Le PMI Italiane sono più consapevoli e pronte a investire sul digitale

Le PMI italiane pronte a cambiare pelle: cresce la consapevolezza che la trasformazione tecnologica e la digitalizzazione dei processi produttivi sono una priorità per non perdere terreno competitivo sui mercati globali.
Questo è in sintesi quanto emerge dalla ricerca presentata dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano in occasione del convegno di apertura della 17a edizione della Fiera Internazionale A&T –Automation & Testing, dedicata a innovazione, tecnologie, affidabilità e competenze 4.0, in programma all’Oval Lingotto di Torino dal 22 al 24 febbraio.
Secondo i dati annunciati nel corso dell’evento dal titolo Pmi italiane, tra innovazione, digitalizzazione e interconnessione territoriale. Cosa fare per crescere? tra le piccole e medie imprese italiane è cresciuta la consapevolezza che digitalizzarsi, innovare i propri processi sia ormai una priorità. Meno della metà delle PMI, infatti, considera la digitalizzazione ancora marginale rispetto ai propri settori di appartenenza oppure con costi ancora troppo elevati rispetto ai benefici.
È il Nord-Ovest a dare una spinta propulsiva importante rispetto allo sviluppo tecnologico del Paese: il 62% delle piccole aziende, infatti, crede e investe nel digitale, manifestando sensibilità alle IIoT – Industrial Internet of Things – e alla formazione. La partita dell’innovazione quindi non si gioca più solo sulla trasformazione tecnologica, bensì sull’upskilling e sul reskilling del capitale umano. Infatti, secondo la ricerca, l’89% delle imprese geograficamente collocate nel Nord-Ovest italiano ha avviato negli ultimi due anni attività di formazione per implementare le competenze digitali dei propri dipendenti, nonostante si debba osservare che spesso si tratta di eventi di formazione intrapresi in ottica estemporanea (workshop, webinar). La vera sfida oggi è quella di sistematizzare e connettere tutte le fasi produttive, implementando la raccolta e l’analisi dei dati, fondamentali in ottica di manutenzione predittiva e interoperabilità dei processi.
La partita, dunque, si gioca sul terreno delle IoT Industriali – Industrial Internet of Things, ovvero tutti quei processi a trazione tecnologica che consentono alle imprese di essere efficienti, sostenibili e quindi maggiormente competitive a livello globale. In questa direzione, i dati raccolti dall’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano collocano le PMI ancora in una posizione di retroguardia rispetto alle grandi imprese: solo il 46% delle aziende di medio-piccole dimensioni conoscono i vantaggi dell’IoT e solo il 27% ha avviato almeno un progetto associato a queste tecnologie, motivato anche dalla mancanza di risorse economiche.
Si prospetta dunque una maggiore convinzione da parte delle PMI in merito alla trasformazione infrastrutturale della fabbrica intesa come modello tradizionale, con investimenti mirati sulla digitalizzazione di impianti e processi e sulla formazione specialistica dei dipendenti. Rimane invece ancora un forte gap, tra grandi e piccole imprese, rispetto alla realizzazione di progetti di IoT integrati, perché questo presuppone una visione e un agire imprenditoriale sinergico e sistemico. Ecco quindi che la poca conoscenza e attenzione verso la smart supply chain (es. tracciabilità dei beni, gestione degli asset logistici) e la smart life cycle (es. ottimizzazione sviluppo prodotto, gestione fine vita dei prodotti) rappresentano per le piccole aziende un freno, prevalentemente di natura culturale, che influenza in modo rilevante la loro competitività. “In sostanza, ciascuna impresa deve essere consapevole che, attraverso l’ecosistema di appartenenza, i benefici collettivi amplificano le utilità dei singoli, grazie all’interconnessione tra industria e territorio, dove al centro ci sono le nuove tecnologie, le nuove competenze, la nuova cultura imprenditoriale, le persone”, dichiara Claudio Rorato, direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano.
Come aumentare quindi la competitività, grazie alla digitalizzazione perseguendo al contempo obiettivi di sviluppo sostenibile? Quali competenze servono e come formarsi per una migliore qualificazione 4.0? Quanto costa? Quanto tempo serve? Quali vantaggi si ottengono?
Tutte queste domande trovano puntuali risposte nella tre giorni di A&T Torino, la fiera dedicata all’industria 4.0 più importante del Nord-Ovest, inaugurata questa mattina all’Oval Lingotto, che permetterà ai visitatori di scoprire le tecnologie più innovative, formarsi rispetto alle competenze specialistiche, ma soprattutto ottenere indicazioni concrete e immediatamente applicabili rispetto alle esigenze di ogni singola realtà produttiva. I focus di riferimento dell’edizione 2023, dedicati alle aziende manifatturiere con particolare attenzione alle filiere Automotive, Aerospace e Meccatronica sono: Smart Manufacturing, Additive Manufacturing, Testing e Metrologia, Logistica, Controllo della Produzione, Controllo di Processo. Un concentrato di esposizione e di eventi, con circa 400 aziende presenti, più di 80 appuntamenti tra convegni, tavole rotonde e workshop specialistici, lo Startup Village con 26 startup innovative.
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