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MAGGIO 2015

FIELDBUS & NETWORKS

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nifattura, avrà un’importanza strategica fondamentale e diventerà

una ‘materia prima’ indispensabile per le attività quotidiane. E per

fondamentale intendiamo allo stesso livello dell’energia elettrica.

Tanto per fare un esercizio pratico di autovalutazione, pensiamo

ai nostri ambienti di lavoro. In molti casi l’importanza strategica

dell’energia elettrica viene percepita da tempo, tant’è vero che ci

si attrezza spesso, per lo meno negli impianti fondamentali, con

linee di alimentazione elettrica provenienti da due diverse cabine

di trasformazione per mitigare il rischio di disalimentazione cau-

sato da guasti alla rete di distribuzione. Allo stesso modo, i più

previdenti si cautelano localmente installando gruppi di continuità

per far fronte a blackout imprevedibili, tanto che è nata e prospera

la fiorente industria

degli UPS.

Quanti invece si pre-

occupano allo stesso

modo dell’infrastrut-

tura di comunica-

zione? Che succede

alla nostra azienda

se il sottile cavetto

che ci lega a Internet

viene tagliato da un

maldestro addetto ai

lavori stradali? Ab-

biamo in casa uno

switch di scorta per

la nostra rete locale

interna o un contratto

di manutenzione che

garantisca un inter-

vento rapido per la

sua sostituzione in

caso di guasto?

Sono domande sem-

plici, ma che obbli-

gano a una riflessione immediata per le aziende che vogliono/

devono affrontare l’evoluzione allo scenario Industry 4.0.

Location, location, location

Il noto aforisma su quali siano le tre caratteristiche più importanti

che determinano il valore di un’immobile, ‘location, location, lo-

cation’, assume una nuova connotazione anche per le infrastrut-

ture industriali e destinate alla manifattura. A seconda del tipo di

produzione, le imprese si erano abituate a scegliere le sedi delle

proprie fabbriche in base alla facilità di accesso alle infrastrutture

di trasporto e di approvvigionamento di energia elettrica. Oggi la

stessa attenzione va posta alle disponibilità di accesso alle reti

di comunicazione. Agli agenti immobiliari potremo suggerire ‘net-

work, network, network’. Se non è possibile collegare una sede al

resto del mondo mediante un’infrastruttura composta da almeno

due portanti fisiche distinte, beh allora siamo proprio nella ‘loca-

tion’ sbagliata. Sarebbero troppi i rischi di rimanere letteralmente

fuori del mondo, bloccando di fatto ogni attività.

Fortunatamente il progresso tecnologico ci sta aiutando. Laddove

non sia possibile ottenere un collegamento ridondato alla pro-

pria sede, possibilmente in fibra ottica, utilizzando due cavi fisici

distinti che seguono percorsi diversificati, un’alternativa molto

spesso disponibile è rappresentata dai collegamenti wireless. Le

soluzioni per installare ponti radio a banda larga o per accedere

alla rete di comunicazione cellulare 4G hanno costi sempre più

competitivi e meritano di essere valutate con grande attenzione.

Il collegamento di una sede con il mondo esterno basato sull’ac-

coppiata tra rete fissa in fibra ottica e collegamento wireless è

certamente la soluzione più desiderabile dal punto di vista della

mitigazione del rischio di isolamento in caso di guasti o eventi

catastrofici sul territorio.

Portinai e ‘space invader’

Il punto di interconnessione tra rete la di comunicazione verso l’e-

sterno e la rete interna è senza dubbio un elemento critico di ogni

infrastruttura. Per le imprese non è una sorpresa. È buona prassi

disporre di una portineria attenta ed efficiente che regoli l’ingresso

e l’uscita di addetti e

visitatori. Per proteg-

gere i propri beni e

macchinari durante

i periodi di inattività

è altrettanto comune

disporre di un servizio

di guardiania o di te-

lesorveglianza.

Proseguiamo la no-

stra autovalutazione

chiedendoci: c’è qual-

cuno che aggiorna re-

golarmente il nostro

firewall per intercon-

nettere rete interna

e rete esterna? Ab-

biamo mai control-

lato se e quale sia il

traffico notturno sulla

rete? Se troviamo un

intruso nella nostra

rete interna chi chia-

miamo, il 112?

Bisogna farsene una ragione, le reti di comunicazione sono e sa-

ranno attaccate, gli invasori, buoni o cattivi che siano, sono là

fuori e ci circondano. Così come nostro malgrado abbiamo impa-

rato a costruire cancellate, portinerie, casseforti e caveau, non

dobbiamo assolutamente trascurare un’attenta pianificazione

delle protezioni di sicurezza dedicate alla rete.

Una sempre più considerevole parte del valore aziendale sarà con-

densata all’interno di dati archiviati e scambiati in forma digitale,

per cui l’attenzione alla sicurezza dovrà diventare parte integrante

della gestione operativa quotidiana. Così come non si possono

lasciare portinerie sguarnite, allo stesso modo non si potranno

lasciare le reti in balia di chi ci circonda.

Per tale ragione, le reti di comunicazioni interne devono anch’esse

essere protette in modo esaustivo. In quest’ambito va posta grande

attenzione alla proliferazione delle reti wireless, intrinsecamente

più difficili da proteggere rispetto alle reti cablate da ‘ascolta-

tori indesiderati’ o, peggio ancora, da potenziali ‘disturbatori a

distanza’. Sebbene la tentazione di realizzare un’infrastruttura di

comunicazione interna completamente wireless sia certamente

comprensibile, porta con sé delle complicazioni supplementari per

la mitigazione dei rischi di attacco provenienti anche dall’esterno

degli edifici. Pertanto, ogni qual volta non si metta a rischio la

flessibilità e la rapidità di realizzazione, una soluzione di comuni-

cazione interna prevalentemente basata su collegamenti in cavo

è certamente preferibile.

Foto tratta da http://pixabay.com/