Il mercato italiano dell’informatica e delle telecomunicazioni perde colpi

Pubblicato il 6 marzo 2003

Assinform, Associazione Nazionale Produttori Tecnologie e Servizi per l’Informazione e la Comunicazione, ha comunicato i dati relativi all’andamento del mercato italiano dell’Ict nel 2002.

I dati presentati confermano, con ancora maggiore evidenza, la situazione che già nel settembre scorso aveva fatto lanciare l’allarme dell’Associazione.

Si tratta di una contrazione contenuta (-0,5%), ma significativa. Essa infatti va raffrontata con la crescita dell’8,3 % del 2001 e del 12,8 % del 2000 e va interpretata alla luce della frenata di tutte e due le componenti del mercato: telecomunicazioni e informatica.

Le telecomunicazioni hanno generato nel 2002 un volume d’affari pari a 40.170 milioni di euro, in crescita di un risicato +0,4 % (contro l’8,5 del 2001 e il 12,9 del 2000).

L’informatica si è attestata a quota 20.036 milioni, con una regressione del –2,2 per cento (contro una crescita dell’8 % nel 2001 e del 12,6 nel 2000).

Dal 2002 il mercato italiano dell’Ict non fa più eccezione in Europa (-0,4%). Accusa i colpi di un quadro macroeconomico stagnante, che induce le imprese a contenere gli investimenti in informatica; e questo mentre viene a mancare l’effetto-volano dei grandi investimenti in infrastrutture di telecomunicazione e mentre anche la telefonia mobile mostra segni di maturazione.

“A tale frenata hanno contribuito anche le mancate spinte attese dai programmi relativi al settore pubblico” – ha commentato il presidente di Assinform Giulio Koch – “La Legge Finanziaria, come da noi denunciato in autunno, lascia pochi spazi agli investimenti Ict, introducendo viceversa una ferma volontà di razionalizzazione, soprattutto nel settore pubblico, senza la necessaria selettività delle spese da tagliare, a scapito dell’efficienza del sistema”.