Background Image
Table of Contents Table of Contents
Previous Page  54 / 134 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 54 / 134 Next Page
Page Background

NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

Automazione Oggi 386

54

AO

ATTUALITà

e corrente a un certo gruppo di oggetti.

Tramite i circuiti di simulazione, prima

di tutto si sceglie in quale linea inviare il

guasto. Quindi, una volta deciso di man­

dare un guasto su una

certa linea, tramite il

software nel front panel

del sistema, che è con­

nesso al CompactRIO,

si scarica la traccia del

guasto all’interno di

quest’ultimo”. Il gua­

sto sarà di tipo trifase:

dando uno spike di

corrente la tensione

crolla. “Premendo un

pulsante viene inviato

un segnale di trigger a

uno dei CompactRIO,

che si occuperà di man­

dare in broadcast il se­

gnale di trigger agli altri, lanciando così

in contemporanea due segnali di guasto

sulla rete” prosegue Perini. “La contempo­

raneità è assicurata dall’Fpga: il segnale

di trigger mandato in broadcast viene ac­

quisito dall’Fpga e in pochi nanosecondi

il guasto viene inviato (col comando ‘Fire

Trigger’) sui due quadri in contempora­

nea. Dando il comando di ‘Riarmo’, poi, i

CompactRIO si riarmano e attendono una

nuova traccia da caricare per simulare un

altro guasto”.

Sugli schermi collegati della sala controllo

del laboratorio vengono visualizzati gli al­

larmi che si sono attivati, che di fatto arri­

vano dai relè di comunicazione e indicano

quello che è stato ‘visto’ tramite i Compac­

tRIO. “Gli interruttori sulla linea si aprono

perché si coordinano fra di loro” puntua­

lizza Pagnoncelli. “Se le grandezze non

fossero simulate in modo corretto, in tutti

i punti della rete, i relè aprirebbero a caso.

Lo stato dei Led lo conferma. Tutti gli og­

getti della rete leggono le stesse misure e

vedono il guasto: la rete è una maglia, per

cui ogni punto dellamaglia vede il guasto,

il problema è capirne la direzione. Quando

il relè riconosce il flusso di guasto, lancia il

blocco di protezione. Tutto funziona solo

se i guasti sono coordinati”.

CompactRIO: una scelta

ponderata

Il simulatore attualmente in uso è molto

più avanzato di quello realizzato nel 2012,

quando l’applicazione era molto più sem­

plice e utilizzava un CompactDAQ: “Da al­

lora il laboratorio si è espanso, anzi non ha

ancora finito di farlo, prevediamo infatti

di ampliare la simulazione collegando il

resto della rete e altri cinque quadri” af­

ferma Pagnoncelli.

Da qui la scelta di

impiegare i Com­

pactRIO: “Con la

precedente piat­

taforma eravamo

già arrivati al li­

mite del sistema,

mentre con i

CompactRIO ab­

biamo la possibi­

lità di espandere

u l t e r i o rmen t e

la simulazione”.

Un altro fattore

chiave nella scelta

era la velocità: “Prima avevamo dei pro­

blemi a generare i segnali, che nella realtà

provengono da un trasduttore Combo

Sensor, ossia una bobina di Rogowski.

Impiegando una Fpga le prestazioni sono

molto più rapide e abbiamo risolto tutti i

problemi: riusciamo a generare i segnali

come il relè li ‘vuole’, il più realisticamente

possibile. Inoltre, possiamo ottenere una

sincronizzazione con un trigger che Com­

pactDAQ non era in grado di realizzare”.

Aggiunge quindi Perini: “La Fpga ha con­

sentito proprio di aumentare la velocità,

anche perché con CompactDAQ vi era

una latenza legata al fatto che bisognava

scaricare la traccia daWindows, il che cau­

sava rallentamenti. Un altro problema era

far partire due tracce in maniera contem­

poranea, cosa praticamente impossibile

con CompactDAQ, o fattibile solo con

tempi troppo lunghi rispetto a quello che

veniva richiesto dai relè. Con l’Fpga ab­

biamo raggiunto in generazione tempi di

risposta dell’ordine dei nanosecondi, gra­

zie al trigger digitale che viene mandato a

tutti i CompactRIO. In più, la sincronizza­

zione avviene anche tramite il protocollo

1588 di sequenziazione software. Quindi

tutto è sincronizzato sia a livello di trig­

ger digitale sia di time stamp”. La comu­

nicazione fra i relè è critica e deve essere

veloce, contrariamente invece a quanto

avviene con lo Scada di supervisione, per

il quale si segue la logica del ‘best effort’:

quando si riesce a recapitare il messaggio

sulla rete Ethernet, questo avrà un time

stamp che registra quando è avvenuto

l’evento. Il supervisore, di fatto, con una

rete di questo tipo, ge­

stita tutta dal campo,

potrebbe anche non es­

serci, in quanto la logica

è distribuita nei relè.

“Un esempio di rete rea­

lizzata in questo modo

dal punto di vista della

comunicazione e della

gestione dei guasti è

stata fatta da Acea Di­

stribuzione nell’ambito

di un progetto pilota

voluto dall’Autorità,

ormai qualche anno fa

in Italia” rivela Pagnon­

celli. “ABB ha preso parte

al progetto realizzando un sistema, non

magliato bensì su rete radiale, con una

comunicazione però del tutto simile a

quella sperimentata a Dalmine. Il test in­

fatti è stato eseguito proprio nel vecchio

laboratorio, in quanto il progetto risale a

tre anni fa. Oggi sono attive quattro linee

completamente automatizzate con que­

sto tipo di sistema”.

Il vantaggio di una gestione dei guasti di

questo tipo, su una rete magliata, consi­

ste nel non avere fuori servizio: “Se in una

rete tradizionale abbiamo 40 secondi/1

minuto di fuori servizio a fronte di un

guasto e in una rete radiale gestita con

questo tipo di selettività logica, possiamo

arrivare a centinaia di millisecondi di fuori

servizio, con una rete magliata non ne ho

proprio” conclude Pagnoncelli. “Se vi è un

guasto su un cavo in una cabina, infatti,

apro solo quel cavo, senza togliere alcun

carico, evitando i fuori servizio, ed è que­

sto lo scopo finale della soluzione”.

ABB Italia -

http://new.abb.com/it

National Instruments -

http://italy.ni.com/ Video disponibile su: http://automazione-plus.it/smart-lab-abb-national-instru- ments_79840/

Enzo Perini, application

engineer specialist di National

Instruments

Diego Pagnoncelli, local

product manager per le smart

grid per l’ABB di Dalmine