Ventata di ottimismo sul futuro economico da parte della classe dirigente europea

Pubblicato il 15 dicembre 2005

La quindicesima edizione dell’UPS Europe Business Monitor, l’indagine commissionata ogni anno da UPS (United Parcel Services), ha coinvolto 1.459 top manager europei (di cui 250 italiani) con un giro d’affari medio annuo di circa 1 miliardo di euro e una media di 2.200 dipendenti. I manager hanno espresso la loro opinione sulle prospettive di crescita delle loro aziende e sul clima economico europeo.

I dati emersi mostrano un’inversione di tendenza rispetto al pessimismo registrato l’anno scorso: nel 2004 i manager che prevedono un incremento del business erano diminuiti di 8 punti percentuali rispetto al 2003 (dal 60% al 52%), mentre quest’anno l’ottimismo verso il futuro registra un incremento di 2 punti (dal 52% al 54%).

I manager italiani sono però in controtendenza rispetto al dato aggregato a livello europeo, che segna un calo di ottimismo per il prossimo anno dal 52% al 51% dell’anno scorso. Vedono nero per il futuro i manager del Regno Unito, che mostrano la flessione maggiore (dal 62% al 55%), seguiti da Francia (dal 46% al 41%), Germania (dal 51% al 50%) e Spagna (dal 55% al 54%). Si allineano invece all’Italia, Belgio (dal 42% al 49%) e Paesi Bassi (dal 51% al 58%). I manager olandesi prevedono una migliore posizione economica per la loro azienda nel 58% dei casi. I Francesi, al contrario, si mostrano negativi con la più bassa percentuale di risposte ottimistiche (41%) e il numero più alto di aziende che prevedono un peggioramento della loro situazione (12%).

Il 2005 sembra essere un anno di ristagno economico per la maggior parte delle aziende europee: solo il 42% dei manager riporta, infatti, una performance in crescita rispetto all’anno precedente, percentuale sensibilmente più bassa rispetto al 51% del 2004; cresce anche, dal 16% al 20%, il numero dei manager europei che dichiara performance negative rispetto all’anno passato.

Interpellati invece sulle prospettive di occupazione per il 2006, il 26% dei manager europei prevede di incrementare la forza lavoro della propria azienda, contro il 23% che programma di ridurla. Segnali negativi dall’Italia, dove il saldo fra assunzioni e licenziamenti è negativo (-2%): solo il 19% dei manager (il dato più basso a livello europeo) pensa di aumentare il proprio organico, contro un 21% che si aspetta cali occupazionali e un 57% che prevede una situazione di ristagno.

Secondo il 45% dei manager europei, la Polonia è il Paese che registrerà la maggiore crescita economica in Europa nei prossimi tre anni, seguita da Repubblica Ceca (27%) e Spagna (25%). Il trionfo della Polonia non è certo una sorpresa. Nell’edizione dell’Europe Business Monitor dello scorso anno, infatti, era stato indicato come il Paese con il maggiore potenziale di crescita tra i nuovi membri della UE con il 47% dei suffragi, superando Repubblica Ceca (31%) e Ungheria (23%).

La Polonia occupa il primo posto nelle preferenze degli intervistati di tutti i Paesi europei: Belgio (64%), Germania (52%), Paesi Bassi (50%), Spagna (48%), Francia (46%) e Regno Unito (43%).L’Italia rappresenta la sola eccezione. I manager del Bel Paese, infatti, puntano maggiormente sulla Spagna (44%), mentre la Polonia viene al secondo posto con il 35% dei voti.

I dati della ricerca commissionata da UPS sembrano confermare un certo scetticismo sulla competitività del Bel Paese, che si deve accontentare dell’undicesimo posto con appena il 4% delle risposte del campione europeo. Solo i manager italiani (8%) e quelli spagnoli (6%) – che evidentemente ricambiano il favore – danno qualche chance all’Italia, mentre manager tedeschi (2%), belgi e olandesi (entrambi 0%) sembrano non credere alla crescita italiana, almeno non nel breve periodo.