Automazione_Oggi_367 - page 36

OTTOBRE 2013
AUTOMAZIONE OGGI 367
36
AO
PANORAMA
investimenti là è una possibilità concreta
per noi. Preferiremmo farli in Italia, però,
guardando lo scenario in modo razionale
anziché emotivo produrre in Italia è contro-
producente per le aziende”. Conclude unpo’
amaramente: “Ci sono altri Paesi in Europa
che trattano l’imprenditoria in un modo di-
verso, come un bene della collettività e non
come un fastidio, qualcosa da ostacolare”.
Luigi Calcagno taglia corto evidenziando
che è molto difficile fornire una risposta uni-
voca aggiungendo che non c’è nulla di più
complesso che fare impresa, soprattutto nel
nostro contesto socio-politico. Sicuramente
le nuove economie di scopo o di appropria-
tezza impongono dei modelli di business
che necessitano di collocare l’offerta diret-
tamente sulla piazza del mercato in modo
flessibile e in condizioni di scarsezza di infor-
mazioni. Questa capacità, oggi rappresenta
la vera strategia di successo. Sicuramente la
tecnologia e la gestione progettuale degli
investimenti sono un volano intero per tutto
il comparto logistico. Chiude su questa do-
manda dicendo: “Una buona scelta dei pro-
getti strategici e un approccio tecnologicodi
razionalizzazione rappresenterebbero uno
stimolo necessario per costruire un percorso
di uscita e crescita dalla stasi generale”.
A questa domanda Datalogic risponde at-
traverso FrancescoMontanari. “Partendo dal
presupposto che considero l’Italia un Paese
con tutte le carte in regola per competere
nel settore della logistica e trasporti a livello
internazionale, valuto il trend di crescita
positivamente, pur essendo in un periodo
di forti cambiamenti. Modificandosi le tec-
nologie e quindi gli stili di vita a esse legate,
lo spostamento delle merci rimane comun-
que un fattore fondamentale. Pensate a un
acquisto via internet che deve essere con-
segnato al consumatore e poco importa se
sia spedito dall’Italia o da un altro Paese in
Europa o nel mondo”.
Uno sguardo sistemico
Abbiamo chiesto ai referenti dell’intervista
anche cosa dovrebbe fare il ‘Sistema Italia’
per supportare l’imprenditoria e le sorprese
non si sono fatte attendere.
Riccardo Ferretto afferma che sarebbe ne-
cessario rivalutare l’imprenditoria come una
grande risorsa, una risorsa collettiva non
qualcosa di legato all’individuo ma al terri-
torio. Aggiunge, inoltre, in modo schietto:
“Quando abbiamo acquisito Promag, ri-
cordo che siamo andati a trovare il sindaco
del Paese in cui si trovava l’azienda. Eravamo
intenzionati a costruire una sede più grande
e adeguata alle nostre necessità. Il sindaco
rispose alla mia proposta dicendo che non
erano interessati poiché vivevano più di
commercio, nonostante in quella zona des-
simo lavoro a circa cinquanta persone. Que-
sto è un esempio per esprimere come non
sempre ci sono politici preparati, accorti che
vedono quale sia il bene comune. Vedono
piuttosto l’interesse personale, l’interesse
immediato legato al voto. Pochissimi poli-
tici e amministratori guardano veramente
al bene collettivo”. Luigi Calcagno conferma
che è necessaria una revisione generale dei
processi burocratici per ‘fare impresa’ e una
significativa e meritoria riduzione della tas-
sazione diretta e indiretta sul lavoro. Questi
sarebbero obiettivi da perseguire veloce-
mente senza alcuna esitazione. Conclude:
“Solo così riusciremo a ripristinare la forte
ricettività di investimenti esteri e nazionali
di cui abbiamo vitale bisogno nel momento
in cui il mercato interno non fa dumping po-
sitivo”. Gian Paolo Fedrigo senza esitazioni
ci dice che l’Italia rimane, anche in questo
periodo di crisi profonda, un Paese strate-
gico con numerose opportunità di business
anche nel settore della logistica. Per suppor-
tare gli imprenditori è necessario conside-
rare la tecnologia come uno strumento utile
per la crescita aziendale e quindi sarebbe
utile sostenerla non solo con investimenti
ma anche e soprattutto con norme che ne
facilitino l’applicazione. “Purtroppo non è
sempre così: ne è un esempio il ritardo nella
liberalizzazione del wi-fi pubblico, quando
negli altri Paesi cosiddetti industrializzati è
libero da molti anni” conclude.
Innovazione guidata
Ai nostri interessanti interlocutori abbiamo
fatto qualche domanda per capire anche
come mantenere la barra dritta chiedendo
loro cosa le aziende della logistica possono
inventarsi oggi per mantenere l’equilibrio
in momenti così difficili. Riccardo Ferretto
dice di non avere una ricetta particolare ag-
giungendo: “Quello che mi viene da dire è
di non avere paura e guardare il futuro con
più serenità possibile. Bisogna evitare di
pensare nello stesso modo in cui abbiamo
pensato fino adesso. I momenti di crisi, se
vogliamo, possono essere anche momenti
positivi perché costringono aziende e im-
prenditori a prendere delle decisioni, a ve-
dere le cose in un modo diverso. E allora chi
riesce a vederle in un modo diverso riesce
anche a sopravvivere. Parafrasando Darwin:
non è l’organismo più forte che sopravvive
ma quello che più velocemente si adatta ai
cambiamenti. Noi abbiamo una percezione
del mondo che cambia molto relativa. Pro-
viamo a pensare al nostro settore della lo-
gistica vent’anni fa. Dove andavamo a fare
la spesa? Nei negozi. Dove andiamo a fare
la spesa oggi? Nei centri commerciali. Tutto
questo è cambiato ma facciamo fatica ad
accorgercene”. Luigi Calcagno esprime che
per mantenerne l’equilibrio è essenziale di-
ventare ricettivi alle nuove tecnologie e tro-
vare le piazze giuste per collocarle, penso
alla stampa in 3D, alle nuove tecnologie
Rfid e di tracciabilità globalizzata. Chiude la
risposta affermando: “Penso che i consuma-
tori vogliano sempre più contribuire al set
up delle modalità di acquisto e ne determi-
nano le variazioni di mercato in cicli molto
rapidi. Consumatori e tecnologia possono
essere i due focus primari per una prima
Riccardo Ferretto, Ferretto Group
Luigi Calcagno, Sick
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