Background Image
Table of Contents Table of Contents
Previous Page  51 / 134 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 51 / 134 Next Page
Page Background

NOVEMBRE-DICEMBRE 2015

Automazione Oggi 386

51

bina Enel, poi, la linea riparte verso altre

cabine; infine, la linea si richiude di nuovo

su una cabina primaria. Quando si verifica

un guasto, la cabina primaria interrompe

l’erogazione dell’elettricità, aprendo l’in-

terruttore. Quindi, la logica tipicamente

prova a fare una ‘richiusura’ con l’interrut-

tore in primaria. Se il guasto nel frattempo

si è risolto, perché si è verificato a causa di

un fulmine, o di un oggetto caduto sulla

rete, il problema è risolto e l’erogazione

riprende. Se invece il guasto persiste, la

cabina primaria farà un altro tentativo di

richiusura, ma alla fine resterà aperta. Il

sistema di supervisione registra tutti gli

stati dalle cabine, identifica dove il guasto

è avvenuto, raccoglie le informazioni ine-

renti e, quando ha capito dove è il punto

di guasto, invia i comandi ai vari oggetti

per risolverlo. La comunicazione avviene

tendenzialmente in wireless tramite rete

cellulare, in particolare via Gprs dato

che non è richiesta un’elevata velocità di

scambio dati. Vengono lanciati i comandi

per aprire il punto di guasto, dopo di

che vengono richiuse le cabine primarie,

quindi si rialimenta il tutto, ripristinando il

servizio in 40 secondi/1 minuto.

Questo è ciò che avviene in Italia da oltre

10 anni. Non in tutti i paesi però la rete

di distribuzione elettrica funziona così,

tanto che questo tipo di sistema per al-

cuni costituisce già una ‘smart grid’ per la

gestione dei guasti. Vi sono infatti paesi,

per esempio nel Nord Europa, dove a

causa anche della tipologia del territorio,

non vi è alcun controllo su certe sezioni

della rete elettrica.

Si pensi alla Finlandia, dove vi sono 8

milioni di abitanti, quando qui in Italia le

città da sole raggiungono questo livello di

urbanizzazione. Le cabine primarie sono

telecontrollate, ma una volta partita la

linea di distribuzione vi sono chilometri e

chilometri di cavi non controllati e se si ve-

rifica un guasto, gli addetti devono recarsi

sul posto. Una gestione dei guasti come

quella prima descritta, dunque, qui sa-

rebbe già un’evoluzione notevole. Quello

che ABB propone però è ancora più com-

plesso e lo Smart Lab di Dalmine costitu-

isce in questo una ‘fucina’ d’innovazione.

Simulazione dei guasti

con National Instruments

Nello Smart Lab di Dalmine viene speri-

mentata una rete di distribuzione elettrica

con una particolarità: si tratta di una rete

‘magliata’ esercìta come tale. “Tutte le reti

di distribuzione elettrica nei vari paesi

sono magliate, ma nessuna è esercìtata

in modo ‘magliato’: vi è questa possibi-

lità di interconnessione, ma la rete viene

gestita come radiale semplice, senza

alcun loop né tantomeno maglie” spiega

Diego Pagnoncelli, local product mana-

ger per le smart grid per l’ABB di Dalmine.

“Per esercìre la rete come magliata nello

Smart Lab impieghiamo interruttori, posti

in vari punti della rete. Alle cabine secon-

darie non viene più applicato il concetto

‘entra/esci’, bensì vi sono dei rami di linea

che arrivano da altre cabine e rami che

partono creando una ‘maglia’. Per gestire

una rete di questo tipo occorre avere una

logica di controllo molto efficiente e ra-

pida e una sensibilità maggiore, perché

in una maglia se avviene un guasto, non

si è in grado a priori di sapere quali sono i

flussi di guasto. Questi dipendono infatti

da una serie di fattori: l’accelerazione ap-

plicata, la generazione distribuita, il ca-

rico nei vari punti della rete… Quindi, la

logica di controllo deve essere in grado

di identificare in modo autonomo dove si

è verificato il guasto, ‘vedendo’ i flussi di

corrente e andando a isolare solo gli effet-

tivi punti di guasto.

Questo si ottiene facendo ‘dialogare’ fra

loro le protezioni applicate a ciascuna

linea della rete attraverso il protocollo

61850 e in particolare i ‘goose’”.

Per mettere in comunicazione le cabine

secondarie, che possono essere a chi-

lometri di distanza fra loro, senza fibra

ottica, l’alternativa migliore è impiegare

reti wireless proprietarie, come il wi-fi, e

degli access point. “La rete wi-fi ABB dello

Smart Lab si chiama Tropos e utilizza con-

nessioni multiple per interconnettere fra

loro tutte le stazioni tramite cammini mul-

tipli. In tal modo, si instaurano più con-

nessioni, per cui se uno dei percorsi viene

a mancare, per esempio perché si è rotto

il dispositivo, non c’è connessione radio o

altre ragioni, il segnale viene instradato

su un altro cammino” illustra Pagnoncelli.

“Nell’ambito delle reti pubbliche, l’unica

soluzione che si può pensare di impie-

gare è la rete LTE 4G, perché occorrono

latenze molto brevi. In impianto reale,

tendenzialmente non si superano mai i

3 millisecondi per la comunicazione, anzi

ulando con NI

Nel laboratorio è ricostruita una rete elettrica di media tensione con struttura

magliata