Automazione e Strumentazione
Marzo 2017
TAVOLA ROTONDA
primo piano
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Cos’è un DCS
Da alcuni anni i
PLC
specializzati, in parti-
colare nelle versioni
PAC
e
soft-PLC
, rap-
presentano una credibile alternativa ai DCS.
Alternativa svolta anche da
sistemi PC-based
e da sistemi integrati con
gateway
e
cloud
. Se
da un lato le applicazioni DCS offrono requi-
siti di maggior affidabilità e robustezza rispetto
ai controlli basati su PLC o PC, dall’altro la
ridondanza hardware e software comporta inve-
stimenti maggiori e il reperimento di personale
altamente specializzato.
Di fatto l’ibridazione dei DCS ne rende diffi-
cile una catalogazione netta. Resta però valida
la definizione di DCS come
sistema di con-
trollo utilizzato per gestire processi di grandi
dimensioni distribuiti geograficamente
.
Il termine DCS fu coniato dal costruttore
Honeywell alla fine degli anni 70, quando intro-
dusse sul mercato un sistema di controllo multi-
processore, per il quale il termine ‘distributed’
indicava che le funzioni di controllo erano
ripartite fra le diverse CPU.
Fin dalle origini i DCS sono stati sviluppati
prevalentemente per il
controllo in tecnica
analogica
e per la gestione di
grandi quan-
tità di dati
ed elaborazioni matematiche com-
plesse. I destinatari di questi sistemi compren-
dono le grandi industrie di trasformazione dei
materiali e dell’energia nei settori oil&gas,
chimico-farmaceutico, food&beverage, produ-
zione di energia, industria estrattiva, cementi-
fici, zuccherifici, lavorazioni del vetro, della
carta e delle acque.
Un DCS prevede la gestione dei cicli di automa-
zione e controllo laddove questi hanno luogo.
Altra caratteristica di fondo del DCS è quella
di essere completamente integrato nel processo
controllato. Ciò significa che non è possibile
agire sul processo di produzione se non attra-
verso il DCS stesso.
Attualmente, invece, il concetto di ‘
distribu-
ito
’ si riferisce principalmente alla distanza
geografica tra le unità ‘intelligenti’ che com-
pongono il sistema.
Oggi con l’avanzata del
cloud networking
e
dei
big data
i DCS si spingono a generare ana-
lisi predittive, diagnostiche e di supporto alle
decisioni molto accurate.
Per garantire un’effettiva dislocazione dei
moduli per l’acquisizione dati i DCS devono
disporre di una rete di comunicazione effi-
ciente e ad alta velocità. Devono inoltre garan-
tire interfacce comuni tra i diversi sistemi di
controllo e l’integrazione di eventuali sotto-
reti. Una caratteristica importante dei DCS
consiste nella possibilità di modificare la topo-
logia della rete o l’assetto hardware senza il
blocco degli impianti.
Architettura
I DCS sono costituiti fondamentalmente da tre
sottosistemi: centri di supervisione, control-
lori o RTU (Remote Terminal Unit), gateway
o sistemi di comunicazione. I
centri di super-
visione
sono tipicamente workstation o Scada.
Gestiscono la programmazione delle unità
di controllo e l’interfaccia Uomo-Macchina
(HMI) dell’intero processo. Le stazioni di
supervisione si occupano anche della raccolta
e dell’elaborazione statistica dei dati, oltre che
del controllo dell’avanzamento del processo
produttivo (Batch Manager).
Le
unità di controllo
possono essere regola-
tori analogici, sistemi I/O distribuiti, apparati
di telecontrollo o controllori dedicati a sotto-
processi, sequenze, gestione di variabili e loop
di controllo. Si noti che i controllori logici
usati in un DCS possono essere di tipo tradi-
zionale, ma più spesso sono dispositivi spe-
cifici o sistemi ‘ibridi’, che integrano potenti
processori orientati all’elaborazione numerica
floating-point, in grado di unire le funziona-
lità di controllo logico con quelle di regola-
zione di sistemi continui. Le unità di controllo
sono fondamentali per generare strategie di
controllo avanzato
APC
(Advanced Process
Control) e per implementare sistemi di simu-
lazione e addestramento degli operatori
OTS
(Operator Training Simulator).
Alla base dei
sistemi di comunicazione
inte-
Sin dall’introduzione dei DCS, i processi produttivi che utilizzano questi sistemi di controllo
sono stati caratterizzati dal fatto di generare grandi moli di dati e di richiedere una grande
complessità di gestione e di supervisione