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CONTROLLO

tecnica

73

Automazione e Strumentazione

Ottobre 2017

male, se ne trovano sempre infiniti altri. Come si legge nel

Libro

di sabbia

di

J.L. Borges

… tra il frontespizio e la mano c’erano

sempre varie pagine. Era come se spuntassero dal libro

”.

Destino simile è quello del limite: proseguendo per

n

sempre più

grande, la successione si avvicina sempre più al suo valore limite

ma attraverso il contributo di cifre decimali sempre meno signifi-

cative. La differenza tra i due valori può essere piccola a piacere.

Questo è il motivo per cui per le rette a cui le funzioni tendono

è stato scelto il nome di asintoti, che in greco significa ‘che non

si incontrano’. Nel nostro caso degli interessi bancari il valore di

tale limite risulta

e

k

.

Irrazionale ma… naturale

Un importantissimo limite è quello rappresentato dalla

cosiddetta derivata di una funzione

f(x)

, definita appunto

come limite di un particolare rapporto, detto incremen-

tale: anche in questo caso la definizione farebbe pensare

a una forma indeterminata e invece spesso si trova un

risultato finito che indica in qualche modo la tendenza

locale della funzione: chi preferisce una visualizzazione

geometrica la associa immediatamente al coefficiente an-

golare della retta tangente nel punto di ascissa

x

. Sir

Isac

Newton

, che all’inizio del XVIII secolo per primo aveva

già introdotto il concetto, la chiamava

flussione

in riferi-

mento alle quantità variabili che invece chiamava

fluenti

;

fu infatti il tedesco

Gottfried W. Leibniz

, che sviluppò

l’idea indipendentemente dallo scienziato inglese, ad in-

trodurre la terminologia e anche parte della simbologia

che tuttora impieghiamo.

Applicando la definizione di derivata alla funzione espo-

nenziale

e

x

, si scopre che la sua derivata vale ancora

e

x

. La funzione

esponenziale è dunque l’unica la cui variazione è proporzionale a

se stessa e se la base è il numero

e

allora essa è proprio uguale

(altrimenti con

b

x

il risultato sarebbe

ln(b)b

x

). È questo il motivo

per cui le variazioni esponenziali sono così rapide: per quanto pic-

colo sia l’incremento della variabile indipendente, la grandezza

varia cioè proporzionalmente al suo stesso valore attuale. Più il

valore è elevato e più rapidamente quindi aumenta giungendo pre-

sto a valori elevatissimi. Lo stesso vale dunque per tutte le derivate

successive conferendo alla funzione

e

x

una certa natura

frattale

,

ovvero la caratteristica di essere auto-simile (uguale a sé stessa per

ogni fattore di scala).

Dualmente alla derivata, un altro limite di capitale importanza

è rappresentato dal limite di una somma di infiniti termini a cui

diamo il nome di integrale. Geometricamente esso esprime l’area

sottesa tra la funzione e l’asse orizzontale, limitatamente alla sua

parte compresa tra gli estremi dell’intervallo di integrazione. Innu-

merevoli sono le sue applicazioni nella fisica: si pensi ad esem-

pio al lavoro di una forza, alla totalizzazione di una portata, alla

valutazione del flusso di un campo elettrico. Un processo di inte-

grazione si rende necessario per risolvere quelle che si chiamano

equazioni differenziali, ovvero equazioni in cui figura anche la

derivata - almeno la prima - dell’incognita. Tra le più facilmente

risolvibili per quadrature ci sono le equazioni differenziali line-

ari che sono quelle in cui la funzione incognita e le sue derivate

figurano sempre con esponente pari ad 1. Dal momento in cui la

dinamica esponenziale è in agguato ogni volta che una grandezza

varia proporzionalmente a se stessa, le soluzioni di ogni equazione

differenziale lineare sono infatti sempre funzioni di tipo espo-

nenziale; è proprio questo il motivo per cui in numero e risulta

comparire nella descrizione di molti fenomeni naturali. Si pensi

alla spirale logaritmica (il raggio è funzione esponenziale dell’an-

golo) che si trova nella morfologia di alcuni vegetali (cavolfiori,

girasoli), nel guscio di alcuni molluschi, nell’andamento di certe

perturbazioni atmosferiche e nella geometria di molte galassie.

Notevole anche la presenza della funzione esponenziale nella rap-

presentazione che abbiamo della spontaneità degli eventi fisici.

Avendo definito l’entropia di un sistema attraverso il logaritmo

del numero dei suoi possibili macro-stati, si perviene al risultato

secondo cui più uno stato risulta disordinato e più spontaneamente

viene raggiunto: l’aumento dell’entropia è infatti funzione espo-

nenziale crescente del numero di configurazioni possibili asso-

ciate a quello stato. Questa tendenza spontanea al disordine com-

porta che per mantenere l’ordine sia necessario compiere lavoro e

risulta pertanto all’origine delle ragioni dell’invecchiamento delle

strutture molecolari basate sul metabolismo, quali noi stessi siamo.

Risvolti nel controllo

La realtà che ci circonda obbedisce a leggi fisiche note che riguar-

dano grandezze come forze, velocità, temperature ecc. Quando le

leggi riguardano non solo lo stato delle cose (come la statica o la

scienza delle costruzioni) ma l’evolversi delle situazioni, allora le

leggi coinvolgono non solo le grandezze fisiche ma anche le loro

derivate. Per questo motivo i modelli che si costruiscono fanno

uso di equazioni differenziali e sono detti pertanto sistemi dina-

mici, eventualmente vincolati da altre relazioni algebriche che le

variabili in gioco devono soddisfare.

Si consideri ad esempio il semplice caso di una massa

m

in caduta

libera sotto l’effetto della gravità terrestre (g=9,81 m/s

2

). A causa

dell’attrito viscoso dell’aria, al moto si oppone una forza proporzio-

Figura 2 - La crescita naturale secondo una spirale logaritmica