Automazione_Oggi_366 - page 36

SETTEMBRE 2013
AUTOMAZIONE OGGI 366
36
AO
PANORAMA
meno nei suoi Stati più ‘centrali’ – hanno
generato la prima evidente conseguenza:
dati recentemente diffusi da Ucimu-Si-
stemi per Produrre, e riferiti alla situazione
alla fine del 2012, evidenziano come l’Italia
abbia perso una posizione nelle graduato-
ria dei Paesi produttori di macchine utensili
e si trovi ora stretta tra due coriacee ‘tigri’
asiatiche. Rispetto al 2011, la Corea del
Sud è riuscita infatti a sopravanzare l’Italia,
risultando il quarto Paese produttore al
mondo limitatamente al settore delle mac-
chine utensili. Alle spalle del Belpaese, ora
al quinto posto, si trova l’isola di Taiwan,
anch’essa tradizionalmente forte nell’am-
bito della meccanica, più in generale, e
delle macchine utensili in particolare, che
ha conosciuto un deciso aumento della sua
produzione e della quota delle esportazioni,
dimostrando di essersi lasciata ormai alle
spalle – come gli altri giganti dell’estremo
Oriente – il periodo di crisi. La complessiva
tenuta delle esportazioni ha fatto sì che l’Ita-
lia conservasse, per quanto riguarda il 2012,
il terzo posto al mondo tra gli esportatori di
macchine utensili. Il mantenimento della
posizione si spiega in gran parte con l’ulte-
riore innalzamento dell’asticella riferita alla
quota di export sulla produzione totale, che
ora sfiora l’80%.
Il trend in Germania
Considerata oramai pressoché universal-
mente il punto di riferimento - e non sol-
tanto nell’ambito dell’industria meccanica
- tra le nazioni aderenti all’Unione Europea,
la Germania, che a settembre si appresta a
ospitare la principale fiera commerciale del
settore, la EMO di Hannover, attraversa un
momento delicato. I numeri riepilogativi del
2012 avevano messo in evidenza il buono
stato di salute del comparto tedesco della
meccanica, con risultati caratterizzati dal
segno ‘più’ sia in termini di produzione com-
plessiva (superiore del 9% rispetto all’anno
precedente) sia in termini di export, con una
crescita in grado di sfiorare il 20% su base
annua, riaffermando il ruolo primario del
Paese nel contesto mondiale.
Di fronte a numeri di questo tipo – prose-
guimento di altri due anni di sostanziale cre-
scita – era una prevedibile conseguenza che
il presidente dell’associazione tedesca dei
costruttori di macchine utensili (VDM) Mar-
tin Kapp dichiarasse la sua soddisfazione
per il ritorno a un volume d’affari simile al
periodo precedente la crisi, esprimendo
nello stesso tempo ottimismo per il 2013. Lo
stesso Martin Kapp, all’inizio di quest’anno,
aveva parlato di uno slancio positivo dell’in-
dustria tedesca della macchina utensile,
suffragato peraltro dagli indicatori macro-
economici, tesi a confermare la buona sa-
lute del principale mercato di riferimento
dell’industria tedesca, i Paesi asiatici. Le
stime sulla condizione economica di due tra
i mercati di gran lunga più importanti per i
produttori tedeschi di macchine utensili, la
Cina e il Giappone, erano infatti confortanti
in riferimento all’anno in corso.
I dati che fotografano la situazione nei primi
mesi del 2013 non sembrano, tuttavia, pie-
namente in linea con la fiducia espressa
solo qualche mese prima. È stato infatti re-
gistrato un forse inatteso calo degli ordini
complessivi di macchine utensili che sfiora il
20%, pressoché egualmente distribuito tra
il mercato interno e gli ordini provenienti
dall’estero. Dall’associazione nazionale dei
produttori di macchine utensili (VDW) si am-
mette la ‘perdita di slancio’, come dichiarato
dal direttore esecutivo Wilfried Schäfer, che
non sembra tuttavia aver smarrito la spe-
ranza che la seconda parte dell’anno possa
invertire nuovamente il trend.
Ancora una volta, le aspettative sono con-
centrate sui mercati in espansione del con-
tinente asiatico, la Cina in particolare, per cui
le previsioni parlano di un’ulteriore ripresa
economica. Tra gli altri mercati ritenuti di
grande importanza per il settore tedesco
delle macchine utensili ci sono il Nord Ame-
rica, in ripresa rispetto agli anni passati, e la
Russia, mercato emergente al quale peraltro
mostrano di guardare con rinnovata atten-
zione anche le imprese italiane.
Rilanciare si può
Uno scenario di questo tipo – che, come
si evince dalle rilevazioni più recenti, non
riguarda soltanto l’Italia – non può che de-
stare preoccupazione. A livello nazionale,
però, per una serie di ragioni strutturali di
cui si parla da lungo tempo e che sembrano
ben lontane dall’essere risolte, occorre una
notevole dose di ottimismo, al momento,
per intravedere una possibile inversione di
tendenza.
Tuttavia, non mancano né le proposte né
tantomeno le occasioni adatte per favorire
un rilancio. Le proposte finora avanzate
necessitano di una coraggiosa politica in-
dustriale da parte del governo – di difficile
attuazione in un momento storico in cui si
fatica a reperire risorse – che possa portare
a misure quali la riduzione del cuneo fiscale,
dell’Irap sul personale o a bonus fiscali per
chi investe in innovazione, come suggerito
da Galdabini, in modo da dare respiro alle
imprese e rilanciarne la possibilità di essere
competitive sul mercato globale. La più
immediata occasione di rilancio è la princi-
pale fiera nell’ambito della lavorazione dei
metalli, la già citata EMO di Hannover, in
programma dal 16 al 21 settembre 2013,
che conterà sulla presenza di 235 aziende
italiane promotrici del ‘Made by Italians’.
Più lontana nel tempo, ma già in fase
di preparazione, è l’edizione 2015 dello
stesso appuntamento fieristico, che Milano
avrà l’opportunità di ospitare nell’ambito
dell’Expo.
Un’occasione, questa, davvero importante
che, se ben sfruttata, potrebbe perfino se-
gnare un punto di svolta per le sorti dell’in-
dustria metalmeccanica in Italia.
Fonte: Fanuc
1...,26,27,28,29,30,31,32,33,34,35 37,38,39,40,41,42,43,44,45,46,...154
Powered by FlippingBook