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Automazione e Strumentazione

Gennaio/Febbraio 2015

EDITORIALE

primo piano

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Pasquale Paolone

Sales Manager, Southern Europe,

PAS, Inc.

Vice Presidente ANIPLA, Sezione

di Milano

l’industria di processo ha fatto

enormi progressi nel campo dell’affidabilità meccanica ed elettrica degli impianti

di produzione e ha raggiunto livelli di eccellenza sempre più difficili da superare.

I benefici sono evidenti: un minor numero di incidenti, una maggiore produttività e

cicli di manutenzione più lunghi.

Per ottenere ulteriori significativi miglioramenti nel numero di incidenti e nella

sicurezza dei processi sembra necessario orientare gli sforzi in una nuova

direzione che prenda in considerazione il fattore umano.

La criticità del “fattore umano” appare il risultato di due cambiamenti che sono

avvenuti di pari passo con i miglioramenti di affidabilità meccanica ed elettrica,

cioè la crescita di complessità dei sistemi di automazione e la riduzione del

personale operativo. Infatti, la gestione di sistemi sempre più complessi con risorse

sempre più limitate tende ad amplificare le conseguenze degli errori umani.

Si è osservato che molti errori umani possono essere causati dalla mancanza di

una visione complessiva (situation awareness) dello stato del processo e degli

impianti, che porta a valutazioni imprecise o parziali e a decisioni errate. Questa

situazione tende a verificarsi in ogni aspetto dell’interazione tra gli esseri umani e i

sistemi complessi di produzione e di automazione, ad esempio quando le interfacce

grafiche utilizzate per condurre gli impianti sono state sviluppate senza il supporto

di validi studi di ergonomia o senza tenere in debito conto le esigenze operative.

Oppure quando il sistema di controllo genera così tanti allarmi da trasformarsi da

valido sistema di supporto a strumento inutile. O ancora quando la complessità

del sistema di automazione o la coesistenza di prodotti di diversi fornitori rende

difficoltoso tener traccia delle interdipendenze dei sistemi di controllo e impedisce

di prevedere le conseguenze di qualsiasi modifica alle loro configurazioni; o infine

quando i tentativi di valutare sistematicamente le falle di sicurezza informatica del

sistema di automazione si scontrano con una documentazione delle configurazioni

obsoleta o incompleta che tende naturalmente a disallinearsi dalla situazione

corrente.

Molte aziende stanno già affrontando alcuni aspetti del problema della

“human reliability”. È abbastanza diffuso l’interesse per la gestione degli allarmi e

va diffondendosi una sensibilità per la protezione dei sistemi di automazione dagli

attacchi informatici. Quello che forse manca maggiormente è un approccio globale

e una visione olistica che parta dal riconoscimento della centralità del ruolo umano

nella gestione e conduzione degli impianti e dall’idea che facilitare la relazione tra

il personale e l’automazione comporti un ritorno sicuro in termini di affidabilità,

sicurezza, produttività e flessibilità operativa.

Negli ultimi 20 anni

Il fattore umano per l’affidabilità

degli impianti di processo