prime stime, nel corso dell’anno si do-
vrebbero vendere 25.000 vetture in più.
In particolare FCA rimane la prima casa
automobilistica in Italia con 560.770
auto vendute, grazie soprattutto alle
vendite delle vetture a marchio Fiat. Al
secondo posto si posiziona il gruppo
Volkswagen con 252.675 immatrico-
lazioni e una quota di mercato del
12,82%, segue il gruppo francese PSA
con 217.365 auto nuove e una crescita
dell’8,67%. Nella top ten dei venditori
si sussegue nell’ordine, il gruppo Re-
nault (191.647), Ford (134.073), Daim-
ler (92.520), il gruppo Toyota (89.149),
il gruppo BMW (85.593), il gruppo GM
(solo fino al 1° agosto, quando Opel è
stata acquisita da PSA, 66.708), infine
Nissan, con 64.560 unità immatrico-
late nel 2017 (fonte Unrae su dati del
ministero dei Trasporti). Osservando
le vendite secondo il tipo di alimen-
tazione, il diesel è quello più richiesto
con il 56,7% delle auto immatricolate
nel 2017, ma con una leggera flessione
rispetto all’anno scorso (0,7%). In gene-
rale, si evidenzia una crescita degli ac-
quisti di vetture con
alimentazioni alter-
native: sono state
vendute 129.812
benzina-Gpl (il 6,5%
del mercato, era il
5,6%), 66.760 ibride
(3,4% delle vendite,
era il 2,1) e 1.941
elettriche (erano
1.403 nel 2016).
Rallentano, invece,
le immatricolazioni
delle auto a me-
tano (32.746 contro
le 43.903 dell’anno
scorso).
Anche dal punto di vista produttivo
l’Italia si riafferma ai vertici europei: è
quarta alle spalle di Germania, Fran-
cia e Regno Unito, grazie ai risultati
positivi ottenuti nel corso degli ultimi
tre anni. In particolare, nel 2017, ha
segnato la miglior percentuale di cre-
scita tra quelle rilevate sui principali
mercati. Le autovetture ‘made in Italy’
sono state oltre 740.000, con un incre-
mento del 4% rispetto al 2016, ma se
si considera l’intero comparto degli
autoveicoli, la produzione supera 1,14
milioni di unità, il 3,5% in più rispetto al
2016 (dati Anfia). Sul totale prodotto, il
65% è stato destinato alle esportazioni,
per un valore indicativo di 22 miliardi
di euro, dato che scende al 56% se si
considerano le sole automobili. In ter-
mini di valore, gli Stati Uniti continuano