Innovazione robotica per rispondere alla sfida alimentare

Produrre in maniera più efficiente e sostenibile con la robotica, rispondendo alla sempre maggior richiesta di cibo. La robotica in agricoltura passa dalla creazione di nuovi competence center dedicati e da un confronto costruttivo fra diversi stakeholder, dal MISE al Ministero dell’Agricoltura

Pubblicato il 5 luglio 2021

La 1ª tappa del percorso di valorizzazione della Carta delle Idee della Robotica Collaborativa che Universal Robots ha presentato, con un messaggio del ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, lo scorso 14 aprile. Un documento che raccoglie le proposte di alcuni dei maggiori esperti di robotica e automazione del Paese per un uso più evoluto, sostenibile e razionale della robotica collaborativa.

Nell’evento odierno si è dato spazio all’idea avanzata da Lorna Vatta (applicare la robotica collaborativa in ambiti extra industriali per portarvi innovazione ed efficienza), con i contributi di Antonio Romeo, direttore del Dintec, il Consorzio per l’innovazione di Unioncamere ed ENEA, e con il presidente di Confagricoltura Massimiliano GiansantiAlessio Cocchi, country manager Italia di Universal Robots, ha fatto gli onori di casa moderando l’incontro.

Per portare la robotica anche in settori che tradizionalmente non ne sfruttano i benefici, gli ostacoli da superare sono diversi. In ambito agricolo, come evidenziato dal presidente Giansanti, si sconta una carenza nella formazione e una scarsa consapevolezza dei vantaggi della produzione 4.0, così come una scarsa dimestichezza con l’accesso alle forme di agevolazione fiscale del piano Industria 4.0. Al tempo stesso un’infrastrutturazione non ottimale ostacola lo sviluppo di processi che includono il precision farming e l’agricoltura robotizzata.

La robotica collaborativa, semplice da utilizzare e con un costo accessibile, può rappresentare la soluzione per innovare anche il settore primario con strumenti flessibili, efficaci e facilmente implementabili. La posta in gioco, evidenziata dall’analisi di Confagricoltura, è alta: produrre più cibo (per i 10 miliardi di esseri umani stimati al 2050) in modo più sostenibile ed efficiente, preservando territorio e risorse naturali. Le aziende che sapranno introdurre innovazione tecnologica saranno le uniche in grado di reggere l’urto di un mercato che si fa progressivamente più competitivo e abbracciare la quarta rivoluzione del settore agricolo, quella robotica, seguita a quella della meccanizzazione, della chimica e della genetica.

Il ruolo di agente per la sostenibilità della robotica è stato sottolineato anche da Antonio Romeo, direttore generale del Dintec. I cobot sono infatti uno strumento capace di estendere alle imprese agricole i benefici del 4.0. Secondo le rilevazioni dei PID – Punto Impresa Digitale del Dintec, sono infatti meno del 3% le imprese del settore primario che hanno implementato soluzioni di robotica. Verso di loro vanno attivati strumenti concreti per rendere l’alfabetizzazione robotica più incisiva e capillare.

Lorna Vatta, ex direttrice esecutiva del centro Artes 4.0, che ha aperto l’incontro di oggi, ha messo sul campo una proposta concreta che vede ancora chiamati in causa i competence center, luoghi deputati alla trasmissione della competenza dal mondo della ricerca a quello dell’impresa. La roadmap per realizzare la diffusione della robotica anche in ambito extra-manifatturiero richiede la creazione di un nuovo tipo di centro di competenza rivolto al mondo agricolo. Un think-tank operativo in cui la ricerca delle soluzioni tecnologiche venga trasmessa alle imprese supportandole nell’applicazione. Al fianco di questo strumento operativo propone la creazione di un tavolo multi-stakeholder che veda due diversi decisori politici seduti allo stesso tavolo.

Da un lato il Ministero dello Sviluppo Economico, responsabile proprio dei competence center, dall’altro il Ministero dell’Agricoltura che, con politiche mirate, possa favorire proprio l’introduzione di questi nuovi strumenti anche nel settore primario.
“La sfida è complessa” commenta Cocchi, country manager Italia di Universal Robots. “Siamo consapevoli, come primario attore tecnologico della robotica collaborativa, delle difficoltà delle imprese agricole e non solo. Sono culturali, diffidenza verso nuove soluzioni, mancanza di formazione specifica, ma anche strutturali: la mancanza di reti e banda larga, per un compiuto IoT agricolo, rischia di rendere inefficace l’apporto delle soluzioni strumentali. Siamo però a disposizione delle imprese che vogliono abbracciare l’innovazione”.

UR offre soluzioni robotiche efficaci e flessibili, supportando le imprese con budget limitato e con carenza di alfabetizzazione robotica, così come con azioni di consulenza e sostegno per intercettare tutte le opportunità di agevolazione fiscale disponibili. Come detto anche dal presidente Giansanti la sfida è enorme: coniugare produttività e sostenibilità. Su scala globale”.



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