APRILE 2017
AUTOMAZIONE OGGI 397
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Un’idea diventata realtà
Il progetto Pack-Lab nasce un paio d’anni fa dalla fattiva volontà
di ITS Maker e di alcuni dei suoi principali stakeholder (nella fatti-
specie Marchesini, Ima e Iema) con l’obiettivo di creare un luogo di
apprendimento pratico dove formare tecnici in grado di inserirsi
rapidamente nell’operatività tipica delle aziende del packaging. In
linea con la filosofia degli ITS, l’obiettivo di Pack-Lab è quello di for-
nire agli studenti quelle competenze pratiche complementari a ciò
che viene spiegato durante le lezioni frontali che, troppo spesso,
vengono a mancare nei percorsi scolastici tradizionali. “Siamo
partiti dall’idea di offrire agli studenti un laboratorio che desse la
possibilità di imparare concretamente, cioè toccando con mano,
cosa significa progettare e gestire l’automazione che sta a bordo
di una macchina automatica” afferma Alessandro Bezzi, tecnico in
pensione che ha seguito lo sviluppo del progetto Pack-Lab e che,
dopo una vita trascorsa in IMA come progettista di macchine auto-
matiche, è da alcuni anni responsabile del corso su automazione e
packaging. Il laboratorio così conce-
pito ha quindi due scopi essenziali:
dimostrativo e realizzativo. Se infatti
da un lato le sue strutture hanno lo
scopo di presentare agli studenti
quali siano gli scopi applicativi dei
concetti teorici appresi durante le
lezioni, dall’altro forniscono la pos-
sibilità di fare esperienza diretta pro-
gettando soluzioni di automazione
che possono realizzare con gli stessi
dispositivi e tecnologie di ultima ge-
nerazione che, alla fine del percorso
di studio, si ritroveranno a gestire in
azienda. “Quando abbiamo avviato il progetto Pack-Lab ci è stato
fin da subito chiaro che, per realizzare una struttura capace di
soddisfare gli obiettivi che ci eravamo posti, si rendeva necessario
pensare a un’architettura estremamente modulare, composta da
stazioni operative in grado di interagire tra loro ma separabili a li-
vello funzionale” prosegue Alessandro Bezzi. Pensando alle tipiche
funzionalità delle macchine automatiche è quindi venuto naturale
rifarsi a un modello basato su ‘unità di prodotto’ che, transitando
sequenzialmente lungo una linea di trasporto, potevano essere og-
getto di diversi passaggi di lavorazione o manipolazione da parte
di specifici dispositivi automatici, proprio come accade in una vera
macchina automatica.
Tutto con due linee di movimentazione
multiscopo
“Per una serie di ovvi motivi, attrezzare il laboratorio con una vera
e propria macchina automatica sarebbe stato impossibile” fa notare
Bezzi. “Così è nata l’idea di realizzare
un sistema composto da due strutture
modulari a forma di U, due linee au-
tomatiche costruite con la tecnologia
di due produttori differenti, ma con
caratteristiche in grado di svolgere
gli stessi compiti, pur essendo l’una
svincolata dall’altra. Ciò per offrire
non solo una maggiore flessibilità
in termini di impiego didattico, ma
anche per consentire una maggiore
autonomia di lavoro ai gruppi formati
dai 25 studenti che il laboratorio è
in grado di ospitare”. Ciascuna delle
due strutture indipendenti si com-
pone di sette stazioni (moduli) collo-
cate in sequenza; più precisamente
si tratta di 6 nastri trasportatori di un
metro di lunghezza ciascuno, a cui si
somma un settimo nastro trasporta-
tore a formare la sezione di raccordo
a U. Le due ‘linee di movimentazione’
dispongono entrambe di un servizio
centralizzato di alimentazione elet-
trica e fornitura aria compressa che,
tramite gli opportuni cablaggi, viene
reso disponibile a tutte e sette le sta-
zioni operative di cui si compongono. I controlli sono stati pensati
per consentire di utilizzare ciascuna singola stazione inmaniera auto-
noma per eseguire un compito specifico, anche se sincronizzandole
opportunamente è possibile compiere azioni sequenziali finanche
utilizzando precise leggi di moto. Come prosegue Alessandro Bezzi,
la filosofia secondo cui è stato realizzato il sistema tecnico- didattico
installato presso il Pack-Lab è quindi tanto semplice quanto efficace.
“Un elemento, che sia una confezione, una bottiglia o un qualsivo-
glia altro prodotto compatibile con le caratteristiche meccaniche del
nastro trasportatore, gira sequenzialmente di stazione in stazione,
dove si possono affacciare, come se fossero dei veri e propri bordo
macchina, dispositivi automatizzati progettati per compiere speci-
fiche operazioni, ad esempio manipolazioni, marcature, controlli di
qualità, espulsioni di prodotti non conformi e così via”.
Il taglio del nastro per Pack-Lab il nuovo laboratorio dell’automazione e del packaging
inaugurato alla presenza della vicesindaco Marilena Pillati, del dirigente scolastico
Salvatore Grillo e del direttore dell’ITS Maker Maddalena Suriani
Alessandro Bezzi,
il referente tecnico