NOVEMBRE-DICEMBRE 2015
AUTOMAZIONE OGGI 386
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AO
ATTUALITÀ
L’
avvento dell’Internet of
Things sta avendo un
forte impatto sul mondo
dell’ingegneria e non solo
su chi lavora direttamente
sui dispositivi: secondo un’analisi effet-
tuata da VDC il 75% di chi si occupa di
ricerca ingegneristica deve affrontare
questo nuovo scenario. Una verità forse
scontata se si considera che le ultime ri-
cerche dicono che saranno 50 miliardi le
‘cose’ interconnesse entro il 2020, tali da
generare nuove opportunità di business
per almeno 19 trilioni di dollari e crescere
con un Cagr del 17,5% (
fonte IDC 2014
).
Conseguenza: la crescita esponenziale
dei ‘big data’ provenienti dal mondo
reale, dal campo. Una vera ‘esplosione’ di
dati, strutturati e non, per gestire i quali si
stanno oggi sviluppando algoritmi e stru-
menti, non ultimi gli hashtag. Ne deriva
la necessità per l’ambito industriale (per
il quale si parla di IIoT-Industrial Internet
of Things) di dotarsi di apparati e disposi-
tivi in grado di stare al passo con i tempi.
National Instruments ha calcolato che con
la sua prima scheda di acquisizione dati,
commercializzata nel 1986, i clienti ad
oggi dovrebbero avere acquisito circa 22
exabytes di dati, ovvero 22.000 petabytes,
per intenderci l’equivalente di 100 anni di
film full HD trasmessi in streaming. D’altra
parte, il centro studi del Cern stima di aver
registrato negli ultimi 20 anni circa 100
petabytes di dati, di cui però il 75% solo
negli ultimi 3 anni!
Da questa im-
mensa mole di
dati occorre saper
estrarre ciò che
veramente serve,
il che significa
tradurre i segnali
fisici analogici
raccolti in dati di-
gitali analizzabili,
nonché riuscire
a trasmetterli. Da
qui l’importanza
di tutti gli elementi
che fanno da inter-
connessione fra
mondo reale e digitale. Oltretutto, men-
tre i dati fisici sono teoricamente infiniti, la
banda per la trasmissione dei dati digitali
è limitata, per cui è di cruciale importanza
non sprecarla inviando valori inutili o inu-
tilizzabili.
“Per ovviare a tutti questi problemi, Na-
tional Instruments ha pensato una piatta-
forma in grado di attuare una ‘scrematura’
dei dati a monte, analizzando i valori per
estrarne le informazioni utili all’utente
e consentire così la trasmissione dei soli
dati significativi” spiega Matteo Bambini,
embedded systems marketing manager
Europe di NI
(video intervista sul canale
Youtube di Auto-
mazione Oggi al
link
https://youtu.be/6Bj_8QnkuJM).
“La Rio Architec-
ture integra infatti
un’intelligenza lo-
cale su CPU Fpga
per un controllo
decentrato”. Pre-
sentata nel 2004,
que s t ’ a r c h i t e t -
tura ha già avuto
nei suoi 10 anni
di vita numerose
conferme, come
quelle
legate
all’impiego di CPU+Fpga, non a caso altri
player stanno seguendo lo stesso approc-
cio tecnologico. “Per fronteggiare le sfide
emerse con l’avvento dell’IoT nell’indu-
stria, NI intende sviluppare la capacità di
calcolo al nodo, in modo da permetter-
gli di ‘interagire, elaborare, connettere’,
ossia acquisire il dato dal mondo reale,
rielaborarlo e inviarlo al livello superiore
di analisi, alla cloud, al PC di supervisione
o anche a dispositivi mobili” prosegue
Bambini. “Affidabilità di connessione, si-
La risposta di
NI alle sfide dell’IIoT
National Instruments
propone soluzioni
hardware e software a
valore aggiunto che
permettono agli utenti
di fronteggiare le
future esigenze legate
all’avvento dell’IIoT.
Ce lo spiega
Matteo Bambini,
embedded systems
marketingmanager di NI
Ilaria De Poli
@depoli_ilaria
La sede di National Instruments ad Assago (Milano)
Matteo Bambini, embedded systems
marketingmanager Europe di NI