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meglio far leva su altri fattori per ven-

dere, come ad esempio il prezzo”.

Lo ha testimoniato anche Riccardo

Necchi di Sidel: “I clienti ci chiedono

macchine più intelligenti e in grado di

fornire maggiori servizi, per esempio

sul fronte della manutenzione, analisi

dei dati, efficienza operativa, aumento

delle performance delle linee in base

alla richieste di produzione. Ovvia-

mente, tutto questo ha un impatto anche e soprattutto sul piano

infrastrutturale, di gestione, storicizzazione, archiviazione e analisi

dei dati”. Industry 4.0 implica dunque un ‘cambio tecnologico’ e con

esso un diversomodo di progettare lemacchine ‘amonte’, integran-

dovi tutte le innovazioni tecnologiche disponibili: “Lato sicurezza,

per esempio, dobbiamo imparare a gestire la ‘security’ già all’interno

dellamacchina, acquisendoperciò competenze inmateria che prima

non sentivamo l’esigenza di avere. Oggi invece sono indispensabili

per proporre la giusta soluzione agli utenti finali” prosegue Motta.

Occorre dunque anche passare a una ‘progettazione 4.0’: “Il nuovo

approccio presuppone un diversomodo di impostare il progetto” ha

convenuto Oronzo Lucia di Fameccanica.Data. “Quando si imposta il

progetto è essenziale avere bene in mente qual è l’utilizzo finale che

l’utente farà della macchina o linea cui

si sta lavorando, per dotarla degli stru-

menti necessari a produrre in modo più

efficiente. In pratica l’integrazione deve

essere già pensata nel progetto stesso”.

Ed è infatti quanto viene richiesto a viva

voce anche dagli end user come Lavazza

“quando ci si confronta con i costruttori

di macchine il più delle volte l’integra-

zione deve essere considerata da capo e

questo purtroppo toglie forze al nostro

core business che è quello di fare caffè”

sostiene Vincenzo Pascarello.

Il nuovo che crea il nuovo

Le nuove tecnologie aprono indubbiamente molte opportunità, al

contempo però sollevano dubbi e fanno emergere ulteriori neces-

sità che a loro volta portano innovazione. La società Pilz, per esem-

pio, è stata invitata già nel 2007 dal governo tedesco a partecipare

al progetto Industrie 4.0 in rappresentanza delle aziende di piccole-

medie dimensioni: “Abbiamo implementato alcune soluzioni legate

al concetto di Industria 4.0 per migliorare il lavoro delle persone sulle

macchine a livello di ‘operation’, progettazione e manutenzione” ha

raccontato Luca Bogo di Pilz Italia. “Si è trattato di soluzioni di rico-

noscimento vocale e di identificazione tramite impronta digitale o

biometria, grazie alle quali la macchina può autoregolarsi: ricono-

sce l’individuo che ha di fronte in quel momento e le sue mansioni

‘Automazione 4.0: il futuro è già qui?’, tavola rotonda organizzata da Anie Automazione

con la collaborazione di Messe Frankfurt

L’evento ha raccolto attorno allo stesso tavolo esponenti del mondo dell’automazione

industriale, utenti finali e accademici

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