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GENNAIO-FEBBRAIO 2016

AUTOMAZIONE OGGI 387

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manufacturing” ha sottolineato Keith D.

Nosbusch, presidente e CEO di Rockwell

Automation. “È una trasformazione che

crea opportunità enormi per coloro che

sapranno approfittarne e al tempo stesso

grandi rischi per chi sarà impreparato”. Al

centro dell’evento, così come del padi-

glione espositivo, la ‘fabbrica intelligente

e interconnessa’ che Rockwell punta a

realizzare proponendo prodotti ‘smart’ e

‘connected’, capaci di raccogliere i dati dal

campo e trasformarli in informazioni utili a

prendere decisioni tempestive e accurate.

Lo stand centrale di Rockwell mostrava in-

fatti con demo, video e simulazioni come

le sue soluzioni, introdotte step by step in

azienda, in base a roadmap costruite sulle

reali esigenze aziendali e in sintonia con

l’esistente, portino reali vantaggi nell’at-

tività produttiva, riducendo i consumi,

migliorando i tempi di risposta, i cambi

formato o la manutenzione.

Nel mondo interconnesso dove oggi vi-

viamo, del resto, sempre più pesa il valore

dei dati, quelli che riusciamo a trasformare

in informazioni perché, come dicevano i

latini, ‘sapere è potere’. “Se sappiamo esat-

tamente cosa accade in ogni momento del

processo produttivo, grazie anche all’im-

piego di soluzioni di realtime analytics,

siamo in grado di reagire agli eventi e ri-

toccare i processi in tempo reale, con un

impatto diretto sul prodotto finito e sulla

supply chain” ha esemplificato Mike Wa-

gner, director packaging segment, Global

OEMTeamdi Rockwell Automation. “Tutto

questopermettedi rimediare velocemente

a eventuali errori e di inserire correttivi

quando necessario”. Un altro fattore fon-

damentale è poi la flessibilità. “Si pensi in

particolare al packaging, un settore molto

promettente, dove si sta andando sempre

più verso la personalizzazione delle confe-

zioni adattandole allemode del momento,

cambiandone forma e dimensione per dif-

ferenziarne il contenuto. Per soddisfare

queste richieste” ha proseguito Wagner “i

processi produt-

tivi devonoessere

snelli e veloci”. Il

trend del resto è

ormai quello di

offrire oggetti ‘su

misura’ e perso-

nalizzati a costi

competitivi: è la

‘mass-customiza-

tion’.

“La crescita della classe media, che ha

cominciato a chiedere e comprare beni

di qualità, ha portato a un aumento del

consumo delle risorse, dal cibo all’ac-

qua alle materie prime. La ‘Connected

Enterprise’, consentendo la gestione di

un’enorme quantità di dati e di migliaia

di dispositivi connessi, migliora lo sfrutta-

mento delle risorse” ha sottolineato Mike

Hannah, manager commercial programs

Connected Enterprise di Rockwell Auto-

mation. “Attualmente, meno dell’1%delle

informazioni provenienti dagli impianti

vengono utilizzate e più che altro per il

controllo degli allarmi e la diagnostica.

Le informazioni devono invece essere

maggiormente scambiate sia dal basso

dell’impianto verso i livelli aziendali supe-

riori, sia viceversa, unendo controllo/au-

tomazione e IT per una gestione migliore

dei fornitori e dei processi. Si pensi al food:

se ho informazioni su quanto deve cuo-

cere per esempio un biscotto perché sia

eccellente, posso migliorarne la qualità e

al contempo ridurre il costo dell’energia

per la sua cottura”.

Trasformare i dati

in informazioni

Avere dati a disposizione, però, non signi-

fica automaticamente essere una ‘smart

factory’. Per portare vantaggi i dati de-

vono essere contestualizzati e acquisire

significato in tempi rapidi, trasforman-

dosi in informazioni utili da offrire “al

momento giusto alla persona giusta sul

giusto mezzo, anche ‘mobile’” ha spie-

gato John McDermott, senior vice presi-

dent, Global Sales&Marketing di Rockwell

Automation. “Quindi, occorre dotare di

intelligenza i dispositivi e gli apparati in

campo, in modo che siano capaci di se-

lezionare il dato e analizzarlo in tempo

reale”. La visualizzazione dei dati prove-

nienti dai sensori in realtime consente

la gestione degli asset da smartphone o

tablet, in luoghi anche remoti, per reagire

in tempo reale o attuare strategie di ma-

nutenzione preventiva, o modificare i set

point delle macchine.

Primo passo verso la ‘Connected Enter-

prise’ è però individuare quali sono i dati

che realmente devono essere trasmessi

affinché l’azienda raggiunga determinati

obiettivi di business, per i quali valga la

pena ‘correre il rischio’ di una comuni-

cazione remota, e quali dati invece non

devono o non possono essere trasmessi.

Insomma, l’approccio all’azienda inter-

connessa deve essere sistemico e glo-

bale. Non basta ‘comprare’ dispositivi

intelligenti o ‘aggiungere’ strutture di

connessione ai sistemi esistenti, man-

tenendo apparati spesso obsoleti, non

La ‘Connected Enterprise’ consente la gestione di un’enorme

quantità di dati e dispositivi migliorando lo sfruttamento

delle risorse

Al centro dell’area espositiva il padiglione ‘Connected Enterprise’ presentava

demo di prodotti e dispositivi intelligenti, soluzioni software smart e tutto

l’occorrente per costruire la fabbrica interconnessa