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MAGGIO 2015

FIELDBUS & NETWORKS

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zionamento tanto efficiente quanto unico nel suo genere: il processa-

mento dei telegrammi ‘on the fly’. Compiti quali la configurazione, la

diagnosi e la manutenzione risultano con Ethercat molto semplificati,

in quanto Ethercat assegna automaticamente gli indirizzi ai nodi, quindi

un’impostazione manuale di questi ultimi non è più necessaria. Nella

maggior parte delle applicazioni, per indirizzare tutti i dispositivi della

rete è sufficiente inviare un singolo telegramma Ethercat per ogni ciclo

di comunicazione. Grazie a questa elevata efficienza di trasmissione

dei dati, insieme all’approccio ‘peer-to-peer’, anche l’immunità ai di-

sturbi elettromagnetici risulta massimizzata. Qualora nonostante tutto

si verifichino dei disturbi, questi ultimi vengono non solo riconosciuti in

modo affidabile, ma anche localizzati in modo preciso, fatto che riduce

notevolmente i tempi di ricerca guasti.

Ethercat non richiede né switch, né hub per la realizzazione dell’infra-

struttura fisica di rete, cosicché le collisioni vengono prevenute alla ra-

dice anche in caso di applicazioni caratterizzate da specifiche temporali

particolarmente stringenti. In aggiunta, per ogni porta di un dispositivo

Ethercat sono disponibili dei contatori di errore, che rendono possibile

una precisa diagnostica di rete.

In termini di interoperabilità Ethercat segna una notevole differenza

rispetto a tecnologie analoghe proprio per la modalità con cui il proto-

collo viene processato. Tale processamento avviene in un componente

di comunicazione Ethercat dedicato, che garantisce sempre l’elabora-

zione dei telegrammi con una velocità elevata e costante. Quanto Ether-

cat sia performante come tecnologia bus di campo è testimoniato, non

da ultimo, dalla molteplicità di dispositivi slave e master, così come di

tool di configurazione, disponibili sul mercato mondiale.

Comportamento uniforme a tutti i livelli

dello stack

Ethercat viene descritto, come normalmente avviene nell’ambito della

comunicazione, sulla base del modello a livelli ISO/OSI. Considerando

questa struttura è possibile spiegare bene l’uniforme comportamento

dei dispositivi Ethercat.

Il ‘Physical Layer’ (PhL) descrive le condizioni per l’invio e la ricezione sul

cavo Ethernet di ‘0’ e ‘1’ intesi come segnali elettrici. In pratica, esso è

rappresentato dai componenti (PHY) che a entrambi gli estremi del cavo

convertono i segnali elettrici analogici in segnali digitali e viceversa. Il

PhL definisce la velocità così come le caratteristiche di trasmissione, nel

caso di Ethercat 100Mbps full-duplex. Il ‘Data Link Layer’ (DLL) descrive

la struttura dei telegrammi, l’indirizzamento dei singoli dispositivi così

come pure l’ordine di processamento, che in Ethercat segue un sem-

plice principio.

Il percorso dei telegrammi è fisso e noto a priori e non sussiste possibi-

lità di collisioni. Inoltre, con questo approccio il tempo di propagazione

è deterministico in qualunque condizione.

Sia il PhL che il DLL sono in Ethercat completamente conformi allo stan-

dard Ieee 802.3 così come utilizzato, per esempio, da router, switch o PC

(si veda figura 1). I problemi di interoperabilità a livello fisico, così come

Data Link sono quasi completamente esclusi, in quanto il fornitore del

dispositivo non è chiamato a implementare alcuna funzionalità a questi

livelli e il processamento affidabile del protocollo DLL è assicurato au-

tomaticamente dall’impiego di un chip hardware dedicato.

L’‘Application Layer’ (AL) si divide in due parti: lo stack di comunicazione

e lo stack applicativo (si veda figura 2). Il primo implementa tutte le

funzioni rilevanti dal punto di vista Ethercat, come lo scambio dei dati

di processo ciclici o dei parametri aciclici.

A questo livello, un ruolo importante rivestono la sincronizzazione e la

gestione degli errori, definita dalla Ethercat State Machine. Lo stack

applicativo implementa invece le funzionalità specifiche del dispositivo,

per esempio l’acquisizione della misura di un sensore o gli algoritmi

di controllo di un azionamento. I servizi e le strutture dati di questo

secondo livello sono definite in modo fisso, mentre il contenuto varia a

seconda della funzione del singolo dispositivo e viene implementato nel

software dal fornitore del dispositivo stesso.

Riassumendo, si può affermare che i livelli inferiori (PhL e DLL) negli

dispositivi Ethercat sono interoperabili grazie alla struttura e all’impiego

descritti e questo costituisce la migliore premessa per un approccio

plug&play.

Gli aspetti critici, ai quali è necessario porre specifica attenzione in ter-

mini di interoperabilità, sono nel caso di Ethercat molto limitati. Essi si

riducono a quelle funzionalità implementate nel AL e, in particolare,

nello stack applicativo, così come nel master Ethercat e nel tool di

configurazione di quest’ultimo. Elemento di semplificazione è a questo

riguardo il fatto che, anche nel AL, è necessario considerare sempre e

solo una relazione uno-a-uno tra lo slave Ethercat e il master o il tool

di configurazione.

Figura 3 - Ordine di processamento dei telegrammi nella rete

Figura 1 - Il protocollo Ethercat utilizza frame Ieee 802.3 standard

Figura 2 - Ethercat viene descritto con il modello a livelli ISO/OSI