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GENNAIOFEBBRAIO 2016

AUTOMAZIONE OGGI 387

50

AO

ATTUALITÀ

nati per operare secondo le logiche del

mondo ‘interconnesso’. Anzi, un at-

teggiamento come questo potrebbe

esporre l’azienda a rischi eccessivi ine-

renti la cybersecurity, o comunque non

permetterle di sfruttare tutte le poten-

zialità della ‘Connected Enterprise’. Un

approccio globale implica l’esistenza,

a partire da un’analisi preliminare, di

un progetto preciso, che deve tenere

in considerazione più aspetti, non ul-

tima la convergenza sempre più spinta

tra IT (Information Technology) e OT

(Operation Technology). Altro aspetto

cruciale è la sicurezza, intesa sia come

‘safety’ sia come ‘security’, due aspetti

che devono marciare di pari passo. Del

resto, alcune lingue usano un’unica

parola per entrambi i concetti: “La si-

curezza deve essere parte integrante

dell’azienda” ha osservato Maciej Kranz,

vice president Corporate Strategic Inno-

vation Group di Cisco. “Vi deve essere

un unico modello sviluppato in modo

condiviso, con un approccio architet-

turale sicuro, che deve evolversi di pari

passo con l’evoluzione tecnologica

aziendale e studiando non solo ciò che

accade dopo un attacco informatico, ma

anche durante lo stesso, per sapere con

quali approcci sia più utile affrontare il

problema”. La sicurezza riguarda sia il

software sia l’hardware e le minacce

possono essere sia esterne sia interne

all’azienda: “Occorre rendere sicuro ogni

elemento, dai dispositivi, ai PAC, alle reti,

che devono essere intrinsecamente ro-

buste e affidabili, introducendo logiche

di autenticazione e protezione del dato,

regole, test e certificazioni” ha ribadito

Frank Kulaszewicz, senior vice presi-

dent Architecture&Software di Rockwell

Automation. In conclusione, come ha

affermato Jeff Jones, principal cyberse-

curity strategist di Microsoft: “Occorre

applicare nell’industria le stesse regole

di sicurezza che già da anni vengono

applicate nei datacenter”.

Il concetto di ‘Connected Enterprise’, in-

fine, ha un grande impatto sulle aziende

anche dal punto di vista culturale, in-

fatti implica uno sguardo evoluto sia

sul lavoro, lato fornitori (approvvigiona-

mento materiali, processi, feedback) e

lato ‘service’ ai clienti, sia sui diversi ruoli

aziendali, ponendo al centro la qualità

e la personalizzazione, con un occhio

alla sostenibilità. “Non possiamo sapere

come evolverà la tecnologia e da dove

arriverà l’innovazione: essa cresce con

noi e dobbiamo saperla riconoscere” ha

concluso Nosbusch.

La presenza italiana

Significativa alla Automation Fair la

presenza italiana, con diverse aziende

che hanno esposto le proprie soluzioni

agli stand, da Gruppo Loccioni a United

Converting e Pulsar, presenti sul territo-

rio americano con filiali dedicate. Aetna

Group ha portato

a Chicago una pro-

pria macchina per

l’imballaggio dei

pallet. Grazie a studi

preliminari eseguiti

in laboratorio, la

macchina viene ta-

rata in modo otti-

male per imballare

con la giusta quan-

tità di film plastico

lo specifico pallet

da trasportare, in

base al prodotto

che contiene, a

come avviene il tra-

sporto, al percorso da compiere ecc. In

questomodo, il filmplastico riesce a con-

tenere al meglio lamerce senza rovinarla,

per esempio, per un’eccessiva pressione

e garantendo al contempo l’integrità del

pallet durante il trasporto.

L’eccellenza dei costruttori di macchine

italiani è stata inoltre riconosciuta con

la consegna del premio ‘Innovation in

Packaging’ a Gruppo Cama per la con-

fezionatrice CL175, brillante esempio

dei sistemi ‘Through Generation’ Cama,

equipaggiata con la soluzione iTrack di

Rockwell che offre maggiore flessibi-

lità, semplificazione della manuten-

zione, tempi ridotti di cambio formato.

“Ogni Paese oggi parla di ‘smart ma-

nufacturing’ e ha dato vita a una pro-

pria strategia di sviluppo, a partire

dalla tedesca Industrie 4.0. Ogni realtà

però ha un proprio livello di maturità,

si va dai Paesi pionieri a quelli più re-

stii al cambiamento” ha chiarito Tho-

mas Donato, president Emea Region di

Rockwell Automation. “Del resto, non è

detto che si debba sempre comunicare

tutto, bisogna valutare cosa comuni-

care in rapporto

ai rischi che ciò

comporta. L’Ita-

lia rappresenta

comunque per

Rockwell Au-

tomation

un

mercato molto

p r ome t t e n t e ,

soprattutto per

la presenza di

noti costruttori

di macchine e

di filiali di im-

portanti gruppi

multinazionali,

da Unilever a

Procter&Gamble e Goodyear. Qui dob-

biamo competere con importanti gruppi

come Siemens, che detiene in tutta Eu-

ropa, a eccezione del solo Regno Unito,

la quota di mercato maggiore. Le pro-

spettive di crescita, d’altra parte, sono

molto interessanti, soprattutto nel

packaging”.

Rockwell Automation

www.rockwellautomation.it

La manifestazione ha raccolto in due giorni oltre 13.500 visitatori

Thomas Donato, president

Emea Region di Rockwell Automation

Video disponibile su

http://autom-

azione-plus.it/focus/rivivi-automa-

tion-fair-2015-con-i-nostri-reportage/