difficili da dominare, dobbiamo collabo-
rare con terze parti per essere vincenti
perché non possiamo più governare
da soli tutti i processi, dal momento
che la dinamica del mercato è volatile.
Cambiano le dinamicità, ci troviamo ad
avere molti più interlocutori del passato
e la difficoltà a dover gestire contatti,
relazioni, informazioni, comunicazioni
è diventato un vero problema. Come
è possibile riuscire a trovare una solu-
zione? Abbiamo discusso molto e siamo
arrivati alla conclusione che dobbiamo
cercare di trasformare la complessità in
un vantaggio. Certo, la complessità non
può sparire, ma dobbiamo cercare di af-
frontarla in modo diverso, governando i
processi, simulando gli scenari evolutivi,
puntando sui nostri strumenti e soprat-
tutto dobbiamo fare in modo che i nostri
clienti e i clienti dei nostri clienti abbiano
un accesso più facile all’informazione,
dobbiamo dare la possibilità di control-
larla, non subirla. Giocare con lei a nostro
vantaggio utilizzando strumenti evoluti
che permettano di facilitare e mettere
insieme attività che normalmente ven-
gono gestite in modo separato al fine di
velocizzare tutti i processi”. Velocità, il
vero fattore determinante per raggiun-
gere l’obiettivo in tempo, oltre a quello
di rimanere uniti. In una slide mostrata
da Guidi, che utilizzava nel 2006, era già
evidente che le supply chain si sarebbero
misurate nel mercato con le singole so-
cietà, ed effettivamente ora lo stiamo
vedendo, “non producono, non sono
operatori logistici ma teoricamente lo
fanno e si stanno ponendo sul mercato
in modalità completamente diversa.
Queste aziende stanno crescendo con
una velocità impressionante. Su questo
dobbiamo riflettere e sicuramente in-
sieme dobbiamo vedere come poter fare
la differenza. Dobbiamo mettere assieme
tutte le nostre conoscenze poiché non è
il singolo attore che può fare la differenza
ma è il lavoro di tutte le risorse”.
Emozione digitale
Dall’intero evento ci portiamo a casa
molte parole ma essenzialmente due
sono quelle che ci piacciono molto: di-
gitalizzazione ed emozione. La prima
la si può ormai considerare scontata,
basta alzare gli occhi in metropolitana,
per strada, al supermercato per vedere
quanto siamo digitalizzati e il non es-
serlo, in primis per un’azienda, porta a
essere fuori dal mercato. La seconda è
sicuramente più interessante in quanto
ci proietta in un futuro emozionante
attraversato da dinamiche devastanti,
come spiega Alessandro Dandolo, ma-
naging partner di
Alfaproject.net“che
ci cambiano la vita, legate alle scelte dei
consumatori nei prossimi cinque anni. Sì,
perché tra dieci anni sarà sicuramente
tutto molto diverso. Basta guardare i no-
stri figli con il loro diverso attaccamento
ai brand o le nuove modalità di acqui-
sto… Tra dieci anni la trasformazione
sarà una trasformazione del mercato e
dal momento che il mercato è guidato
dai consumatori sarà sicuramente una
trasformazione delle strategie del go-
to-market. Già in questi ultimi tempi si
vedono acquisizione di aziende cinesi in
Europa e in America. Stiamo assistendo a
un chiaromandato di investire in aziende
occidentali con grandi contenuti tecno-
logici”. E pensare che solo dieci, quindici
anni fa erano molte le aziende occiden-
tali che investivano e si spostavano in
Cina, allettate dal basso costo del lavoro,
portandola ad essere un polo produttivo
rilevante; ora il colosso ha fissato obiettivi
ambiziosi di ristrutturazione della propria
economia con l’evoluzione da una sem-
plice manifattura di basso livello allo svi-
luppo di marchi globali e servizi in grado
di portarla a essere un Paese trainante
in materia di innovazione. “Assistiamo
a dinamiche dove da un ‘negozietto’ di
strada si è passati all’e-commerce più
spinto saltando tutta quella genera-
zione di retail e distribuzione valida fino
ad oggi. L’esempio eclatante è Alibaba,
azienda cinese di commercio elettronico,
che ha fatturato 462 miliardi di dollari
l’anno scorso, un valore equivalente a
tutto l’e-commerce americano. Ci sono
dinamiche trasversali che sicuramente
generano un futuro ‘emozionante’: ad
esempio il mercato dell’auto si sta evol-
vendo verso le auto elettriche, e la digi-
talizzazione non ci permette più solo di
trasformare l’analogico in digitale ma ci
permette di trasformare il nostro busi-
ness core”. Si cambia, quindi, a tutti i li-
velli, che è già di per sé una bella sfida.
Quello che resta è l’uomo: la persona
con il suo talento, le sue capacità, le sue
competenze, le sue emozioni… ‘appeti-
bile’ sul mercato. “La capacità di attrarre
le persone giuste al posto giusto, che
fanno da sempre il successo o il falli-
mento di progetti, di strategie non la si
gioca più sul salario, sullo stipendio ma si
gioca soprattutto sui fattori ‘soft’, brand
equity, valori che noi aziende portiamo e
soprattutto sul riuscire a far emozionare
noi stessi e i nostri dipendenti. Questa si-
curamente sarà una grande sfida”.
Una vera sfida
Sfida ed emozione, altre due parole in-
teressanti. Emozione di un brand che in
passato ne garantiva la leadership e che
oggi quella stessa supremazia se la deve
conquistare quotidianamente attraverso
competenze, processi produttivi, logi-
stica, supporto post-vendita, e tutta una
sequenza di richieste volute dal mercato:
la si può tradurre in formula matema-
tica? No, troppe le variabili. Meglio un
paragone tra le classiche aziende di oggi
e le organizzazioni che nel mondo ope-
rano già nella logica della Industry 4.0,
organizzazioni rapportabili in tutto e per
tutto a degli aeroporti poiché estrema-
mente schedulate in quanto, come so-
GIUGNO-LUGLIO 2016
AUTOMAZIONE OGGI 391
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Alessandro Dandolo, managing partner di
Alfaproject.net