MECCATRONICA
primo piano
Gennaio/Febbraio 2016
n
Automazione e Strumentazione
28
tradizionali.
Delle 75 aziende mantovane del campione, solo
il 26% del totale dichiara di sostenere spese in
ricerca e sviluppo, mentre il restante 74% non pre-
senta un reparto ricerca e sviluppo o non investe
fondi per queste finalità. La situazione è analoga
nelle altre province.
Nello studio si è voluto compiere un approfon-
dimento riguardante il comparto
‘Costruttori di
macchine/robot industriali’
, cioè i costruttori di
prodotti ‘meccatronici finiti’, i quali comprendono i
costruttori di tutti i macchinari automatici industriali
e di robot.
Questo campione è costituito da 41 aziende a Man-
tova, 89 aziende a Verona e 130 a Brescia, per un
totale di 260 imprese.
Osservandolo si nota come l’andamento dei fattu-
rati negli anni abbia avuto un calo tra il 2007 e il
2009, soprattutto nelle province di Verona e Bre-
scia; quest’ultima ha subito un’altra piccola contra-
zione dal 2011 al 2013, mentre il trend delle aziende
mantovane e veronesi risulta in crescita a partire dal
2009.
Di particolare interesse è l’analisi delle spese dichia-
rate per la ricerca e sviluppo del settore da cui
emerge che solamente il 20% delle aziende nelle
tre province investe nello studio di nuove soluzioni.
Si noti che la maggior parte degli investimenti sono
fatti proprio nei settori che trainano l’economia
delle tre province stesse.
In un’altra parte della ricerca sono state rivolte al
campione domande riguardanti fra l’altro i
fabbiso-
gni tecnologici
e le soluzioni innovative richieste o
auspicate; la percezione che le aziende hanno attual-
mente nei confronti delle nuove ottiche di ‘smart
factory’ e il loro livello di conoscenza e applica-
zione dei nuovi concetti chiave quali ad esempio
Industria 4.0
. Il numero di aziende che ha risposto
al questionario è pari a 45, rispettivamente 5 appar-
tenenti alla provincia di Mantova, 15 alla provincia
di Verona e 25 alla provincia di Brescia.
Tale campione risulta essere pari all’8% del totale.
Per tale motivo i risultati non hanno un valore stati-
sticamente significativo, ma gettano comunque luce
sulla situazione e le politiche attuali delle aziende
nelle tre province in ottica di smart factory.
Il livello di innovazione
Per quanto riguarda la divisioneR&S,
28 aziende su
45 (pari al 62%) posseggono un reparto ricerca e
sviluppo all’interno dell’azienda
, 16 (pari al 36%)
non lo posseggono e 1 (2%) dichiara di affidare le
ricerche a enti esterni. La quota di capitale investita
in ricerca e sviluppo, intesa come percentuale del
fatturato totale, è stata dichiarata da 29 aziende sulle
45 che hanno risposto al questionario. Essa risulta
minore dell’1% per 7 aziende su 29, compreso fra
1% e 5% per 15 aziende, compreso fra 5% e 10%
per 6 aziende e maggiore di 10% per una azienda.
Una domanda ha riguardato la classificazione del
proprio livello di automazione dei processi produt-
tivi in una delle quattro categorie proposte (assente,
basso, alto, totale), emerge che
circa il 60% delle
aziende presenta a oggi un livello di automazione
assente o basso, mentre circa il 40% dichiara un
livello alto
.
Quando è stato chiesto quanto l’azienda senta l’im-
patto che l’Industria 4.0 porta con sé in termini di
trasformazione digitale, circa il 70% del campione
sostiene di non averne percepito l’influenza, mentre
solo il 13% dichiara di sentire gli effetti di questa
trasformazione in maniera elevata o sostanziale.
Anche se circa l’80% delle aziende ha dichiarato
di essere a conoscenza dell’esistenza delle rivo-
luzioni in atto nel mondo manifatturiero, circa il
60% del campione dichiara che la sua azienda non
si sta muovendo per attuare le trasformazioni verso
l’Industria 4.0, il 13% si sta muovendo in maniera
media, mentre solo il 15% è molto o fortemente
orientato in quella direzione.
Una ulteriore domanda ha evidenziato una visione
eterogenea delle possibilità future che la ‘fabbrica
intelligente’ potrebbe dare alle aziende del settore
manifatturiero in termini di successo economico e
commerciale. Infatti, una buona parte delle aziende
intervistate (il 20%) non sembra credere che la tra-
sformazione verso l’Industria 4.0 possa dare signi-
ficativi contributi alla loro competitività nazionale
e internazionale, la maggior parte (il 33%) la con-
sidera mediamente importante, mentre il 23% sem-
bra credere fortemente nel progetto. Sembrerebbe
quindi non esistere, in questo senso, una direzione
comune intrapresa dalle politiche aziendali delle
industrie del territorio.
Per quanto riguarda l’utilizzo delle ultime tecnolo-
gie innovative, le cosiddette ‘tecnologie abilitanti’,
emerge dalle risposte del campione che il loro uti-
lizzo non è diffuso; ben poche aziende intervistate
stanno già utilizzandole (20%), mentre quasi il 50%
dichiara di non utilizzarle in assoluto. Tuttavia, una
buona parte di aziende (quasi il 70%) prevede di
effettuare investimenti, anche solo parziali, nell’uti-
lizzo di queste tecnologie in futuro.
Altro fattore che si è voluto indagare è quanto le
aziende si sentano pronte ad affrontare la trasfor-
mazione verso la ‘smart factory’, in termini di fab-
bisogni di personale qualificato e/o delle risorse
informatiche. Si nota come soltanto il 16% del cam-
pione abbia già a disposizione il personale qualifi-
cato necessario e il 13% le risorse IT. Il 29% non
ha a disposizione le persone necessarie e ben il 42%
non possiede le risorse IT adeguate. Un’altra buona
parte delle aziende possiede solo inmaniera parziale
le risorse.
n
Giambattista Gruosso del
dipartimento di Elettronica
Informazione e bioingegneria
del Politecnico di Milano