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controllo

tecnica

Automazione e Strumentazione

n

Luglio/Agosto 2015

87

La tecnica usata per la codifica del segnale nelle reti CAN prevede

l’inserimento di stuff bit. Purtroppo tale scelta peggiora l’accuratezza con cui

è possibile coordinare le attività in un sistema di controllo distribuito in tempo

reale e può avere un impatto negativo sull’integrità dei dati scambiati in rete.

Un meccanismo di codifica, semplice ed efficiente, permette di porre rimedio

a tali inconvenienti, evitando di fatto l’inserimento di stuff bit nei pacchetti di

dati trasmessi in rete. Tale meccanismo è stato realizzato in un codec software

altamente ottimizzato e verificato in termini di correttezza e prestazioni.

Gianluca Cena

Ivan Cibrario Bertolotti

Tingting Hu

Adriano Valenzano

Eliminare il bit stuffing

nelle reti CAN

Un articolo precedente

[1]

ha

chiarito come il protocollo

Controller Area Network

(CAN)

[2]

utilizzi una parti-

colare codifica del segnale a

livello fisico in cui un certo

numero di bit, denominati

stuff bit

, possono essere

aggiunti ad ogni messaggio in

fase di trasmissione da parte

del controller CAN, rendendo

di fatto variabile la durata

della trasmissione stessa. In

tale circostanza è stato anche evidenziato come

l’esatto numero di stuff bit inseriti non dipenda

solo dalla dimensione originale del messaggio,

ma anche dal suo contenuto, e come quest’ul-

timo non possa essere noto a priori in quanto

tipicamente dipendente dal valore delle varia-

bili di processo.

Tale situazione causa possibili fluttuazioni

dell’istante di fine ricezione del messaggio

(

jitter

) la cui ampiezza può, in teoria, arrivare

fino a

24 tempi di bit

. Solitamente, l’

interrupt

generato dal controller CAN a seguito della

ricezione di un messaggio viene utilizzato dai

dispositivi per pilotare azioni a livello appli-

cativo (per esempio, attuare segnali in uscita,

effettuare campionamenti sugli ingressi, sin-

cronizzare un’applicazione locale ecc.) come

schematizzato nella

figura 1

. Si può quindi

comprendere come la presenza di stuff bit possa

peggiorare la qualità e l’efficacia del sistema di

controllo.

Sebbene in molti tipi di applicazione il jitter

causato dagli stuff bit possa essere considerato

irrilevante, esso può risultare particolarmente

fastidioso nel caso di sistemi ad elevata preci-

sione, come ad esempio le macchine a controllo

numerico o gli strumenti di misura estrema-

mente accurati.

Un secondo aspetto negativo degli stuff bit è

legato al fatto che la loro presenza, come illu-

strato nel seguito, può influire in modo e misura

non trascurabili sull’integrità dei dati trasmessi.

Gli ambiti applicativi più sensibili a questo

effetto indesiderato interessano prevalente-

mente il settore veicolistico, ed in particolare

tutte quelle situazioni in cui la sicurezza dei

passeggeri o degli utenti è di estrema rilevanza.

Recentemente

[3]

, è stato dimostrato come, uti-

lizzando un’opportuna codifica del payload in

fase di trasmissione, sia di fatto possibile pre-

venire completamente l’inserimento di stuff

bit nel campo dati dei messaggi CAN. Tali

tecniche sono genericamente indicate col ter-

mine

Zero Stuff-bit Data

(

ZSD

). Nel seguito,

si farà specificamente riferimento alla tecnica

8B9B, ampiamente collaudata e per la quale

sono disponibili codec software completamente

ingegnerizzati.

Inoltre, attraverso un’opportuna selezione degli

identificatori di messaggio, da effettuarsi in

GLI AUTORI

G. Cena, I. Cibrario Bertolotti,

T. Hu, A. Valenzano - Consi-

glio Nazionale delle Ricerche,

Istituto di Elettronica e di Inge-

gneria dell’Informazione e delle

Telecomunicazioni (CNR-IEIIT)

Figura 1 - Jitter di comunicazione causato dagli stuff bit