320 detenuti produrranno mascherine col progetto #ricuciamo

Pubblicato il 3 giugno 2020

Da fine maggio negli istituti penitenziari di Bollate, Rebibbia e Salerno 320 detenuti si occupano di produrre le mascherine chirurgiche per combattere il Coronavirus. Si chiama #Ricuciamo ed è il progetto di inclusione lavorativa del Ministero della Giustizia e del Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri.

Le prime 2 macchine industriali delle 8 – grazie alle quali i detenuti possono produrre dispositivi di protezione individuale – sono arrivate presso la II Casa di Reclusione di Milano – Carcere di Bollate. Nella fase di avvio saranno prodotte 400.000 mascherine chirurgiche al giorno che a pieno regime potranno arrivare a 800.000. Il progetto è realizzato col supporto di Boston Consulting Group, FCA – Comau, ItaliaCamp e Manpower.

In particolare, Boston Consulting Group sta supportando il Ministero, coordinando le varie attività del progetto; FCA-Comau, attraverso il proprio Manufacturing Emea e la controllata Comau, realizzerà l’installazione dei macchinari negli istituti penitenziari, l’ingegnerizzazione e gestione dei cicli produttivi fino al trasferimento delle competenze alla gestione penitenziaria; ItaliaCamp, promotore del progetto, supporta i partner nelle attività di formazione del personale coinvolto, nella comunicazione e nella valutazione dell’impatto sociale ed economico generato dal progetto; Manpower si occuperà di reclutare, selezionare, formare e assumere con contratti di somministrazione i tutor esterni al progetto.I dispositivi prodotti nelle case circondariali saranno innanzitutto destinati ai detenuti e al personale carcerario, l’eccedenza verrà utilizzata dal Commissario Straordinario per la distribuzione sul territorio nazionale.

 



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