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AUTOMAZIONE OGGI 386

SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA

S

SI

intervista

facturing non significa adottare una specifica tecnologia

ma seguire una precisa tabella di marcia in cui ogni reparto

(produzione, logistica, manutenzione, qualità ecc.) ha ‘og-

getti comunicanti’ e, grazie all’interconnessione e la coo-

perazione delle risorse (asset fisici, persone, informazioni),

l’azienda è in grado di prendere decisioni migliori, ridurre i

costi complessivi di gestione, migliorare l’utilizzo delle ri-

sorse e gestire meglio il rischio. In quest’ottica tutti gli anelli

della catena manifatturiera quali fornitori, impianti, distri-

butori, prodotti finiti, sono connessi. La Germania è stato il

primo Paese a livello mondiale a promuo-

vere politiche per la digitalizzazione del

settore manifatturiero e della cosiddetta

Industria 4.0., ma l’Italia, secondo Paese UE

per la manifattura, avrebbe tutte le carte

per recuperare la competitività e divenire il

più ricco bacino di fabbriche smart.

A.O.: Alcuni casi di successo.

Soroko:

Nuovi casi di successo nascono

ogni giorno. In ambito business vale la

pena di citarne alcuni: Starbucks ha con-

nesso le macchine del caffè per poter ac-

cedere a tutti i dati relativi ai consumi; San

Paolo del Brasile e a Pechino le perdite d’acqua sono state

quasi dimezzate grazie ai sensori che il governo ha posizio-

nato lungo le pompe e le infrastrutture dove passa l’acqua;

a Barcellona i cassonetti muniti di sensori rilevano il livello

dell’immondizia, mandano allarmi per essere svuotati e

suggeriscono il percorso ottimale per la loro raccolta; Wal-

lmart ha usato IoT per migliorare la propria supply chain e

la gestione dell’inventario; la catena alberghiera Hilton ha

implementato il servizio di check-in e funzionalità chiave da

smartphone. Per finire Trenitalia sta implementando lo IoT

per poter intervenire con la manutenzione prima che i com-

ponenti si usurino e AEG Power Solution ha ritrovato la sua

competitività grazie al servizio di monitoraggio dei gruppi

di continuità basato sulla piattaforma Solair e ha registrato

+38% di risoluzione problemi al primo intervento. Similar-

mente, l’azienda bolognese Minerva, ha reso intelligenti le

sue macchine alimentari e le sue affettatrici e tritacarne tra-

smettono informazioni utili per la manutenzione predittiva.

A.O.: Quali sono gli gli attori dell’IoT?

Soroko:

In linea teorica, per connettere un oggetto fisico

(thing) al mondo digitale occorre avere un hardware, una

connessione, un’applicazione software e seguire tre pas-

saggi: connettere la thing tramite l’elettronica per prelevare

i dati, inviare le informazioni ottenute a una piattaforma di

raccolta, visualizzare i dati in un’applicazione. Sembra un

processo abbastanza semplice, anche se in realtà il mercato

è popolato da tante figure e fornitori dei diversi ‘pezzi’ dello

stack tecnologico. Se si volesse costruire lo IoT in casa, sa-

rebbero molti gli attori da coinvolgere. Fornitori hardware,

che forniscono chip e sensori da integrare all’interno degli

oggetti, e poi operatori telefonici, che forniscono sim, wi-fi,

Ethernet e la connettività. Intervengono anche società che

forniscono software di data management e device mana-

gement, per l’analisi di base dei dati prelevati, fornitori di

applicazioni verticali che creano l’interfaccia in cui verranno

visualizzati i dati e le analisi, fornitori di software per la sicu-

rezza, fornitori cloud per la parte di infrastruttura, fornitori

di storage, quindi di spazio virtuale in rete su cui risiede-

ranno le informazioni. E ancora system integrator, imple-

mentatori che assicurano l’orchestrazione di tutto quanto,

rivenditori di soluzioni software verticali, e

per finire consulenti che generalmente aiu-

tano l’azienda a scegliere i fornitori dopo

un’attenta analisi dell’esigenza e dei pro-

cessi aziendali.

A.O.: Quali sono le piattaforme per

lo sviluppo di applicazioni IoT?

Soroko:

In questo ecosistema così com-

plesso, il vero cuore dell’Internet of Things

non sono i dati in sé, ma le applicazioni,

che danno un significato concreto ai dati

prelevati. Un oggetto connesso a Internet

senza un’applicazione che consente di in-

terpretare i dati rimane infatti, un oggetto ‘semplice’. Una

thing connessa munita di applicazione crea una soluzione

e un’esigenza di mercato. Un esempio concreto: una mac-

china del caffè può comunicare il numero di caffè e cappuc-

cini effettuati, la temperatura dell’acqua, ma anche quanti

rifornimenti sono necessari, quando è prevista l’usura di un

componente che dovrà essere rimpiazzato, quando riordi-

nare le cialde, se proporre delle promozioni e quali. Il vero

valore dello IoT risiede quindi nella capacità di capire quali,

tra tutti i dati disponibili, sono le informazioni utili, quali

azioni possono scaturire e quali decisioni strategiche si pos-

sono dedurre. Attualmente esistono sul mercato quasi 200

piattaforme per creare applicazioni IoT, la maggior parte

nate nella Silicon Valley. Tra le top 16, anche un caso tutto

italiano, Solair IoT Platform. Per la sua flessibilità e facilità

d’uso è stata scelta da aziende piccole e grandi, di settori

diversi dal manifatturiero, al retail, al building, ma la tecno-

logia brevettata supporta in verità ogni tipo di applicazione

verticale. Un modo concreto di aggirare tutte le comples-

sità legate all’integrazone e gestione di tanti fornitori e, con

un’unica piattaforma, poter fare tutto.

A.O.: Una vera opportunità da cogliere, quindi.

Soroko:

La telefonia mobile ha impiegato 30 anni a divenire

un fenomeno di massa, Internet 20, l’Internet of Things ha

già cominciato a far parte della nostra vita privata e lavora-

tiva e la sua espansione può solo crescere ma per benefi-

ciarne, il suo utilizzo deve essere visto non come un obbligo

ma sicuramente come un’opportunità.

Solair -

www.solaircorporate.com

Foto tratta da www.pixabay.com

Joanna Soroko, business

development executive di Solair