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AUTOMAZIONE OGGI 366
SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA 113
S
SI
manutenzione
che permette una continuità di servizio anche in caso di
guasto degli stessi.
Le connessioni sono sempre ottimali grazie a un sistema di
geo-localizzazione che consente di collegarsi direttamente
al server più vicino con la migliore linea di traffico dati di-
sponibile in quel momento.
Everyware è un componente della suite Crew, la nuova
piattaforma software della soluzione Esaware di ESA Elet-
tronica, che permette con un unico applicativo la program-
mazione di tutti gli HMI Esaware fino ad arrivare alle stazioni
di visualizzazione basate su PC. In questo modo l’utente
è in grado di configurare la sua applicazione all’interno di
uno stesso ambiente di sviluppo in comune a tutte le piat-
taforme hardware, consentendo un notevole risparmio in
tempi di sviluppo e di apprendimento del software.
Abbiamo realizzato Crew ascoltando le esigenze e le neces-
sità dei clienti e facendo tesoro delle esperienze passate. La
piattaforma infatti si fonda su quattro valori fondamentali
che ne hanno caratterizzato le sue elevate performance:
efficienza, semplicità d’uso, velocità di apprendimento e
facilità di ricordare i comandi principali. Nell’editor Crew
abbiamo realizzato dei potenti editor tabellari, estrema-
mente flessibili proprio perché ispirati dalla logica di lavoro
del software Excel di Office, che consentono di gestire
grandi quantità di dati in modo semplice, veloce e intuitivo.
Lato runtime invece abbiamo lavorato su una fluidità di na-
vigazione mai vista prima, perfetta anche per applicazioni
multitouch, e su una libreria di oggetti totalmente vetto-
riale. Oltre a questo abbiamo creato una perfetta sinergia
tra Crew e l’ambiente di sviluppo Codesys 3.5 consentendo
una facile e intuitiva integrazione tra i due ambienti. Anche
la gestione e il controllo dell’impianto attraverso le app
Crew sono delle novità importanti che danno un reale se-
gnale al mercato di rinnovamento di ESA Elettronica in ter-
mini di innovazione e di affidabilità di prodotto.
Stefano Capello, sales leader di Saia Burgess
Controls Italia
Saia-Burgess Controls, opera da oltre 30 anni nel mondo
dell’automazione, specializzata nel controllore basato su
tecnologia PLC, pur non fornendo soluzioni applicative
‘chiavi in mano’ né software a livello Scada e/o gestionale,
persegue una chiara idea e strategia sul tema dellamanuten-
zione del software, sia quello relativo alle proprie apparec-
chiature sia quello a esse correlato dei sistemi sopraordinati
al PLC (supervisione, MES, gestionali…). Tale strategia parte
dal considerare come prioritaria l’esigenza dell’utilizza-
tore/gestore della macchina e/o dell’impianto nell’arco
della sua vita di esercizio, oltre alle necessità tipiche di chi
progetta e sviluppa l’applicazione. Alla realizzazione di
un’applicazione di automazione concorrono sempre di-
versi attori: al minimo, semplificando, si individua chi ha
in carico la progettazione e la sua realizzazione, quando
non siano già questi due soggetti diversi e chi invece si oc-
cuperà della gestione della
macchina o dell’impianto
nell’arco della sua vita pro-
duttiva. Anche qualora que-
sti diversi soggetti fossero
in completa sintonia tra loro
e lavorassero in comune,
coinvolti tutti fin dall’inizio,
con la massima trasparenza
e collaborazione, e ciò non
succede praticamente mai,
sarebbe comunque impos-
sibile riuscire a realizzare
un progetto di impianto che
preveda l’ottimizzazione di tutti i dettagli già sulla carta,
senza necessitare di un periodo di collaudo più o meno
esteso durante il quale si attuino le molte modifiche e i
molti affinamenti che tipicamente si riveleranno necessari.
In Saia-Burgess Controls noi chiamiamo questo processo:
il partire dal ‘basic fit’, cioè l’ottenimento della funzionalità
di minima che assicura il funzionamento dell’impianto, per
arrivare al ‘good fit’ che migliora le prestazioni e l’efficienza
dell’impianto grazie a modifiche e correzioni effettuate in
campo nelle prime fasi di collaudo e funzionamento; il ‘per-
fect fit’ si otterrà invece solo in virtù del continuo lavoro
di affinamento e di adattamento che durante tutta la vita
operativa dell’impianto si renderà opportuno o necessa-
rio. Concepire l’automazione in questo modo è ciò che noi
chiamiamo ‘lean automation’: considerare cioè che biso-
gna riconoscere la difficoltà di prevedere tutto in sede di
progettazione e che, conseguentemente, bisogna pensare
preventivamente a come sia possibile successivamente
modificare e adattare l’applicazione al mutare delle condi-
zioni, nel modo più semplice ed efficiente.
Fa parte delle caratteristiche di prodotto ‘industriale’ di un
PLC, quella di attendersi il suo funzionamento e la sua ma-
nutenibilità protratta nel lungo periodo: la disponibilità di
ricambi e/o la riparabilità dell’hardware deve essere garan-
tita per anni, anche dopo l’uscita di produzione dei dispo-
sitivi stessi; essere attenti a questi aspetti vuol anche dire
basarsi su standard universalmente riconosciuti e stabili
nel tempo ed evitare dove possibile l’adozione di soluzioni
proprietarie quando per esempio si scelgano i protocolli di
comunicazione da adottare per collegare i vari dispositivi in
rete. Allo stesso modo, deve essere sempre garantita la pos-
sibilità di intervenire agevolmente sul software applicativo
per eventuali modifiche che si possano rendere necessarie
nell’arco della lunga vita operativa prevista dell’impianto/
macchina. È auspicabile che anche il firmware dei disposi-
tivi possa essere aggiornato nel tempo, potendo godere
degli aggiornamenti funzionali messi a disposizione dal
produttore, senza che ciò implichi necessariamente la so-
stituzione dell’hardware o comunque operazioni ecces-
sivamente complesse e onerose. Inoltre, in applicazioni
Stefano Capello, Saia
Burgess Controls Italia
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