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MAGGIO 2017

AUTOMAZIONE OGGI 398

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potenzialmente, essere necessari dei collegamenti radio. Le reti

commerciali, invece, privilegiano l’ottimizzazione della copertura

radio solamente nelle aree con elevata densità della popolazione

e possono essere indisponibili in aree scarsamente popolate o

isolate del territorio. Un’altra differenza sostanziale è la garan-

zia delle comunicazioni prioritarie. Le reti PMR soddisfano le

esigenze degli utilizzatori anche in condizioni di emergenza,

garantendo un accesso priori-

tario alle risorse radio a chi ne

ha bisogno. Le reti commerciali

sono invece ‘democratiche’ e

non concedono priorità nelle

comunicazioni ad alcun utente

privilegiato.

Un’altra fondamentale dif-

ferenza è nell’utilizzo delle

comunicazioni di gruppo. Le

reti PMR supportano in modo

nativo e garantito queste mo-

dalità di comunicazione, che

è tipica delle squadre di inter-

vento di emergenza. Premendo

un solo tasto, e senza alcun ri-

tardo percepibile per instaurare la comunicazione, un operatore

può parlare istantaneamente con tutti gli altri membri

del gruppo a cui appartiene. Nelle reti commer-

ciali, ancora oggi di fatto questa funzione non

esiste, se non come servizio di messaggistica,

tipo WhatsApp e simili. Qualora l’infrastruttura

di una rete PMR sia per qualche regione non disponibile, gli

utilizzatori di una squadra di intervento possono comunque

continuare a comunicare tra loro in modalità ’diretta’, in quanto

i terminali possono ricetrasmettere anche direttamente tra loro,

fintantoché la loro distanza reciproca rimanga entro i limiti di

portata delle loro radio. Al contrario, in una rete mobile commer-

ciale, la mancanza dell’infrastruttura rende completamente ‘muti’

tutti i terminali della rete. Per contro, proprio per le diverse eco-

nomie di scala, i terminali di una rete PMR sono ben più costosi

di un comune telefono cellulare.

Infine, le reti PMR sono solitamente gestite e controllate diretta-

mente o indirettamente dai governi o da enti a loro sottoposti,

mentre le reti commerciali sono controllate da società private.

Le reti per la sicurezza pubblica attuali

Lo scenario attuale delle reti di pubblica sicurezza è il risultato

di un’evoluzione tecnologica precedente, che verso la fine degli

anni ‘90 ha introdotto l’utilizzo delle tecnologie digitali in luogo

di quelle analogiche tradizionali (nello stesso periodo storico in

cui le reti cellulari commerciali evolvevano verso il GSM e i suoi

successori). Tra le reti di pubblica utilità più diffuse vi sono le reti

Tetra, Tetrapol, GSM-R

e DMR, molto popolari

in Europa, e P25, di

origine americana. Si

tratta in ogni caso

di tecnologie ba-

sate sulle comuni-

cazioni a banda

stretta, con canali radio tipicamente di 12,5 kHz nella porzione

di spettro più bassa della banda UHF (400 MHz - 900 MHz). A tali

reti sono state assegnate delle porzioni di spettro a uso esclusivo

che hanno permesso la realizzazione di infrastrutture dedicate,

che supportanomolto bene le comunicazioni vocali, mentre sono

molto limitate per quanto riguarda la trasmissione dati.

L’utilizzo di una banda di frequenza relativamente bassa con-

sente di coprire ampie porzioni

di territorio con un numero di

stazioni base limitato rispetto

a quanto sarebbe necessario

utilizzando le tecnologie radio-

mobili, oggi prevalentemente

allocate nella banda intorno ai

2 GHz.

L’opzione LTE

Viste le limitazioni attuali delle

reti per la sicurezza pubblica a

banda stretta, c’è una forte ri-

chiesta di tecnologie che sup-

portano la trasmissione dati a

banda larga. Un’idea che si sta

consolidando è di utilizzare in qualche modo le stesse tecnologie

cellulari di quarta generazione (4G) già utilizzate per il servizio

radiomobile commerciale anche per realizzare reti di pubblica

utilità. Così facendo, si spera di poter abbattere i costi rispetto

alla messa in opera di una nuova rete a banda larga esclusiva-

mente dedicata ai servizi di pubblica utilità, grazie alle economie

di scala, sia a livello di terminali, sia a livello di infrastruttura, che

possono derivare dall’utilizzo di soluzioni già prodotte in gran-

dissima serie per il mercato dell’elettronica di largo consumo. Vi

sono però dei vincoli tecnologici e normativi che vanno risolti.

Lo standard attuale delle reti LTE oggi utilizzato sulle reti 4G

commerciali ancora non supporta alcune caratteristiche indi-

spensabili per le reti di pubblica utilità, in primo luogo la chia-

mata di gruppo e le comunicazioni dirette tra terminale. Per tale

ragione, l’organizzazione 3GPP che presiede lo sviluppo dello

standard LTE ha nel corso degli ultimi anni avviato l’introduzione

delle nuove caratteristiche tecniche necessarie.

In particolare, nella release 13 delle specifiche 3GPP (approvata

nel marzo 2016) sono state introdotte importanti funzioni a sup-

porto delle comunicazioni di prossimità tra terminali in modalità

diretta (D2D) e delle comunicazioni critiche ‘Push-to-talk’.

La funzionalità Mcptt (Mission Critical Push-to-Talk) ha lo scopo

di supportare la comunicazione tra diversi utenti (chiamata di

gruppo) dove ciascun utente può ottenere il permesso di par-

lare in maniera arbitraria. Il servizio Mcptt, infatti, garantisce

agli utenti di richiedere il permesso a parlare e fornisce loro un

meccanismo deterministico per gestire le richieste in conflitto.

Fonte: Leonardo

Fonte: Motorola Solutions