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GENNAIO-FEBBRAIO 2018

AUTOMAZIONE OGGI 403

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ma il vero problema è cosa farne. Qual

è il vero valore di ciò che raccogliamo?

Quale quello della tecnologia digitale?

Se lo è chiesto Schlumberger, fornitore

di primo piano del mondo oil&gas. “Pro-

prio per rispondere a queste domande

nel 2014 abbiamo deciso di aprire un

Innovation Center dedicato alla tec-

nologia software nella Silicon Valley e

l’anno dopo ne abbiamo inaugurato un

secondo, l’Industrial Internet Center, a

Houston” ha rivelato Gavin Rennick, pre-

sidente software integrated solutions di

Schlumberger. “In tal modo, siamo pre-

sto stati ‘risucchiati’ anche noi nel vor-

tice dell’ecosistema digitale e abbiamo

deciso di investire in alcuni progetti

pilota per comprendere meglio quale

sia il ruolo di queste nuove tecnologie

nell’oil&gas”. L’azienda, che conta oltre

70 mila utenti, ha per prima cosa indivi-

duato l’ambito su cui intervenire, dove

avrebbe potuto ottenere i maggiori ri-

torni, quindi ha lanciato l’ambiente Delfi,

il cui nome deriva proprio da quello del

Tempio greco del dio Apollo, dove i fe-

deli si recavano per ottenere, appunto,

vaticini sul futuro: “La soluzione con-

sente, prima di tutto, a più aziende dif-

ferenti di lavorare insieme in sicurezza e

in modo collaborativo alla costruzione

di un impianto, scambiarsi dati in sicu-

rezza, rilevare le differenze tra l’esecu-

zione di un progetto e il suo disegno

iniziale, avere feedback immediati, pre-

venendo o evitando gli errori. È inoltre

possibile simulare cosa accade una volta

che sia avvia la produzione, andando nel

dettaglio, fino al livello di campo. Tutto

questo ha permesso di ridurre da mesi a

giorni i tempi di realizzazione e messa a

punto di un impianto”.

L’utilizzo delle soluzioni di rete inter-

connesse di Rockwell Automation ha

poi permesso di avviare altri progetti

per la raccolta digitale dei dati da im-

pianti ubicati in zone non raggiunte da

infrastrutture di rete dati o elettriche,

come spesso accade quando si parla di

estrazione petrolifera, per esempio. Il

sistema proposto da Schlumberger con-

sente, per esempio, agli addetti delle

compagnie oil&gas di andare sul posto,

dove si trovano i pozzi, raccogliere i dati

degli impianti con tool digitali e quindi

trasmetterli al centro di controllo non

appena la rete diventa visibile. Questo

ha portato all’eliminazione della rac-

colta dati manuale, con tutte le insidie

che essa comporta in termini di errori

umani, e velocizzato la raccolta stessa.

“La partnership con Rockwell Auto-

mation è stata essenziale per noi per

poter ricavare davvero dalla tecnologie

soluzioni a valore aggiunto per i nostri

clienti” ha concluso Rennick.

Rockwell Automation

www.rockwellautomation.it

Il volto ‘europeo’ di Automation Fair

Automation Fair catalizza l’interesse di un pubblico variegato e internazionale. Vi partecipano soggetti provenienti un po’ da tutto il mondo, sia come espositori

che come visitatori, dall’Asia all’Australia, passando per l’Europa e ovviamente per l’Italia. “Il mercato europeo è sicuramente differente da quello americano,

ha peculiarità proprie sia a livello di tecnologie, sia di problematiche. In Europa per esempio le maggiori preoccupazioni

relativamente alla digitalizzazione riguardano la security, la conformità a standard, la mancanza di competenze” ha sot-

tolineato Thomas Donato, presidente Emea (Europe, Middle East e Africa) di Rockwell Automation. “Ci aspettiamo nei

prossimi tre anni una vera accelerazione nell’adozione di soluzioni IoT in Europa, che finora si è dimostrata meno attiva in

merito”. Ha quindi proseguito Donato: “Per comprendere meglio le esigenze dei nostri clienti europei abbiamo inaugurato

il Connected Enterprise Customer Center a Karlsruhe, in Germania, pensato proprio per aiutare i clienti a sperimentare le

opportunità della digitalizzazione in modo interattivo, rendendo per loro tangibili i vantaggi derivanti da questo modello di

azienda ‘interconnessa’ e mostrando le opportunità della ‘fabbrica intelligente’. I visitatori possono assistere a demo inte-

rattive e vedere esempi applicativi, così come disporre di visioni in tempo reale delle operazioni negli stabilimenti produttivi

di Rockwell Automation, con accesso immediato ai dati di produzione. Gli specialisti di Rockwell Automation possono poi

fornire consulenza su misura per le esigenze specifiche di ogni azienda, o sul modo migliore di attuare i principi della smart

factory”. Altra iniziativa legata al Vecchio Continente è il ‘Graduate Trainee Programme’, ovvero un programma intensivo di

formazione tecnica, della durata di 1 anno, con 3 mesi di training presso la sede Emea di Bruxelles di Rockwell Automation,

destinato a giovani dinamici e intraprendenti, con in-

teressanti opportunità di carriera. Passando ai clienti

italiani che abbiamo incontrato, sono tutti concordi:

partecipare ad Automation Fair rimane un’esperienza

utile per comprendere quali evoluzioni tecnologiche

attendersi nel prossimo futuro, quali soluzioni abbia in

serbo Rockwell, quali prodotti adottare, così come per

stringere nuove relazioni in un mercato, quello ame-

ricano, interessante se non altro per i grandi volumi.

Trovare nuovi canali di business o partner con cui re-

alizzare soluzioni diversificate è un altro obiettivo di chi

partecipa all’evento. Ce lo spiegano, in video,

Walter

Barbotto

, Business Development Area di Giordano

& C.,

Massimo Capisani

, VP Operation di Pulsar

America, e

Manuel Dell’Ora

, Export Manager di SIR.

Thomas Donato,

presidente Emea