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GIUGNO-LUGLIO 2016

AUTOMAZIONE OGGI 391

54

AO

ATTUALITÀ

stiene Dandolo, “sappiamo già quello

che dovrà succedere il 16 agosto a Mal-

pensa o a Fiumicino o a Hong Kong. È

tutto estremamente organizzato, come

dovrebbe essere la nostra fabbrica. La

linea di produzione non è altro che la

pista di un aeroporto, i voli che arrivano

sono le merci che abbiamo acquistato,

i voli che partono non sono altro che

i nostri prodotti che cerchiamo di lan-

ciare sul mercato, e l’area di parcheg-

gio sono le nostre aree logistiche sulle

quali operano mulettisti, carrellisti,

operatori, movimentatori, manutentori,

chi gestisce la qualità, gli aspetti legali

della sicurezza… Tutto abbastanza

simile a quello che ac-

cade quotidianamente

nella nostra realtà in-

dustriale con un’ecce-

zione. Malgrado tutto

sia schedulato, ogni

giorno c’è qualcosa che

non va come dovrebbe

andare: il camion non

arriva, la linea di pro-

duzione si rompe, ab-

biamo un problema…

complicazioni da ge-

stire. Ma come fa un

aeroporto? Le gestisce

la torre di controllo.

Nessun aeroporto po-

trebbe funzionare se

non ci fosse la Control

Tower è lei che gestisce

il ritardo di un aereo,

un problema sulla pista

di atterraggio… è lei

che permette di cre-

are efficienza con le

risorse a disposizione.

Attraverso tre principi:

comando, controllo e

comunicazione. Per costruirla servono

tre elementi, processi, organizzazione

e sistemi, che devono collaborare in-

sieme. I processi sono integrati nel

mercato poiché è il mercato che in un

certo senso tira, sequenzia e organizza

le nostre attività giornaliere. Ad esem-

pio per la manutenzione su un macchi-

nario di stabilimento non può essere

l’organizzazione della manutenzione

stessa che si schedula indistintamente

la sua priorità ma deve essere alline-

ata alle esigenze del cliente che deve

definire i livelli di servizio. Per quanto

riguarda l’organizzazione è necessa-

rio che venga mappata sui nuovi pro-

cessi, che venga definito il modello di

ingaggio, vale a dire che le cose che

chiedo vengano fatte effettivamente,

che venga definito un process owner,

una riorganizzazione completa al fine

di poter misurare tutte le attività, di-

rette e indirette. Per quanto riguarda

i sistemi invece in azienda abbiamo il

MES e l’ERP, il primo ci connette a mac-

chine, robot… e il secondo ci permette

di controllare il business. Un aeroporto,

e anche una fabbrica, però connesso

solo a un ERP non riuscirebbe a funzio-

nare, ha bisogno di un terzo elemento,

il MOM, il Manufacturing Operation Ma-

nagement che permette di governare,

pianificare grazie alle informazioni che

arrivano dall’ERP. È possibile quindi

pianificare gli acquisti e le vendite e na-

turalmente, attraverso i dati dal campo,

governare in modo dinamico, proattivo

e in tempo reale elementi quali la logi-

stica, il supporto, la qualità e tutti quelli

che sono gli elementi organizzativi che

concorrono e supportano il processo

produttivo attraverso questa vision. Il

tutto farcito di velocità. Pensare veloce-

mente, agire velocemente... collegando

e facendo sì che macchine, persone e

business lavorino in modo congiunto e

sincronizzato, possiamo creare logiche

di proattività, rapidità ed efficienza”.

Processi disgiunti e scollegati non val-

gono a nulla. Hanno bisogno di diven-

tare un unico, solo progetto, affrontato

per portare innovazione ed efficienza al

tempo stesso in grado di definire nuove

fabbriche e nuove logiche di produ-

zione. Ma quanto tempo ci potremmo

mettere per arrivare a questo schema,

e a quale costo? “Dipende dal grado di

maturità dell’azienda” sostiene Dan-

dolo. “Ma comunque è un processo che

va affrontato. Certo ha bisogno di una

spinta molto forte da parte del mana-

gement, ma è un’esperienza che si può

fare in un periodo limitato. Il costo?

Pensiamo solo a quanto costerebbe

non farlo. Non essere più competitivi,

innovativi, efficienti,…non emozionare

dunque. In realtà c’è bisogno di fare un

cambio di profilo, e il cambio di profilo

della nostra azienda, ora, è il service”.

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