NOVEMBRE-DICEMBRE 2013
AUTOMAZIONE OGGI 368
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AO
PANORAMA
attività di ricerca fanno riferimento, come
per il biotech, al DG Ricerca & Innovazione
della CE (Unità di Nanotecnologia). Tra gli
altri operatori/iniziative è d’obbligo citare
almeno Nanoforce, che connette 20 parchi
scientifici, industriali e incubatori in 5 paesi.
Le indicazioni strategiche proposte dagli
enti europei sono: non puntare alla pro-
duzione su vasta scala, focalizzarsi su film
ultrasottili polimerici oppure su nanosu-
perfici ceramiche, di diamanti, metalliche,
di diamanti o di semiconduttori, facendo
leva sui punti di forza continentali come la
meccanica di precisione e la chimica.
In Italia Airi/Nanotech alla fine del 2012 ha
condotto un esauriente censimento che il-
lustra in dettaglio la situazione nazionale:
vi appaiono 189 soggetti, con la presenza
di imprese private di spicco, oltre a univer-
sità, centri di ricerca e altre organizzazioni
pubbliche; sul mercato operano già entità
produttivo/commerciali, in genere PMI,
attive nel settori rivestimenti industriali,
automotive e in altre aree.
Nano e bio a braccetto
Il matrimonio tra nano e biotecnologie (le
une non possono prescindere dalle altre)
è visto come foriero di innovazioni radi-
cali per il futuro della scienza e in sostanza
come una nuova rivoluzione industriale.
Il nanobiotech si articola essenzialmente
in cinque campi di ricerca: biomateriali,
bio-nanostrutture, nanoparticelle, ricerca
sui processi nanobiotecnologici, superfici
nanobiotech e/o dispositivi bioibridi. At-
tualmente è orientato prevalentemente
al settore medico (infatti come si è visto la
nanotech si presenta come lo strumento
abilitante ideale per operare su strutture
elementari come DNA, proteine, mem-
brane cellulari), ma si allarga agli altri seg-
menti e, nonostante i tempi relativamente
lunghi richiesti dalla comparsa di risultati
clinici e industriali apprezzabili, ha un fu-
turo decisamente roseo. Università ed enti
pubblici e privati sono all’opera in tutto il
mondo in progetti di ingegneria genetica,
diagnostica, farmacologia, ad esempio nel
trasporto e rilascio controllato/intelligente
dei farmaci tramite nanovettori –molecole
lipidiche – oppure nell’abilitare nanocom-
ponenti in grado di dissolversi nell’orga-
nismo a comando o nanoparticelle che si
autoimpiantano come bandierine in posi-
zioni prestabilite del corpo. Si progettano
nanosuperfici in titanio, tantalio e leghe
speciali destinate all’osteointegrazione di
impianti dentali con opportuni supporti
e protesi ortopediche, oltre a rivestimenti
biomimetici in genere, antibatterici e anti-
fretting. Tramite le bio-nanostrutture esiste
inoltre la possibilità di creare interi sistemi
biologici auto-organizzati (per esempio pa-
reti di arterie). Come si nota, il paradigma
del settore nano-biotecnologico sembra
essere quello di far emergere – in termini
comparativamente superiori – le qualità
già di per sé estremamente rilevanti rispet-
tivamente della nanotecnologia e della bio-
tecnologia: una fusione di successo, quindi.
Come sta evolvendo
il mercato
BCC Research ha stimato nel 2011 che il
mercato mondiale dei prodotti nanobio-
tecnologici ammontasse a 19,3 miliardi di
dollari nel 2010 e crescesse a un Cagr del
9% per raggiungere il livello di 29,7 mi-
liardi nel 2015. Predominano le applica-
zioni mediche con vendite di 19,1 miliardi
nel 2010 e nel 2015 dovrebbero giungere
a un giro d’affari di 29 miliardi nel 2015.
Nel campo della R&S, il sequenziamento
del DNA (che giunge ormai alla sua terza
generazione) rappresenta un’opportunità
notevole: il settore è valutato 63 milioni nel
2010 e dovrebbe crescere con un Cagr del
37% per raggiungere quota 305 milioni nel
2015. Anche in questo ambito si reiterano
le considerazioni espresse in più sedi: più ci
si allontana nel tempo, maggiori difficoltà
si incontrano nel fornire dati realistici; in-
fatti svariati progetti di ricerca sono ancora
in sede di laboratorio e quindi il loro esito
commerciale non è ancora rigorosamente
prevedibile.
Fonti:
otechnology Industry
Report) -