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APRILE 2018

AUTOMAZIONE OGGI 405

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che tale applicazione abbia as-

sorbito la parte più rilevante in

termini di copertura mediatica.

Infine, il report sottolinea come,

nonostante l’esperienza accumu-

lata negli anni dalle imprese che

hanno lavorato sui droni in am-

bito difesa, il vantaggio compe-

titivo per tali imprese potrebbe

essere facilmente azzerato dalle

peculiarità proprie delle nuove

applicazioni civili, configurando

così un mercato aperto e in ra-

pida espansione.

L’uso di sciami al posto di droni

singoli è uno degli elementi

chiave per rendere possibili (o

efficaci) molte delle applicazioni

innovative previste. Tralasciando

il settore difesa (per il quale

però vale la pena almeno di ri-

cordare come nei primi giorni di

quest’anno si è sparsa la notizia

del primo attacco con uno sciame di droni esplosivi contro basi

russe al confine con la Siria, realizzando nei fatti degli scenari che

l’agenzia statunitense Darpa sta esplorando da qualche anno),

alcuni degli ambiti applicativi più significativi sono brevemente

accennati qui di seguito.

Il vantaggio di essere in molti

I vantaggi che uno sciame offre rispetto a un singolo drone sono

essenzialmente legati all’esplorazione simultanea di un territorio

da parte di più droni e alla possibilità di svolgere compiti collabo-

rativi altrimenti impossibili a un singolo drone. Nell’ambito della

protezione civile, e in particolare nelle operazioni di

search and

rescue

(si pensi alla ricerca di persone travolte da una valanga o

da un’alluvione, oppure bloccate dalle fiamme di un incendio), il

fattore tempo è chiaramente critico, quindi la maggiore rapidità

di esplorazione di una regione può fare la differenza fra la vita

e la morte, così come la possibilità di incrociare immagini della

stessa area riprese da diversi punti di vista consente di estrarre

informazioni che rimarrebbero altrimenti nascoste.

Nell’ambito della sicurezza, per esempio in operazioni di anti-

terrorismo, la possibilità di osservazione simultanea di un’area

vasta mediante più droni consente di avere una squadra con il

compito di circoscrivere dall’alto un’ampia zona di pericolo e,

al tempo stesso, una squadra che comunica immagini più rav-

vicinate e dettagliate, nonché la possibilità di dividere lo sciame

in gruppi più piccoli con l’obiettivo di inseguire diversi sospetti.

Quest’ultima possibilità è utilissima anche nel monitoraggio am-

bientale di fenomeni come l’espansione di incendi oppure onde

di inquinanti, ovvero nei compiti di ispezione, con applicazioni

che spaziano dalla sicurezza nei cantieri, alla verifica dello stato

di impianti industriali, oleodotti e linee ad alta tensione, fino all’a-

gricoltura di precisione.

Fra i compiti collaborativi più rilevanti, se le spettacolari esibi-

zioni di Raffaello D’Andrea, docente all’ETH di Zurigo, fondatore

di Verity Studios e pioniere in molti dei temi riguardanti droni e

sciami, mostrano come uno sciame può costruire delle complesse

architetture in tempi record; è chiaro che gruppi di droni pos-

sono essere utilizzati per rimuovere ostacoli troppo massici per

un singolo drone, quindi portare un supporto rapido ed efficace,

per esempio per il soccorso in caso di crolli, anche in ambienti

rischiosi per l’intervento umano diretto.

Le sfide tecnologiche

Nella percezione comune, il controllo del volo di un drone può

apparire come un problema oggi risolto, visto che per pochi euro

è possibile trovare droni giocattolo in grado di stabilizzarsi ed

eseguire semplici manovre. Nonostante ciò, l’uso in situazioni

reali può essere complicato da svariati fattori, come la necessità

di reagire a disturbi ambientali (soprattutto nelle applicazioni

outdoor) e i problemi di localizzazione (soprattutto in applica-

zioni indoor, in ambienti non appositamente strutturati). Inoltre,

anche considerando il caso dei droni ad ala rotante, come i qua-

dricotteri, benché il controllo in condizioni prossime all’hovering

(volo stazionario) non presenti particolari difficoltà, l’esecuzione

di manovre più audaci porta il sistema in condizioni in cui i mo-

delli matematici sono tipicamente carenti e il controllo del moto

si complica enormemente.

Come è facile immaginare, il controllo di uno sciame è notevol-

mente più complesso rispetto al caso del singolo drone, non po-

tendo essere basato sul controllo diretto dei singoli droni da parte

di altrettanti operatori umani. Lo strumento fondamentale è rap-

presentato quindi da opportuni algoritmi di controllo, in grado di

affrontare le problematiche proprie dello sciame, in particolare:

garantire l’assenza di impatti fra droni, ottenere la localizzazione

reciproca, creare e mantenere la formazione. La letteratura scien-

tifica che affronta tali problemi è basata su un insieme di algoritmi

indicati in vari contesti come algoritmi di

flocking

(o

swarming

),

consensus

,

formation control

. In particolare, l’obiettivo degli algo-

ritmi di flocking consiste nel generare traiettorie per un insieme di

agenti mobili, in modo da farli muovere in gruppo. Ciò si ottiene

Il business dei droni sarà legato a svariate applicazioni, non solo quelle di consegna

a domicilio da parte di colossi dell’e-commerce

Foto tratta da www.pixabay.com