Segno positivo per il 2016 delle tecnologie per la lavorazione del legno

Pubblicato il 26 gennaio 2017

Il 2016 si chiude in modo positivo: questo è il sigillo a dodici mesi durante i quali si è percepito chiaramente che la tendenza per il settore delle tecnologie, delle attrezzature, degli utensili per la lavorazione del legno e dei suoi derivati puntava al bel tempo.

Pur in attesa dei dati definitivi, l’Ufficio studi di Acimall – l’associazione confidustriale che rappresenta i protagonisti di questa eccellenza del made in Italy – stima che nel 2016 la produzione è stata pari a 2.078 milioni di euro, l’11,5% in più rispetto ai 1.864 del 2015.

Il dato percentuale è perfettamente confrontabile con quello registrato nel 2015 rispetto al 2014, quando si arrivò all’11,7%.

Più contenuta la crescita delle esportazioni: nel 2016 le vendite oltre confine sono state pari a 1.486 milioni di euro, il 5,1% in più sul 2015, anno nel quale l’export era cresciuto di un più robusto 12,7% rispetto al 2014.

Segnali positivi, confortati da un mercato interno che – grazie agli incentivi e agli interventi pubblici a favore dell’industria e, più in generale, dei consumi – nel 2016 si attesta a 592 milioni di euro, ben il 31,6% in più delle vendite totalizzate sul mercato nazionale nei dodici mesi precedenti. La crescita, dunque, continua e finalmente ci troviamo in un trend economico che non è sostenuto solo dalla nostra fortissima propensione all’export, ma anche da un mercato nazionale decisamente più propenso a investire in beni strumentali.

logo-acimall-itaDalle analisi dell’Ufficio studi Acimall emergono anche altri segnali da leggere con grande attenzione, ovvero la sempre più evidente dicotomia fra piccole realtà da un lato e le medie e grandi imprese dall’altro: i mercati attuali, nati dalle trasformazioni che tutti conosciamo, premiano sempre più le realtà meglio strutturate, con dimensioni tali da poter approcciare in modo organico, sistematico e continuativo l’intero scenario internazionale. Una tendenza, a dire il vero, oramai perfettamente individuabile da almeno un decennio e alla quale molte imprese non hanno forse prestato quella attenzione che, secondo gli analisti della associazione confindustriale, sarà indispensabile in futuro.

Ciò non toglie che si possa e si debba guardare ai risultati pre-consuntivo per il 2016 con soddisfazione e ottimismo, sottolineando che i livelli record di produzione del settore, i 2.159 milioni di euro raggiunti nel 2007, sono sempre più vicini.

Di contro sarà sempre più importante monitorare con attenzione i grandi mercati di destinazione delle tecnologie per il legno made in Italy. A partire da paesi come la Russia o il Brasile, oggi attraversati da condizioni economiche, politiche e finanziarie complesse, piuttosto che la crescente competizione cinese nel Sud Est asiatico o la stabilità degli Stati Uniti, un cliente che nel recente passato aveva aumentato di ben il 40% le proprie commesse per le imprese italiane.



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