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OTTOBRE 2016

AUTOMAZIONE OGGI 393

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Michele Santovito,

Comitato Tecnico di Automazione Oggi e Fieldbus & Networks

striali. Il trend è sempre stato positivo con

una crescita di tipo esponenziale. Trala-

sciando gli aspetti più filosofici e morali, è

indubbio che la continua innovazione tec-

nologica abbia influenzato positivamente

la vita dell’uomo, anche se in qualche (o

forse molte) occasione abbiamo dovuto

assistere a gravi effetti collaterali, che

però dovrebbero essere ricondotti all’uso

distorto della tecnologia stessa. Si po-

trebbero fare tantissimi esempi, partendo

dalle lontanissime scoperte del fuoco o

della ruota, per arrivare ai più recenti mo-

tori a scoppio o telefoni senza fili.

Le scoperte più recenti sono aumentate di

numero e con intervalli di tempo sempre

più ristretti; tali incrementi, di velocità e

quantità, hanno e stanno portando a

una difficoltà da parte della stessa specie

umana a capire e comprendere realmente

i vantaggi delle innovazioni, aumentando

il divario tra chi partecipa attivamente al

progresso tecnologico e chi invece lo su-

bisce in maniera passiva. Inoltre, chi vive

quest’epoca, soprattutto nei paesi avan-

zati, deve affrontare una novità assoluta

rispetto al passato: la maggior parte delle

novità tecnologiche hanno iniziato, in

tempi rapidissimi, ad avere un impatto di-

retto su ognuno senza distinzioni di età,

area geografica, status sociale e da cui nessuno può sottrarsi. Probabilmente, l’inizio

di tutto ciò può essere fatto coincidere con la nascita dello smartphone, della connes-

sione continua e globale che ha reso questa transizione unica nel suo genere nella sto-

ria dell’uomo. Tutto ciò ha avuto e continuerà ad avere un’influenza sempre maggiore

nella nostra società a tutti i livelli, compreso quello del lavoro e dell’industria.

Lo sviluppo tecnologico c’è sempre stato ed è impensabile anche solo rallentarlo, ma

nel contesto illustrato in precedenza esiste il forte rischio di non riuscire a seguire le

innovazioni, creando o aumentando la platea degli utilizzatori passivi, che non sono in

grado di cogliere gli effettivi benefici delle nuove tecnologie o, peggio ancora, proce-

dere con investimenti economici importanti senza un’adeguata conoscenza.

Tutto ciò dovrebbe farci riflettere sulle reali capacità (o limiti) della società nel garan-

tire un corretto e completo apprendimento verso le nuove tecnologie. Facile quindi

pensare come questo limite possa essere sfruttato per far pendere la bilancia verso

interessi economici, a scapito di quelli sociali e ambientali. Se poi a questi ragionamenti

dovessimo aggiungere concetti quali ‘machine learning’ o ‘smart robot’, gli scenari

potrebbero diventare ancora più preoccupanti, perché si entra in un ambito per niente

conosciuto, che solo i libri o i film di fantascienza hanno provato a descrivere.

Tornando a valutazioni più concrete, se oggi più di ieri il legame tra tecnologia e socio-

logia deve rafforzarsi, chi può e deve occuparsi del fatto che ciò avvenga? La risposta

potrebbe essere scontata: la politica, attraverso la definizione di strategie nel breve,

medio e lungo termine, avendo come primo obiettivo la tutela dei cittadini che rap-

presenta. E se dal punto di vista nazionale si può affermare che siamo ancora lontani

da questo tipo di sensibilità, guardando all’Europa le cose paiono migliori. Negli ultimi

programmi di finanziamento europei per la ricerca e l’innovazione (‘Horizon 2020’) esi-

stono linee di progetto che promuovono iniziative con impatti diretti dell’innovazione

sulla società e in aggiunta ad alcune tipologie di progetto (sviluppo tecnologico) viene

richiesto che all’interno del team di lavoro siano presenti delle professionalità esperte

in sociologia, proprio per valutare gli effetti e le ricadute sulla società stessa.

Guardando molto lontano da noi, il Governo federale australiano ha sviluppato la

Technacy Theory

’ ovvero la capacità di capire, applicare abilmente e comunicare so-

luzioni tecnologiche creative ed equilibrate, basate sulla comprensione dei fattori

contestuali coinvolti. Con questa iniziativa sono stati fissati degli obiettivi educativi

per questa competenza specifica già nelle scuole di base e nella formazione degli inse-

gnanti, allo scopo di arrivare a offrire a ingegneri, progettisti e responsabili politici una

cornice teorica più robusta per il trasferimento tecnologico attraverso culture o conte-

sti differenti. Obiettivo ultimo di questo lavoro è vivere la tecnologia e il suo sviluppo

in maniera consapevole e soprattutto utile per gli scopi preposti.

Nessuno di noi ha la sfera di cristallo, ma una maggiore consapevolezza e valutazione

critica di come l’attuale sviluppo tecnologico stia modellando la società in cui viviamo

potrebbe aiutarci nell’affrontate sviluppi futuri inaspettati.

Foto tratta da www.pixabay.com