Marzo 2016
Automazione e Strumentazione
SCENARI
approfondimenti
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Nella lontana
Guangzhou
in Cina stanno pro-
gettando la
fabbrica senza operai
che promette
livelli di produttività mai raggiunti. Questo sce-
nario rimanda alle idee di
Joseph Schumpeter
che descriveva l’innovazione tecnologica come
il cuore pulsante del rinnovamento economico.
Oggi però il grande rischio è che molti lavora-
tori non intercettino il cambiamento e ne ven-
gano esclusi.
Se da un lato bisogna constatare gli effetti eco-
nomici positivi che la tecnologia ha portato,
dall’altro bisogna notare le conseguenze sul
mercato del lavoro. La prima ricaduta che si è
costatata negli anni duemila è il
blocco della
crescita di produttività del lavoro e salari
. La
seconda è la ‘
polarizzazione del lavoro
’ ovvero
il continuo aumento di domanda di lavoratori che
si trovano alle estremità più alte e più basse dello
spettro delle competenze.
Allo stesso tempo bisogna costatare che grazie
alla tecnologia oggi è necessario meno capitale
umano per dare vita start-up, web company e
nuove forme high tech di lavoro autonomo,
sfruttando magari piattaforme di crowdfunding
per i finanziamenti e di e-commerce per aprirsi
velocemente al mercato.
Secondo le stime dell’Economist e di McKin-
sey nei prossimi anni la manifattura industriale
sarà invasa da robot e da tecnologie ad altissimo
tasso di innovazione. Si stima che queste nuove
tecnologie nel 2025 faranno oscillare il peso
l’automazione nell’industria tra il 5% e il 15%
nei Paesi in via di sviluppo e tra il 15% e il 25%
in quelli avanzati come l’Italia.
Spariranno forse molti lavori e la progressiva
divaricazione tra chi sa e chi non sa
, si esten-
derà anche ai segmenti più qualificati del mercato
del lavoro. Schiere di lavoratori a fine carriera o
in posizione professionale intermedia rischiano
di essere risucchiati verso il basso a causa della
commoditizzazione di una parte delle loro attività.
La sfida chiave per il mercato del lavoro del
ventunesimo secolo sarà quella di rendere
la
crescita inclusiva
. Le prospettive generali
potrebbero essere tutt’altro che negative. Se da un
lato le nuove tecnologie portano a una riduzione
dei posti di lavoro ‘tradizionali’, dall’altro stanno
offrendo una capacità di comunicare attraverso
una varietà di mezzi mai vista prima e di collabo-
rare con facilità su piattaforme diverse.
Autorevoli contributi come quelli di
David
Autor
, direttore del Dipartimento di Economia
del MIT e
Michael Polany
, filosofo ed econo-
mista ungherese, hanno posto l’accento sul
ruolo
dell’istruzione
, sostenendo che sarà quest’ultima
a garantire un futuro al lavoro delle persone. Se
saranno invece le macchine a prendere il soprav-
vento, allora il problema riguarderà la redistribu-
zione della ricchezza.
Nascita ed evoluzione
dell’organizzazione del lavoro
Fin dall’
impero romano
le classi dominanti
ebbero un atteggiamento ambivalente nei con-
fronti dello sviluppo tecnologico. Si temeva
che con l’innovazione parte della popolazione
avrebbe potuto perdere il lavoro e diventare
incontrollabile. Con l’avvento della
Rivo-
luzione Industriale
la prospettiva cambiò
sensibilmente. Con lo spostamento della pro-
duzione dalle piccole botteghe artigiane alle
grandi industrie fu possibile ridurre i tempi
di produzione e realizzare prodotti finiti più
complessi. Dell’introduzione delle prime
innovazioni in qualche modo beneficiarono
anche i lavoratori a bassa specializzazione,
i quali videro notevolmente ridotto lo sforzo
fisico per realizzare il proprio lavoro con un
contemporaneo aumento dei salari.
Nel 1776
Adam Smith
pubblicò la ‘Ricerca
sopra la natura e la causa della ricchezza delle
nazioni’. Nel celebre esempio della
fabbrica-
Nuove forme di organizzazione
del lavoro in fabbrica
Armando Martin
Il rapporto tra innovazione tecnologica e organizzazione del lavoro
è una questione complessa. In questa indagine metteremo in evidenza luci
e ombre dell’interazione tra crescita economica e ruolo della forza lavoro.
UN’INDAGINE SULL’EVOLUZIONE DEL MERCATO DEL LAVORO
@armando_martin