanza della meccanica è l’unica leva per po-

ter realizzare, configurare e settare nel miglior modo

possibile una determinata macchina, personalizzando e

sfruttando tutte le potenzialità dei prodotti implementati.

Una delle maggiori esigenze del momento, per esempio,

è di ridurre spazi, cablaggi e costi relativi all’adozione

di nuovi motori”.

Luca Lazzaro

, product specialist PMC-Service Engi-

neer di Pilz Italia (

www.pilz.it )

: “Non serve essere dei

progettisti meccanici, ma occorre almeno avere una

buona base di cinematica, per affrontare correttamente

un’applicazione di motion control. Inoltre, dovrebbero

essere avviati all’interno delle aziende dei processi in-

terni per fare in modo che il progettista meccanico, elet-

trico, softwarista ecc. possano portare avanti assieme la

fase di progettazione”.

AO: Quali dovrebbero essere le linee guida sulla

sicurezza macchine nel settore del packaging?

Beccalli:

“A oggi la sicurezza è una componente sem-

pre più importante che le aziende richiedono, soprattutto

in fase di progettazione. Le macchine, oltre a garantire

la massima produttività ed efficienza dell’impianto, de-

vono essere sicure e affidabili per gli operatori. Durante

la progettazione è quindi necessario pensare da subito

alla sicurezza come una parte integrante della macchina, scegliendo le

soluzioni più adatte. Noi abbiamo sviluppato soluzioni di motion control in

grado di raggiungere gli standard di sicurezza più elevati e di soddisfare

le richieste delle categorie PLe, Cat.4 e SIL3”.

Oneglio:

“La sicurezza macchine è un tema di ampio respiro, che non

interessa solamente il settore del packaging. La nostra offerta per questo

La parola alle aziende

Roberto Beccalli di

Mitsubishi Electric

Marco Oneglio di Sick

of Ownership e di RCM-Reliability Cente-

red Maintenance; una grande attenzione

agli aspetti energetici; la realizzazione di

macchine sempre più compatte, modulari

e multifunzione, anche al fine di garantire

un’elevata efficienza produttiva; la pro-

gettazione di tecnologie ‘user friendly’ e

di macchine capaci di interagire tra loro e

con il resto dello stabilimento”.

A.O.: Le dimensioni ridotte certo non

agevolano le aziende italiane del set-

tore nella ‘lotta’ contro i grossi gruppi

stranieri, tedeschi inprimis: quali consi-

gli e linee guida darebbe permigliorare

la loro posizione?

Lesce

: “Il tema della crescita dimensione

delle aziende del settore è fra quelli stra-

tegici più sentiti dalla nostra associazione.

Consentirebbe infatti alle medio-piccole

aziende italiane di fare ‘massa critica’ e

presidiare al meglio i mercati mondiali.

Specialmente in questi anni di crisi, le re-

altà più piccole stanno facendo più fatica

e ottengono risultati meno brillanti anche

se realizzano prodotti eccellenti. È vero

che il mercato domestico nel 2014 è an-

dato meglio del previsto, ma non basta

se vogliamo guardare avanti con fiducia e

crescere ancora. L’internazionalizzazione

è un problema da due punti di vista: la

possibilità di cogliere opportunità di bu-

siness all’estero (esportazione) e il miglio-

ramento delle proprie catene del valore.

Ormai, il prendere in attenta considera-

zione un ambito di ‘global value chain’ è

qualcosa da cui non ci si può esimere. Per

le imprese piccole questo è un problema e

rischia di diventare, da certi punti di vista,

‘il’ problema.

La crescita dimensionale fisiologica è

però, oggi più di ieri, difficile, visto il mu-

tato contesto internazionale. Per questo,

l’unica strada percorribile in tempi utili a

consentire un roseo futuro di crescita a

molte delle nostre aziende sono le alle-

anze, le fusioni e le acquisizioni, peraltro

perseguiti anche dalle aziende di maggiori

dimensioni, a conferma della loro impor-

tanza strategica. Per questo nei prossimi

mesi organizzeremo un incontro presso