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PROGETTAZIONE

primo piano

Automazione e Strumentazione

Giugno 2015

67

sibili in tre tipologie. Oltre alla già citata stereo-

litografia, la prima tecnica nata agli albori della

prototipazione rapida, sono molto diffuse anche

la

sinterizzazione laser

(laser sintering) e la

modellazione a deposizione fusa

(FDM, fused

deposition modeling).

Ogni tecnologia ha i suoi pregi e i suoi svan-

taggi. I principali problemi comuni a quasi tutte

le attuali tecnologie di produzione con stampa

3D sono la velocità della lavorazione, la preci-

sione (o risoluzione) e le qualità meccaniche del

prodotto finito.

Nella stereolitografia, in genere, si utilizzano

delle materie prime più costose dei polimeri

comuni, ottenendo dei prodotti con caratteristi-

che meccaniche che non sono paragonabili ai

metalli. Per questo, con i polimeri foto-indurenti

di Ember è previsto che sia possibile ricavare,

partendo dal prodotto fisico, un calco che per-

metterà di ottenere delle fusioni metalliche, uti-

lizzando il procedimento a cera persa.

Invece, nella

sinterizzazione laser

il processo

produttivo si basa sulla luce che è messa a

fuoco in un punto preciso, stabilito in base a un

modello 3D, e qui il materiale si salda a formare

un elemento solido.

Nella sinterizzazione laser sono usate prevalen-

temente delle polveri metalliche, con l’utilizzo

di materiali, come per esempio il titanio, dalle

caratteristiche meccaniche eccellenti, ma con

costi elevati.

Infine, la

deposizione fusa

è una delle tecnolo-

gie più comuni ed è, in genere, basata sul rila-

scio di strati di materiale estruso da ugelli ali-

mentati con un filamento continuo, che viene

reso più malleabile attraverso il riscaldamento.

Nella stampa 3D a filamento possono essere uti-

lizzati vari tipi di materiali reperibili da nume-

rosi produttori che propongono caricatori o roc-

chetti con diverse composizioni e in differenti

colori. I due tipi di materiali plastici più comuni

nell’ambito della stampa a filamento sono

l’ABS (Acrilonitrile Butadiene Stirene) e il PLA

(Acido Polilattico). Entrambi questi materiali

sono polimeri termoplastici che possono essere

lavorati facilmente visto che oltre certe tempera-

ture diventano meno viscosi, permettendo l’inie-

zione in stampi o l’estrusione da ugelli.

L’ABS, che è il materiale dei mattoncini Lego

e degli interni delle automobili, è un composto

molto leggero e resistente, che però richiede

un’attrezzatura di stampa in grado di riscaldare

il modello durante la deposizione.

Di solito, è la piattaforma dove avviene la

deposizione che provvede al riscaldamento

del modello durante il processo di formazione,

ovviando così a uno dei difetti dell’ABS che,

se raffreddato troppo velocemente, può defor-

marsi. Una volta raffreddato, l’ABS ha un’ot-

tima resistenza al calore ed eccellenti caratteri-

stiche meccaniche, tanto che con esso sono state

realizzate intere carrozzerie di automobili, come

era per esempio il caso della Citroen Mehari.

Anche il PLA è disponibile in un’ampia varietà

di colori, non necessita di essere riscaldato dopo

l’estrusione e, dal punto di vista della compa-

tibilità con l’am-

biente, può essere

compostato.

Pur

avendo caratteri-

stiche meccaniche

inferiori all’ABS, il

PLA è molto utiliz-

zato dagli hobbisti

per la facilità d’uso

e la possibilità di

ottenere

modelli

abbastanza precisi

con colori lucidi.

Ma, a prescindere

dalla tecnica di

stampa, il software

Spark di Autodesk

con la sua struttura

aperta è realizzato

in modo da

colle-

garsi a qualun-

que

hardware

,

utilizzando

ogni

tipo di materiale

,

ed è pensato con

l’intenro di favo-

rire l’instaurarsi di

una

comunità che

collabori allo svi-

luppo e all’espan-

sione delle capacità della piattaforma

. Spark

di Autodesk è progettato per poter offrire tutta

una serie di funzionalità standard per il settore

della stampa 3D, un insieme di funzioni che

siano in grado di coprire praticamente tutti gli

aspetti della produzione additiva: il software,

l’hardware, i materiali e i servizi.

Dal punto di vista tecnico, il pacchetto software

di Spark si basa su dei

moduli di codice

, detti

API

(Application Programming Interface), che

costituiscono una

libreria di procedure già

pronte

, degli elementi di codice già testati e

funzionanti, che sono resi disponibili per for-

mare un insieme di strumenti specifici e pronti

all’uso per gestire le differenti tecnologie di

stampa 3D con differenti materiali, in modo da

creare un

ecosistema integrato

e

finalizzato alla

produzione.

La nuova stampante Ember 3D di Autodesk è basata sulla

stereolitografia: utilizza un polimero liquido che solidifica

se esposto alla luce di una particolare lunghezza d’onda