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GENNAIO-FEBBRAIO 2015

AUTOMAZIONE OGGI 378

19

APRILE 2015

AUTOMAZI NE OGGI 380

isolato tra i loro terminali, con le connessioni effettuate avvolgendo diversi giri in-

torno a un pin socket. I fili erano avvolti con una pistola pneumatica e potevano

essere successivamente modificati a mano. Il metodo eliminava la progettazione

e la fabbricazione di un circuito stampato. Ricordo che la ricerca guasto di un falso

contatto era quasi una ‘mission impossible’. Poi progettai impianti e macchinari

con i primi azionamenti a tiristori o SCR (Silicon Controlled Rectifier) per comando

motore in corrente continua. Dal punto di vista elettrico è pressoché equivalente

al diodo con la sola differenza che la conduzione diretta avviene solamente in se-

guito all’applicazione di un opportuno segnale di innesco su un terzo terminale

denominato gate. Perché il segnale di innesco sia valido deve superare un valore

di corrente minimo che dipende dal tiristore e dalla tensione anodo-catodo pre-

sente in interdizione. Questi dispositivi risentivano spesso del variare della tem-

peratura del quadro elettrico, delle armoniche e quindi era spesso facile trovare

l’impianto in avaria. Arrivando a oggi invece l’elettronica e il software hanno com-

pletamente innovato radicalmente l’automazione. I PLC se confrontati con i grandi

armadi elettrici degli anni ‘70/’80 hanno permesso lo sviluppo di una nuova area

dell’automazione. Si conclude la tecnologia di sistemi elettronici dedicati e si inizia

a progettare soluzioni elettroniche riconfigurabili. Con l’uso dei microprocessori, si

è potuto aumentare il numero delle funzioni logiche ottenibili riducendo lo spazio

utilizzato e aumentando la possibilità di far sviluppare ai sistemi di controllo fun-

zioni sempre più avanzate. Un importante sviluppo di tecnologia che ha permesso

di ottenere sistemi PLC sempre più high speed e con maggiori prestazioni permet-

tendo cosi l’introduzione di funzioni di controllo ad alto livello. Poi negli ultimi anni

abbiamo avuto lo sviluppo dei personal computer con il loro impiego sempre più

massiccio all’interno dei sistemi di automazione di fabbrica. La diffusione di que-

sti sistemi, si è connessa con la necessità dell’industria di avere soluzioni sempre

più complesse ma nello stesso tempo in grado di rendere sempre più facile e più

veloce da utilizzare sia per il conduttore dell’impianto sia per lo sviluppatore dei si-

stemi di controllo. L’incremento delle tecnologie dell’informazione ha portato due

importanti realtà a collegarsi: l’automazione con il PLC e quello dell’Information

Tecnology (IT). Questo ha attivato un grande sviluppo nella progettazione, realiz-

zazione, applicazione, installazione e testing di software per l’automazione indu-

striale. Ovvero alla programmazione del PLC/Scada a partire dalla fine degli anni

‘90 si inizia ad affiancare il mondo dell’Information Tecnology (IT) e l’automazione

cambia radicalmente lo scenario tecnologico. Oggi il software di automazione indu-

striale s’impone in primo piano con un compito iniziato dagli anni 2000 sempre più

decisivo, così che s’inserisce con un valore strategico nei processi di automazione

delle macchine e impianti di fabbrica dei prossimi anni. L’automazione in questi

40 anni ha compiuto passi da gigante, diventando una tecnologia strategica con

prodotti affidabili e sicuri, per tutto il mondo industriale a livello internazionale.

o avuto l’opportunità (privilegio direi)

di sviluppare un’attività di 40 anni

nell’automazione industriale. Grazie a

tutta una serie di concomitanze lavo-

rative posso tracciare una veloce sin-

tesi (per alcuni punti tecnologici) dei

quattro decenni di automazione nelle

fabbriche. Negli anni settanta (1970)

l’automazione era sviluppata tramite

il relè. Il relè è un dispositivo elettrico

comandato dalle variazioni di cor-

rente per influenzare le condizioni di un

altro circuito. In sostanza, il relè è un de-

viatore che non viene azionato a mano,

ma da un elettromagnete. Ho proget-

tato (anni ‘70/’80) numerosi quadri elet-

trici di interfaccia tra i controlli numerici

Olivetti CN6P e CNZ e i leader italiani

costruttori di macchine utensili (fresa-

trici e torni): Pama, Pontiggia, Gornati,

Rambaudi, Mival, Mecof ecc. Vi erano

circa 300 relè della Potter & Brumfield

(Undecal da 11 pin oppure Octal da 8

pin) che impegnavano almeno un pan-

nello del quadro elettrico, per gestire

le sequenze operative delle macchine

utensili. Poi utilizzai il cablaggio Wire

wrap, ovvero un metodo per la costru-

zione di circuiti elettronici. Componenti

elettronici montati su una scheda di

isolamento sono interconnessi da filo

H

40 anni di automazione

AO

IL PUNTO

Carlo Marchisio

Comitato tecnico di Automazione Oggi e Fieldbus & Networks