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APRILE 2016

AUTOMAZIONE OGGI 389

78

Tieghi:

Supponendo di rispettare le regole base in ambito sicu-

rezza e sviluppo delle applicazioni, l’adozione di soluzioni mobile

offre, dal nostro punto di vista, solo opportunità. Spesso le obie-

zioni in questo ambito sono rivolte al lato cyber security, ma con

la connessione in rete degli interi sistemi e il trasferimento dei dati

in cloud si devono affrontare le stesse sfide: queste devono però

essere affrontate con fiducia e competenza, perché rinunciare

ai principi dell’IIoT sarebbe una pura regressione verso i sistemi

stand alone, sistemi che non sono sostenibili per le nuove moda-

lità di produzione, manutenzione e business in generale.

A.O.:

Quale diffusione si prevede per questi dispositivi?

Randieri:

La diffusione di questi dispositivi a livello industriale è

ormai un dato di fatto: basti vedere la miriade di prodotti mobile

classificati come industrial che offre il mercato. Sicuramente nel

tempo i sistemi operativi nati come consumer avranno al loro

interno la capacità di poter gestire alcune applicazioni anche

in realtime facendo superare a questi dispositivi la limitazione

di doverli adoperare come dispostivi d’interfaccia HMI o più in

generale di terminale mobile. Microsoft Windows Mobile o Win-

dows Embedded è stato per lungo tempo il sistema operativo di

scelta per i dispositivi mobili industriali e rugged. A partire dal

2015 abbiamo assistito a un’inversione di tendenza in cui l’in-

dustria ha iniziato ad adottare in maniera intensa Android. La

rapida crescita dei telefoni Android di consumo ha standardiz-

zato il comportamento degli utenti Android generando di fatto

un effetto di ricaduta sul settore industriale. In futuro sempre più

software house svilupperanno app per il comparto industriale

basandosi sul sistema operativo Android. In conclusione sono

convinto che i dispostivi tablet, PDA e smartphone industriali sa-

ranno il segmento di mercato di mobile computer in più rapida

crescita del prossimo futuro.

Tieghi:

I 10 miliardi di dispositivi che saranno connessi in Inter-

net entro il 2020 sono una stima al ribasso: la nuova frontiera

dei device mobili sono sicuramente i così detti wearable, ov-

vero gli oggetti indossabili in grado di rendere le nostre espe-

rienze di vita e lavoro più complete. Secondo i dati resi noti

da strategy analytics, nel quarto trimestre del 2015 sono stati

venduti per la prima volta più smartwatch che orologi tradizio-

nali. Considerando anche lo scetticismo con cui i consumatori

hanno accolto la loro introduzione sul mercato, questo è un

chiaro segno di come il processo di digitalizzazione sia di fatto

inarrestabile. Anche se ancora con evidenti limiti, soprattutto

legati all’autonomia, gli occhiali ‘smart’ attendono solo di es-

sere ulteriormente implementati e ‘digeriti’ dagli utilizzatori,

ma i tempi sono ormai maturi anche per questo. In un domani

sempre più vicino i tablet saranno i nuovi PC, e gli orologi i

nuovi telefonini.

A.O.:

Quali problemi inerenti alla sicurezza e alla privacy pos-

sono sorgere dall’introduzione della tecnologia consumer tablet/

smartphone nel mondo industriale?

Cominotto e Francesco Curtarelli:

Sicuramente l’introduzione

di device quali tablet, smartphone e simili se da un lato ha il

vantaggio di semplificare e velocizzare numerosi processi in-

dustriali, dall’altro porta con sé diversi ordini di problemi. Due

in particolare necessitano di essere evidenziati più degli altri: il

problema della sicurezza e quello della privacy. Nonostante le

numerose certifica-

zioni (ISO/IEC 27001

e seguenti) che pos-

sono rassicurare le in-

dustrie circa i livelli di

sicurezza dei propri

strumenti, non esiste

sistema informatico

che possa vantare

di essere inattacca-

bile e impenetrabile.

Le vulnerabilità di

tali sistemi aumen-

tano inevitabilmente

con l’introduzione

di device, soprat-

tutto se i vari tablet/

smartphone sono

personali e, dunque,

il loro utilizzo non

è limitato né circo-

scritto all’ambito la-

vorativo. A ciò vanno

sommati tutti i rischi

propri dei sistemi

on-line e cloud ormai

sempre più diffusi e

utilizzati soprattutto

abbinati a queste

nuove tecnologie e

a questi nuovi stru-

menti. Tali soluzioni

portano con sé ulte-

riori problematiche

inerenti al tratta-

mento dei dati stessi e alla loro conservazione (Direttiva 95/46/

CE, Direttiva 2002/58/CE e Direttiva 2013/40/UE nonché d.lgs.

196/2003). Altro aspetto di primaria importanza è quello riguar-

dante la privacy: sebbene tutti i dati raccolti dall’utilizzo dei de-

vice in questione possano essere legittimamente utilizzati solo

per le finalità espressamente indicate e accettate dai lavoratori,

il semplice fatto che tali dati vengano spesso conservati in ar-

chivi digitali sparsi per il mondo crea un problema di sicurezza,

di controllo e di certezza sul diritto applicabile. In più, all’insa-

puta degli utenti, tali dati potrebbero subire attacchi a seguito

dei quali i medesimi potrebbero essere utilizzati per fini e scopi

differenti rispetto a quelli per cui sono stati raccolti (in merito

si richiama il Codice della Privacy che a breve verrà sostituito

dal nuovo regolamento europeo concernente la tutela delle

persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e

la libera circolazione di tali dati). Un utilizzo di tecnologie pro-

porzionato all’effettivo bisogno aziendale, un risk assessment

aggiornato, l’identificazione precisa delle figure di responsabile

del trattamento dei dati e di incaricato del trattamento dati e

una formazione puntuale di personale specializzato all’utilizzo

di device e nuovi strumenti devono essere le linee guida da

seguire per un utilizzo consapevole delle nuove tecnologie in

ambito aziendale e industriale.

Cristiano Cominotto,

Assistenza Legale

Premium

Francesco Curtarelli,

Assistenza Legale

Premium

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