L’industria del mobile verso un futuro 4.0

Cosa vuol dire per una realtà come Biesse, che sviluppa macchine per la lavorazione del legno, la Industry 4.0? Intervista all'azienda in vista del Connected Manufacturing Forum 2016

Pubblicato il 24 ottobre 2016

Nell’industria del legno, caratterizzata dalla coesistenza di grandi aziende e piccole imprese che hanno spesso i tratti tipici delle aziende artigiane, la sfida della mass customization sta trovando risposta nelle soluzioni proposte da nuovi protagonisti dell’innovazione come Biesse, azienda che sviluppa macchine per la lavorazione del legno e parte di un importante gruppo che opera anche al servizio della lavorazione del vetro, della pietra, del metallo e dei materiali compositi.

“Il tema di Industry 4.0″ racconta Raphaël Prati, Corporate Marketing and Communications Director di Biesse Group “è salito prepotentemente alla ribalta in questi mesi, ma in Biesse ce ne occupiamo già da diverso tempo. Siamo davanti a una ‘rivoluzione’ che riguarda tutti gli attori del mercato, ma che è ancora poco conosciuta e che per questo rischia di spaventare più che affascinare”. Per questo Biesse sta portando avanti un importante lavoro di divulgazione che mira a trasmettere alle aziende del settore le opportunità offerte dalle tecnologie oggi raggruppate sotto l’etichetta Industry 4.0. “In tempi non sospetti abbiamo coniato lo slogan ‘Think4ward’ a indicare ai nostri clienti l’opportunità di allargare i propri orizzonti, di lavorare meglio, a costi minori e con risultati migliori rispetto a oggi”. Gli fa eco Federico Broccoli, Direttore Divisione Legno e Sales & Direttore Divisione Filiali Biesse: “Seguendo il concetto del Think4ward, la nostra volontà è quella di essere al fianco dei nostri clienti nella sfida della quarta rivoluzione industriale, attraverso un approccio improntato al nuovo, al cambiamento, che non si tramuta però in complicazione, ma anzi semplifica le fasi di progettazione e produzione attraverso macchine caratterizzate da immediatezza e semplicità d’uso senza paragoni”. Broccoli poi aggiunge: “4.0 non è per noi solo un numero rappresentativo di quella che viene definita la nuova rivoluzione industriale, ma un vero impegno che abbiamo preso nei confronti dei nostri clienti per portarli, assieme alle nostre tecnologie ‘4.0 ready’, a quelle efficienze che oggi più che mai servono per rimanere competitivi in un mercato sempre più globale”.

Oltre alle fiere, dove l’azienda porta esempi concreti di cosa si può fare per digitalizzare le fabbriche, si tiene da qualche tempo presso il Biesse Group Campus di Pesaro l’evento ‘Inside Biesse’, che è diventato il principale appuntamento autunnale per gli operatori del settore. L’edizione di quest’anno ha come sottotitolo ‘La smart factory per tutti’: “La digitalizzazione dell’artigiano deve essere preceduta da un salto culturale perché tutti siano in grado di coglierne gli aspetti positivi” spiega Prati. “Il nostro obiettivo è far capire ai nostri clienti che possono trasformare le loro fabbriche in fabbriche digitali guadagnando flessibilità e competitività mantenendo forte il valore e la competenza di chi sa lavorare il legno e non solo. È l’era della digitalizzazione dell’artigiano, inteso nella sua accezione più alta”.

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Il valore della digitalizzazione per l’industria del mobile
Già, ma in che cosa consiste Industry 4.0 per un’azienda che costruisce mobili? La crisi dell’ultimo decennio ha agitato uno degli spettri peggiori che il nostro sistema produttivo potesse temere. Lo spettro dello spezzettamento della domanda, della diminuzione dei volumi e della caratterizzazione del prodotto: il cosiddetto “batch one”. Produrre pezzi spesso unici, con gli attuali strumenti e processi del contesto industriale degli anni 90 e primi anni 2000, non è sostenibile. “In quegli anni” ricorda Prati “una linea per la lavorazione del legno era costituita da una serie di macchine ognuna delle quali effettuava una dopo altra la lavorazione fino al completamento del processo produttivo ed ottimizzare significava produrre lo stesso elemento in grandi quantità nel minor tempo possibile. Oggi significa invece produrre anche migliaia di prodotti uno diverso dall’altro secondo le richieste di personalizzazione dei clienti, con tempi di consegna sempre più immediati e con costi che mantengano alta la competitività. Per questo Biesse Group ha investito molto sul fronte del software e dell’automazione sviluppando strumenti che permettano ai grandi gruppi industriali come alle piccole aziende di digitalizzare le macchine e i pezzi da lavorare per analizzare i risultati prima della esecuzione reale attraverso una simulazione dinamica”.

Come? “Con il software bSolid di Biesse, attraverso una simulazione 3D ottenuta dai disegni costruttivi della macchina, vengono monitorati i movimenti di lavorazione e ne viene verificata la coerenza con sofisticati sistemi di controllo. Contemporaneamente l’utilizzatore può visualizzare il divenire del pezzo, il suo trasformarsi conseguente all’operare della macchina, fino al risultato finito e verificare la correttezza di ciò che sta facendo, prima di averlo materialmente fatto. Il risultato è anche quello di avere una maggiore confidenza nell’uso della macchina in quanto l’intera lavorazione viene eseguita su un modello digitale macchina-pezzo utilizzando lo stesso software che opererà nella realtà e di ingegnerizzare un prodotto fin nei minimi dettagli, prima di realizzarlo”. Attraverso questa tecnologia Biesse ha quindi implementato concretamente uno dei cardini fondanti della Rivoluzione Industriale 4.0.

E poi c’è l’altro aspetto della digitalizzazione: la gestione della produzione attraverso l’informazione condivisa in tempo reale fra varie macchine di una fabbrica che concorrono alla produzione degli oggetti desiderati. “Le macchine e i sistemi di automazione presenti in una fabbrica, preposti alle varie fasi di lavorazione e fisicamente interconnesse tra loro, possono registrarsi a bProcess, fornendo informazioni relative alle loro capacità lavorative, letteralmente dicendo alla fabbrica ‘ecco cosa posso fare per te’. Tutte le fasi di lavorazione del processo produttivo sono pertanto guidate e monitorate attraverso sistemi di riconoscimento automatico dei pezzi (etichette con codici a barre, RFID, ecc.). Ogni attività completata dalle macchine viene comunicata e registrata da bProcess attraverso una notifica in tempo reale che consente di avere in ogni istante lo stato di avanzamento della produzione, la possibilità di reagire a fronte di eventi imprevisti e la capacità di identificare le inefficienze nel proprio apparato produttivo. Grazie a queste soluzioni altamente integrate le aziende che operano nella produzione di mobili e arredi sono in grado di produrre velocemente piccoli lotti in maniera ottimizzata. È la traduzione in fatti della teoria della mass customization, dove il processo è standardizzato mentre l’esecuzione consente di gestire tutte le variazioni di prodotto”.

Di questi temi Raphaël Prati parlerà in occasione del convegno Connected Manufacturing Forum, che si terrà il 27 ottobre a Milano: una giornata completamente dedicata al tema della produzione in rete che affronterà i diversi aspetti tecnologici e di business destinati ad avere un impatto forte sul manifatturiero italiano.

Nelle diverse sessioni e tavole rotonde saranno presentati casi aziendali di grande interesse tra cui Costa Crociere, Basf, Lavazza, Barilla, Luxottica, Maserati e altre ancora.

Franco Canna



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