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NOVEMBRE-DICEMBRE 2017

AUTOMAZIONE OGGI 402

Sorgenia nel 2006, compone insieme

alle altre centrali a ciclo combinato di

Modugno, Bertonico - Turano Lodi-

giano e Aprilia il parco termoelettrico

dell’azienda per una potenza installata

di 3.175 MW. Progettata e costruita in

un’ottica digitale grazie all’automatiz-

zazione spinta di tutti i processi, la cen-

trale vanta rendimenti molto elevati (tra

il 56,6% e il 57,5%), limiti di emissioni tra

i più bassi in Italia, tempi di avviamento

molto contenuti e altrettanto rapidi

tempi di rampa.

La gestione e il monitoraggio della pro-

duzione di energia elettrica della cen-

trale è affidato al sistema di controllo

distribuito di Siemens, Sppa T3000 Cue.

Il DCS, che integra anche il sistema di

controllo della turbina a vapore (Stcs

- Steam Turbine Control System) ed è

progettato per eseguire tutti i compiti

di automazione della centrale a ciclo

combinato, consente a Sorgenia di usu-

fruire di una solida conoscenza di tutti i

dati rilevanti all’interno del processo di

produzione dell’impianto, riducendo al

minimo il sovraccarico di informazioni.

I dati vengono raccolti e trasmessi agli

operatori con accesso autorizzato, in

maniera sicura, allo scopo sia di ottimiz-

zare la produzione di energia elettrica,

sia di garantire la sicurezza e l’affidabi-

lità lungo tutte le fasi del ciclo di vita

della centrale, oltre che dell’infrastrut-

tura e dei processi.

Automazione intelligente

Grazie quindi alla distribuzione capillare

di sensori evoluti e all’installazione del

DCS, l’impianto può essere gestito in

maniera completamente automatica,

demandando al personale di esercizio

un ruolo di supervisione e controllo. La

diffusione di sensori sofisticati connessi

a sistemi di acquisizione consente al

personale sia di fare analisi estrema-

mente dettagliate sul funzionamento

dell’impianto, sia di costruire modelli

di funzionamento, i cosiddetti digital

twins, in grado di prevenire i comporta-

menti delle apparecchiature ed eviden-

ziarne eventuali deviazioni.

L’utilizzo diffuso di attuatori intelli-

genti permette di effettuare diagno-

stica remota, minimizzando in maniera

significativa i tempi di fuori servizio

dell’impianto. E anche la presenza di

strumenti analitici consente quindi di

Il ciclo combinato

Il CCGT (da Combined Cycle Gas Turbine), oggi considerata la best available technology per

la produzione termoelettrica sia in termini di efficienza produttiva sia di impatto ambientale,

ha permesso di rinnovare il parco termoelettrico italiano, utilizzando in modo efficace un

combustibile pulito come il gas naturale. Il ciclo combinato sfrutta due cicli di produzione,

quello del vapore e quello a gas, che garantiscono un minor consumo di combustibile a parità

di elettricità prodotta.

Da un punto di vista di funzionamento, il gas naturale viene utilizzato come combustibile nei

bruciatori di una turbina a gas che, tramite un generatore ad essa collegata, produce energia

elettrica. I fumi che fuoriescono dalla turbina, ancora ad alta temperatura, sono convogliati

a un generatore di vapore in cui avviene lo scambio di calore tra i fumi di scarico e l’acqua

in esso presente per produrre vapore acqueo. Il vapore ottenuto viene quindi utilizzato per

alimentare il moto di una turbina a vapore che, collegata a un generatore, produce anch’essa

energia elettrica.

L’energia elettrica così generata viene trasformata in alta tensione e distribuita sulla rete nazio-

nale. Molteplici sono i vantaggi assicurati da questa tecnologia; primo tra tutti l’alto rendimento

che supera di oltre il 10% quello garantito dalle tecnologie termoelettriche tradizionali. Altissime

sono anche le prestazioni ambientali: le emissioni di SO

2

e polveri sono trascurabili, quelle di

NO

X

e CO

2

sono ridotte del 60-70%, diminuiscono i prelievi di acqua ad uso industriale così

come il calore immesso nell’ambiente per il raffreddamento dei cicli di produzione. Si riduce

considerevolmente anche l’occupazione del suolo: questi impianti, infatti, sono mediamente

6 volte più piccoli delle centrali tradizionali. E, da ultimo, il Ccgt consente di ‘modulare’ la

produzione in funzione delle specifiche richieste della rete elettrica nazionale e di entrare in

funzione quando, per questioni meteorologiche, gli impianti rinnovabili non riescono a sopperire

alle richieste energetiche del Paese.