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FEBBRAIO 2017

FIELDBUS & NETWORKS

54

Fieldbus & Networks

Big data analysis e Internet of Things:

due temi correlati

F&N:

Spesso si associa il tema della big data analysis a quello dell’In-

ternet of Things. Cosa ne pensate della correlazione fra i due argomenti?

Secondo

Randieri

l’obiettivo primario dell’IoT consiste non tanto nel

dimostrare che gli oggetti possono comunicare tra di loro, quanto che

dagli oggetti possiamo apprendere e classificare nuove informazioni.

“La grande sfida della nostra era consiste nel permettere alle imprese

di trasformare la conoscenza acquisita dagli oggetti in azioni operative

che abbiano una ricaduta a effetto immediato sul business che si intende

perseguire. Per arricchire la relazione con i clienti, al fine di fornire servizi

a minor costo, occorre sempre più frequentemente poter definire nuovi

modelli di business da sperimentare, correggere emandare in produzione.

Dalla diffusionemassiva dell’Industrial Internet of Things (IIoT) arriverà nei

prossimi anni unamole crescente di dati che avrà bisogno di essere elabo-

rata per diventare informazione intelligente per le imprese. Con la crescita

e lo sviluppo dell’IoT crescerà parimenti il volume di dati che sensori, vide-

ocamere e apparati metteranno a disposizione. La vera rivoluzione dell’IoT

sarà intrinseca nella capacità di gestire i big data analizzandoli con le

più moderne tecniche di real time analytics. Questa affermazione diventa

ancor più concreta quando ci si focalizza al campo d’azione della Industrial

Internet of Things, ovvero tutte quelle applicazioni di tipo industriale che

sono a loro volta alla base del concetto di Industria 4.0. Proprio in questo

contesto si dovrebbe puntare al fine di migliorare i processi di business

per far decollare un progetto di IoT industriale sostenibile e concreto, in-

dividuando le esigenze dei responsabili aziendali, parlando la loro stessa

lingua, cercando di far comprendere il reale valore che l’IoT può portare

in termini di business”.

Anche per

Porro

la sovrapposizione tra IoT e analytics è ovvia: “Avere a

disposizione quantità smisurate di dati senza la capacità di trasformarli

in informazione strategica è solo uno spreco di tempo e risorse. Senza

un’adeguata infrastruttura di raccolta e gestione dei dati, il rischio è di far

diventare l’IoT un’altra promessa disattesa nel mondo della tecnologia,

una moda passeggera per vendere progetti di innovazione che manten-

gono solo poco di quello che si sono impegnati a sviluppare”.

Big data analysis e IoT sono concetti strettamente correlati anche per

Bartolotta. “IoT significa permettere amacchine, dispositivi, sensori e per-

sone di comunicare, condividere e analizzare dati importanti, abbassando

i costi della produzione e offrendo un chiaro vantaggio in un ambiente glo-

bale competitivo. Grazie all’uso di servizi cloud è possibile interconnettere

risorse produttive e perfino interi siti di produzione”.

Secondo

Magro

l’IoT diventerà l’alimentatore del cloud planetario, il

sistema di data entry con cui le macchine forniranno i dati sul loro fun-

zionamento, facendoci capire come stanno lavorando e quando converrà

manutenerle per ottimizzarne le performance. “Il ‘diluvio’ è iniziato, per

cui conviene capire come poter sfruttare questo potenziale per le proprie

attività professionali, che si tratti di un’industria oppure di una piccola

attività. Dovremo iniziare a dare ascolto e valore al patrimonio dei dati che

arriveranno, attrezzandoci già da ora per una loro gestione intelligente”.

Conferma anche

Tieghi

, che preferisce però parlare di IIoT o IoIT (In-

dustrial Internet of Things, ovvero Internet of Important Things). “Tanti

dispositivi connessi possono generare tanti dati e da qui si è iniziato a

parlare di industrial big data e poi di industrial big data analytics. Un ac-

quedotto con stazioni di pompaggio, serrande e una rete di distribuzione

estesa alcune migliaia di chilometri quadrati, come quella di una media

utility italiana, per esempio, può generare in un giorno migliaia di dati,

anche alcuni centinaia di megabyte di dati, riferiti a sensori IIoT distribuiti

e lontani dal centro, connessi attraverso reti LAN/WAN, linee telefoniche

e trasmissione dati (Gprs, 3G, 4G, ponti radio ecc.). La possibile correla-

zione tra tutti questi dati, sia dell’adduzione di acqua sia del consumo,

permette di stilare un bilancio idrico e iniziare a valutare l’impatto del

meteo, della variazioni della popolazione e dei modelli di consumo, di

eventuali problemi sulla rete (rotture di tubazioni, interruzioni di corrente

per il pompaggio ecc.) e molti altri scenari”.

Olivini concorda sul fatto che la crescita e lo sviluppo dell’IoT accresca il

volume di dati che sensori e apparati mettono in ogni momento a dispo-

sizione. “Gli oggetti interconnessi comunicano in remoto i propri dati e

ricevono indicazioni sul proprio funzionamento. Nell’ottica di uno sviluppo

massivo della quantità di oggetti interconnessi sarà sempre più impor-

tante concretizzare un’efficace big data analysis”.

Secondo

Motta

, in effetti, nell’ambito dell’automazione di fabbrica i due

temi sono strettamente correlati: “L’accesso alle informazioni e la loro

analisi sta cambiando il volto della gestione della produzione industriale e

l’IIoT stamettendo a disposizione degli utilizzatori tecnologie e risorse che

renderanno la produzione più intelligente

e più utili i dati provenienti dai sistemi di

controllo. Rockwell Automation è fornitore

di un gran numero di ‘smart thing’ per co-

struire l’Industrial Internet of Things. Nel

corso dei decenni ha reso i propri apparati,

dai PAC ai servoazionamenti, alle inter-

facce operatore, ai semplici moduli di I/O,

più intelligenti aiutando i clienti a utilizzare

i dati prodotti. Ora stiamo facendo un ulte-

riore passo avanti ampliando l’offerta per

l’integrazione di controllo e informazione

per ridurre drasticamente i fermi macchina

e ottimizzare la produzione”.

Cupini

ricorda come entro il 2020 si stima

vi saranno oltre 50 miliardi di dispositivi

connessi. Si parla di una vera e propria

esplosione, un ‘Big Bang’ di dispositivi intelligenti. “A oggi siamo testi-

moni di questo fenomeno. Smartphone, smart TV, smart watch, smart

glass, in generale smart device sono parole ormai di uso comune. Cos’è

però rende un dispositivo smart, quindi elemento base dell’IoT? Per prima

cosa la capacità di interconnettersi con altri dispositivi e con la rete, oltre

a un’intelligenza integrata (embedded CPU) che possa garantire l’esecu-

zione di software dedicati. I dispositivi IoT genereranno un’esplosione di

dati che se non opportunamente gestiti andranno semplicemente persi e

con essi eccezionali opportunità in termini di business, ottimizzazione dei

processi industriali, produttivi e manifatturieri. Concetti come Industria

4.0 e Internet of Things stanno entrando prepotentemente nel nostro vo-

cabolario. Credo derivino da un naturale processo di digitalizzazione che

oramai, da oltre vent’anni, ha investito la nostra vita privata e professio-

nale. Elemento chiave di questo processo di digitalizzazione sarà di sicuro

il software decisionale e di analisi dati. Big data analysis e IoT possono e

devono essere considerati argomenti fortemente correlati”.

Conclude

DeMaestri

: “IoT e big data sono considerate, spesso in modo

accoppiato, due delle tecnologie abilitanti per Industria 4.0. Nello speci-

fico, l’IoT comprende tre importanti elementi chiave. In primis ogni og-