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ITALIA 4.0
2017
diAttilioAlessandri
IlCIO(Chief
informationofficer)è
strategiconell’azienda
digitaleehagrandi
possibilitàdi guidare
l’innovazionedel
business.Comeevolvee
si rinnovaquestafigura
aziendalealla lucedella
smart factory
L
a formazione e le competenze
digitali sono uno dei temi più
dibattuti. Da quando il para-
digma fabbrica 4.0 è entrato prepo-
tentemente nelle imprese esse si sono
trasformate. Negli anni 90 era il CIM
computer integrated manufacturing,
la fabbrica integrata e automatizzata
era agli albori. Quella logica di orga-
nizzazione non decollò immediata-
mente. Forse, allora, mancava un ele-
mento fondamentale per raccordare
i sistemi: la diffusione del web (inteso
l’attuale www), l’internet delle e nel-
le cose. Oggi, invece, ci sono tutti gli
strumenti necessari. Infatti, Governo,
imprenditori, scuole e anche parte del
sindacato si interrogano sul lavoro del
futuro, come sarà organizzato, quali
figure dovranno gestirlo e quale im-
patto avrà sull’occupazione. Del resto
l’informatizzazione aziendale, anche
nelle imprese dove si producono pro-
dotti maturi, hanno aumentato il tas-
so di automazione nei processi indu-
striali per avere più margini. Ma non
c’è tempo da perdere. La velocità di
penetrazione e diffusione delle nuove
tecnologie è infatti il tratto distintivo
di questa era 4.0. Ora, chi ricopre il
ruolo del responsabile ITC, ha maggiori
responsabilità tant’è vero che questa
funzione in azienda si sta trasforman-
do. I CIO (Chief information officer) e
IT manager, sono strategici nell’azien-
da digitale e hanno incrementato la
possibilità di guidare l’innovazione del
business, rispetto al passato. Le azien-
de stanno investendo in cognitive au-
tomation cifre importanti. Se si fa rife-
rimento alle principali iniziative per le
quali sono stati stanziati investimenti
negli ultimi mesi (o per cui si prevede
di investire nel biennio 2017-2018), in
cima al podio dei cantieri digitali sa-
le il mobile, seguito dai big data, dal
cloud, dalla cyber security e dall’IoT,
secondo quanto riferito da un’indagi-
ne di NetConsulting3 e segnalata dal
business magazine di Fastweb. Si trat-
CIO, tranuove
competenzeebusiness
ta di tecnologie foriere di una sorta di
digitalizzazione sotterranea, che pro-
duce contaminazione tra le aziende, in
grado di influenzare e generare nuovi
cantieri digitali e applicazioni IT.
Le competenze
Le discipline e le competenze tradi-
zionali si stanno lentamente trasfor-
mando. O, almeno, è necessario che
vengano trasformate. Pena l’esclusio-
ne dal mercato. Servono skill in grado
di integrare tutte quelle funzioni in
azienda che non possono più operare
separatamente. Sono necessarie per-
sone che oltre a capire il business di
riferimento siano in grado di svilup-
pare nuovi modelli in ottica digitale.
È necessario quindi formare i giovani
e riqualificare i lavoratori in grado di
fare il giusto mix tra tecnologia e busi-
ness. Ecco allora che il CIO sarà dunque
il regista dei rapporti che si affermano
nell’ambiente modificato dall’innova-
zione digitale. Cosa dire: non sono più