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MATERIALI

applicazioni

Marzo 2015

Automazione e Strumentazione

54

I metodi di microscopia elettronica ad alta riso-

luzione (

υ

figura 1

) entrano in gioco nei campi

dove i classici strumenti di investigazione ottica

non siano più sufficienti a garantire l’ispezione

strutturale e laddove sia inoltre possibile garan-

tire un’adeguata preparazione del campione.

Grazie all’estrema risoluzione di detti metodi,

è possibile arrivare a

misurare la distanza tra

singoli atomi

. I microscopi a trasmissione elet-

tronica (TEM) in particolare raggiungono risolu-

zioni sino a 0.1 nm; tramite scansione elettronica

(SEM) si giunge invece a risoluzioni nell’ordine

di 1 nm. Queste tecniche sono quindi considera-

bili migliori dei metodi ottici classici, tramite i

quali si arriva generalmente tra i 200 e 300 nm

con la microscopia a luce confocale e sino a circa

20 nm con i sistemi commerciali basati su super

risoluzione ottica.

Le applicazioni tipiche della microscopia elettro-

nica hanno oltrepassato gli originali confini del

campo scientifico e abbracciano oggi un ampio

spettro, spaziando nel

campo industriale

dove,

oltre alla

ricerca pura

, consentono processi quali

l’

ispezione superficiale

e gli

studi strutturali

,

processi particolarmente centrali nella tecnologia

dei semiconduttori e nelle scienze dei materiali.

Grazie all’utilizzo di un fascio di ioni, in grado di

rimuovere singoli strati del campione, sono pos-

sibili anche

investigazioni tridimensionali

. Nel

caso delle strutture minute presenti nei semicon-

duttori, questo processo consente di misurarne lo

spessore tramite conteggio dei singoli strati ato-

mici impilati. Nell’ambito delle scienze della vita

sono invece divenute visibili anche le più piccole

strutture cellulari. I campioni possono in questo

caso specifico essere preparati, tra gli altri, con

speciali metodi di congelamento.

Posizionamento stabile e alta ripetibilità

Le varie applicazioni hanno però un tratto

comune: processi di ispezione con livelli di

automazione crescenti richiedono soluzioni di

movimentazione altamente affidabili che, sem-

pre più spesso, possano operare in condizioni

di vuoto, essere amagnetici e possibilmente non

richiedere nessun tipo di lubrificazione. Nel caso

della

υ

figura 1

inoltre, il campione deve essere

mantenuto in posizione più stabilmente possi-

bile:

manipolazioni nanometriche

dei campioni

risultano obbligatorie, essendo l’intero campo di

visione di soli 150 nm.

Nel caso della

microscopia Sem

(

υ

figura 2

),

la risoluzione dipende direttamente dalla posi-

zione del campione. Movimentando il campione

durante la scansione, non solo la risoluzione, ma

anche la ripetibilità e la stabilità del sistema di

posizionamento diventano cruciali per la qualità

dell’immagine; la distorsione di quest’ultima può

essere infatti evitata solo se, una volta posizionato

υ

A FIL DI RETE

www.pionline.it

Edoardo Buffone

Tecnologie di posizionamento

per la microscopia elettronica

L’ AUTORE

E. Buffone, Physik Instrumente

(PI) S.r.l., Bresso (MI)

La microscopia elettronica consente oggi di effettuare

investigazioni con una risoluzione laterale di meno di un

nanometro. Questo implica naturalmente che agli elementi di

imaging siano richieste delle altissime prestazioni ma, allo stesso

tempo anche i campioni devono poter essere posizionati con

una precisione, quantomeno di pari livello, per garantire che i

risultati delle misure siano significativi. Movimentazioni e sistemi

di posizionamento rivestono quindi un ruolo di importanza

centrale nella microscopia elettronica.

ALTA PRECISIONE CON SOLUZIONI NON-MAGNETICHE E COMPATIBILI COL VUOTO

Figura 1 - Non essendovi nella microscopia elettronica

limitazioni dovute alla lunghezza d’onda della luce, è

possibile determinare anche la distanza tra singoli atomi.

I microscopi a trasmissione elettronica (Tem) raggiungono

una risoluzione di 0.1 nm, mentre con le tecniche si

scansione elettronica (Sem) si raggiungono risoluzioni

nell’ordine di 1 nm.

Immagine: Dr. Reiner Ramlau, Max Planck Institut for

chemical physics of solid materials