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APRILE2014
AUTOMAZIONEOGGI 371
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sviluppoeun’industrializzazione con ampimargini di espan-
sione, potrebbe però anche essere frutto di una struttura di
controllodell’RUedi raccoltadei dati non strutturata, quindi
chepuòpresentare informazioni incomplete.
La riduzione di qualche puntopercentuale nella produzione
pro-capite, che si puònotareperbuonapartedei paesimem-
bri negli ultimi anni, èda imputarepiùalla crisi cheaunavir-
tuosa diminuzione della produzione grazie a contromisure
efficaci. I consumi infatti si sono ridotti e con essi i relativi ri-
fiuti. La situazione è invecediversa se si considera lapercen-
tuale di rifiuti che va in discarica rispetto a quella riciclata o
bruciatapercreareenergia. Il confrontoconglialtri statimem-
bri evidenziacome ilgapdell’Italiaverso leeconomiepiù forti
siaconsistenteacausadell’altapercentualedei rifiuti chean-
coravanno indiscarica.
Alcuni ‘macronumeri’
In base ai dati Ispra (Isituto superiore per la protezione e la
ricerca ambientale), che pubblica annualmente dei rapporti
sulla situazionedei conferimenti urbani, inbaseai dati comu-
nicati dagli enti pubblici preposti al compito, come previsto
dall’art. 16 del D.lgs 205 - dicembre 2010, la percentuale di
rifiuti finiti in discarica nel 2012 è stata pari al 42,1% dei ri-
fiuti urbani prodotti, ossia 13,2milioni di tonnellatedi rifiuti.
Talequantitàdi rifiuti conferiti indiscarica risultaessere ilvero
problema della gestione dei rifiuti del nostro Paese, in cui vi
sono delle aree dove tale percentuale supera addirittura il
90%. Tra i rifiuti destinati alla discarica circa 118 kg/abitante
sonoRUbiodegradabili.Considerandogli interessi economici
che ruotano attorno al processo della raccolta differenziata,
nel 2011 i costi nazionali specifici diretti di gestioneper kgdi
rifiutoè statadi 20,88eurocentesimi/kgper lagestionedegli
indifferenziati edi 17,38eurocentesimi/kgper la frazionedif-
ferenziata, perun totalecomplessivodi 9.358milioni di euro.
L’importo è considerevole e non tiene in considerazione gli
investimenti necessari in termini di infrastrutture, comunica-
zione e analisi di nuove soluzioni necessari per ridurre l’am-
montaredei rifiuti che vengono conferiti indiscarica. Inoltre,
aquesti ultimi vannoattribuiti anche i costi nondocumentati
di gestione delle discariche. Si pensi, per esempio, al pro-
blema del pergolato che rischia di inquinare le falde acqui-
fere: si tratta di oneri che sono difficilmente preventivabili
e, per questo, fannoparte dei ‘costi oscuri’ che gli enti locali
affrontano condifficoltà. L’obiettivo impostodall’Unione Eu-
ropeadiportareal65% lapartedi rifiutiurbani riciclatientro il
2012èstatoampiamentedisattesodall’Italiache, nonostante
possavantareal suo internodelleareedieccellenza, risultanel
complesso ancora non sufficientemente strutturata per ese-
guire una raccolta differenziata efficace e ben integrata con
le diverse esigenze di un territorio che per conformazione e
densitàabitativapresenta sfideardueda superare.
Nel report intitolato ‘Screeningofwastemanagementperfor-
mance of EUmember States’ pubblicatodalla Commissione
Europea a luglio 2012 vienemesso in evidenza come l’Italia,
a fronte delle attività che sta adottando, si trovi nel gruppo
degli Stati UE che meno stanno facendo in termini di pre-
venzione e organizzazione nello smaltimento dei rifiuti. La
sceltadelmodellodi raccoltadaadottareè sicuramenteuno
deimotivi principali del successoo insuccessodella raccolta
stessa, inquantodeve tenerecontodi diversi aspetti legati al
territorio. Perchéun sistemadi gestione rifiuti sia efficace ed
efficiente, del resto, nonbasta scegliere tecnologiee impianti
adeguati,maoccorreconsiderareaspetti culturali, sociali, am-
bientali ed economici. Lemodalità della raccolta impattano
sulla quotidianità di ogni cittadino e cambiano il suo stile di
vita, limitandone, in alcuni casi, la libertà a vantaggiodel be-
nessere collettivo. Ovviamente, tanto più tali cambiamenti
si integrano con le abitudini dellepersone, maggiori sono le
probabilità che la raccolta sia efficace e ingradodi raggiun-
gere i risultati attesi.
Ripartizionepercentualerifiutiurbaniall’internodell’UE (Fonte Ispra)
Percentualedellaraccolta
differenziata in Italianelperiodo
2007-2012 (Fonte Ispra)
1...,91,92,93,94,95,96,97,98,99,100 102,103,104,105,106,107,108,109,110,111,...154
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