Ucimu-Sistemi per Produrre presenta i preconsuntivi 2007: crescita a doppia cifra

Pubblicato il 7 gennaio 2008

Alberto Tacchella: “il quadro delineato dai dati relativi al biennio 2007-2008 è sicuramente soddisfacente ma non del tutto confortante. Se, infatti, il 2007 presenta una situazione decisamente positiva, sia per valori assoluti sia incrementi registrati rispetto all’anno precedente, dall’analisi delle previsioni 2008, emerge un profilo caratterizzato da un sensibile rallentamento della crescita”.

Questo è quanto emerge dai dati presentati in occasione della conferenza stampa di fine anno di Ucimu-Sistemi per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione.

Secondo i preconsuntivi 2007 elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre, la produzione è cresciuta del 16,7% rispetto al valore registrato l’anno precedente, attestandosi a 5.825 milioni di euro.

Tale risultato è stato determinato sia dal buon andamento delle esportazioni sia dai positivi riscontri raccolti dai costruttori sul mercato interno.

Cresciuto del 16%, l’export di settore ha raggiunto un valore pari a 3.215 milioni di euro, sostenuto dalla domanda raccolta sia sui tradizionali mercati di sbocco del made by italians settoriale sia su quelli emergenti.

Dall’analisi dei dati di commercio estero relativi ai primi otto mesi del 2007, emerge che l’incremento delle esportazioni italiane di macchine utensili è stato determinato sia dalle buone performance ottenute nelle tradizionali aree di sbocco del made by Italians di settore sia dagli ottimi riscontri provenienti dai mercati emergenti.

Germania e Cina occupano le posizioni di testa nella classifica delle aree di sbocco dell’offerta italiana di settore, a conferma della vivacità del mercato asiatico che solo nel 2005 era risultato al quinto posto della graduatoria. Seguono Stati Uniti, Spagna, Francia e Russia.

Con riferimento ai tradizionali mercati di sbocco, crescono le vendite in Germania (+23,7%), Francia (+6,7%), Spagna (+4,9%). Sostanzialmente stabili le consegne dirette negli Stati Uniti (-1,4%).

Nell’ambito dei mercati emergenti, oltre al positivo andamento delle vendite in Cina (+4,2%), si segnalano incrementi rilevanti delle consegne in Russia (+51,7%), Polonia (+37,6), Turchia (+20,9%), India (+52,4%), Repubblica Ceca (+43,9%), Messico (+28,3%) e Romania (+35,1%).

Sul fronte interno, la ripresa dei consumi, in crescita, del 21,2%, a 4.275 milioni di euro, si è positivamente ripercossa sull’andamento delle consegne dei costruttori italiani che hanno registrato un deciso incremento attestandosi a un valore pari a 2.610 milioni di euro, il 17,6% in più rispetto all’anno precedente.

Nel 2008, proseguirà il positivo momento per l’industria di settore. Con un incremento del 12,3% rispetto al 2007, la produzione raggiungerà il valore record di 6.540 milioni di euro.

Al positivo andamento delle esportazioni, attese in crescita, del 12%, a 3.600 milioni di euro, si aggiunge il buon riscontro delle consegne dei costruttori italiani sul mercato domestico. Trainate dall’incremento del consumo domestico che salirà a 4.765 milioni, l’11,5% in più rispetto al 2007, le vendite dei costruttori italiani sul mercato interno cresceranno, del 12,6%, a 2.940 milioni di euro.

“Il quadro delineato dai dati relativi al biennio 2007-2008 – ha affermato Alberto Tacchella, presidente Ucimu-Sistemi per Produrre- è sicuramente soddisfacente ma non del tutto confortante”.

“Se, infatti, il 2007 presenta una situazione decisamente positiva, sia per valori assoluti che per incrementi registrati rispetto all’anno precedente – ha aggiunto Alberto Tacchella – dall’analisi delle previsioni 2008, emerge un profilo più incerto, caratterizzato da un sensibile rallentamento della crescita”.

“In particolare, a preoccupare maggiormente è il rallentamento del consumo domestico che, sebbene ancora in crescita rispetto all’anno precedente, dimostra una parziale stanchezza del mercato interno. A ciò si aggiunge l’incremento dei tassi di interesse bancari applicati alle aziende del settore. Un fenomeno queste che – come emerge da una indagine condotta dal Centro Studi & Cultura di impresa di Ucimu-Ssistemi per Produrre, nel periodo agosto – ottobre 2007- ha interessato circa il 70% delle imprese. Il rincaro medio è risultato pari a +0,53% (intervallo compreso tra +0,125% e +1,5%). Il timore è che il generale clima di incertezza e di indecisione delle autorità di governo nel definire politiche economiche e finanziarie mirate a favorire lo sviluppo del paese possa ancora una volta congelare gli investimenti in beni strumentali, con conseguente perdita di competitività dell’intero sistema manifatturiero italiano”.

“Ecco che allora – ha rilevato Tacchella – in questo momento così delicato di discussione della legge finanziaria, i costruttori di beni strumentali auspicano che le autorità di governo riflettano attentamente sulle reali priorità del paese e sulle misure utili e indispensabili per favorire lo sviluppo del tessuto industriale, unico sistema che può trainare lo sviluppo del paese”.

“In questo senso accogliamo con favore l’entrata in vigore del provvedimento che prevede il credito di imposta del 40% per le imprese che investono in innovazione, sviluppando progetti di ricerca con le università. Proprio sulla scorta di questo esempio chiediamo siano introdotte nuove e concrete misure a sostegno delle aziende che fanno innovazione. Innovazione non solo di prodotto ma, più in generale, nel modo di fare business attraverso processi di crescita e sviluppo quali, internazionalizzazione, apertura del capitale sociale a esterni, aggregazioni, fusioni, acquisizioni, processi di quotazione”.

“Alle regioni chiediamo invece che prestino particolare accortezza nel ri-finanziare tutti quei provvedimenti che permettono alle imprese di continuare la propria attività. Tra questi è la legge Sabatini, che permette a tutte le imprese, anche a quelle di dimensione medio piccola, di investire in innovazione. Grazie a questo provvedimento – ha aggiunto Alberto Tacchella – le aziende, specie quelle di dimensione ridotta, possono effettuare investimenti che altrimenti non sarebbero in grado di sostenere e che, se rimandati, potrebbero compromettere la stessa attività di impresa. In sostanza, chiediamo che le regioni confermino la operatività di strumenti utilizzati per investimenti di qualsiasi portata, perché per una impresa medio piccola l’acquisizione di una sola macchina significa grande sforzo economico e grande attività di innovazione. L’industria manifatturiera italiana è fatta di piccole e medie imprese, alle istituzioni e gli organi di governo spetta dunque il compito di proporre misure utili alla loro attività”.

“In sostanza – ha concluso Tacchella – il nostro auspicio è che le autorità di governo possano considerare finalmente queste richieste come esigenze imprescindibili. Gli imprenditori hanno dovuto e devono tuttora, loro malgrado, confrontarsi con un contesto molto più complesso e articolato rispetto al passato; occorre che le istituzioni intervengano con misure concrete in grado di accompagnare le imprese nel processo di crescita già intrapreso e non più procrastinabile per evitare che siano le aziende a pagare il prezzo più alto: quello della uscita dal mercato”.