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Efficiency & Environment - Marzo 2017

Intervista

E.E.:

Come commenta questo aspetto presentato da Legam-

biente?

Bettin:

In Italia c’è moltissimo lavoro ancora da fare. Dovrem-

mo investire molto di più, sia per gli interventi nelle reti, sia

nella pianificazione degli interventi stessi, per cercare di ge-

stire questa importante risorsa in maniera proattiva; invece

purtroppo siamo alle prese con ridotti investimenti pubblici,

e, di contro, una moltitudine di emergenze da fronteggiare.

Quest’anno la giornata mondiale dell’acqua avrà come tema

principale le ‘acque reflue’. La Commissione Europea, con un

ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione Europea, ha chie-

sto di applicare all’Italia una multa milionaria per non essersi

adeguata integralmente alla sentenza del 2012 della stessa

Corte sulla raccolta e il trattamento delle acque reflue.

E.E.:

Quanto può la tecnologia venire in soccorso per ovviare

a tali inconvenienti?

Bettin:

La road map per l’adeguamento dei sistemi fognari

e depurativi a livello europeo è stata tracciata nella direttiva

2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque). Tale direttiva pre-

vedeva il raggiungimento da parte di tutti gli stati membri, dello

stato ‘buono’ per tutte le acque entro il 31 dicembre 2015. L’at-

tivazione della procedura di infrazione è quindi conseguente

al ritardo accumulato dal Paese Italia nell’adeguamento am-

bientale richiesto. Pensare di risolvere tutti i problemi all’ultimo

minuto è impensabile, in quanto tali investimenti comportano

generalmente tempi lunghi di realizzazione e importi molto in-

genti. Le moderne tecnologie possono consentire di raggiun-

gere gli obiettivi inmeno tempo e conminori investimenti qua-

lora vengano adottati sistemi di modellazione, monitoraggio e

analisi che consentano di evidenziare le priorità in termini di

costi benefici quali ad esempio interventi per il controllo dei

superi di piena delle fognature miste o impianti di depurazione

a membrana su aree costiere o su piccoli centri delocalizzati.

riutilizzo di tali acque meteoriche ad esempio

per l’irrigazione di parchi e giardini, per il flus-

saggio dei wc o per la pulizia delle strade, tali

tecniche rappresentano esempi di economia

‘circolare’ dell’acqua.

Villa:

Pur essendo l’Italia un Paese molto ricco

di acqua, abbiamo grandi difficoltà nel garan-

tire un servizio affidabile ai nostri cittadini so-

prattutto nelle regioni del Meridione. Le nostre

infrastrutture idriche sono spesso obsolete e

sprechiamo quantità enormi lungo la catena di-

stributiva. Ciò costringe ad aumentare il prelievo

di acqua alla fonte impoverendo la risorsa e dan-

neggiando l’ecosistema. Una recente pubblica-

zione del Censis quantifica al 31,9% le perdite di

rete sull’intero territorio nazionale. Ebbene, oggi

tecnologie di telecontrollo e diagnostica remota

consentono di monitorare in tempo reale lo sta-

to delle apparecchiature di rete e di intervenire

prontamente o addirittura in anticipo rispetto

a un potenziale malfunzionamento o a una di-

spersione. Sfruttare meglio una risorsa scarsa,

riducendo gli sprechi idrici, significa non solo

garantire un servizio migliore agli utenti ma an-

che preservare l’ambiente in cui viviamo.

“Ancora oggi nel nostro Paese 18 milioni di cit-

tadini scaricano i loro reflui nei fiumi, nei laghi

e nel mare senza depurazione, 9 milioni non

sono serviti dalla rete fognaria, 1 milione beve

acqua del rubinetto in deroga ai parametri di

qualità per arsenico, boro e fluoruri. C’è poi la

questione dei canoni di concessione per le ac-

que minerali, un grande business di cui pochi

godono”.

I t i t

Foto tratta da www.pixabay.com