A SPS Italia 2022, tecnologie open source Arduino per l’inclusione sociale
Parliamo di ESG, ovvero di aspetti ambientali, sociali e di governance aziendale.
Oggi più che mai, infatti, l’attenzione del pubblico è catalizzata dai temi della sostenibilità, dell’inclusione sociale e dell’etica aziendale.
L’automazione in questo scenario può fare molto, sia per le sue soluzioni di efficientamento e ottimizzazione delle prestazioni di sistemi e impianti in un’ottica green, sia in quanto pioniere dal punto di vista della trasformazione digitale, che porta con sé innumerevoli cambiamenti anche sul modus operandi, sul lavoro, sulle relazioni sociali, sia infine per il suo ruolo di innovatore, che non può non ripercuotersi anche sulle policy di governance aziendale.
In questo scenario Automazione Oggi ha intervistato Massimo Banzi, Arduino co-founder.
Automazione Oggi: La trasformazione digitale implica una revisione dell’organizzazione ‘sociale’ del lavoro e una ridistribuzione e rivisitazione dei ruoli.
Quali iniziative avete o state intraprendendo per favorire l’inclusione sociale, la valorizzazione delle competenze, il work life balance delle risorse umane?
Massimo Banzi: “La trasformazione digitale dell’impresa passa anche dall’adozione di principi moderni che guidano come l’impresa si relaziona col mondo.
In un mondo che è sempre più digitale, avere accesso alle tecnologie come creatori e non solo fruitori è fondamentale per un mondo in cui una pluralità di idee e posizioni sono supportate.
Trasformare le tecnologie digitali in strumenti creativi è una delle missioni di Arduino che crediamo abbia un grande potenziale di cambiare in positivo il mondo.
I temi dell’inclusione e della diversità sono centrali alla nostra filosofia sin dall’inizio. Fare in modo che tutti abbiano accesso alla tecnologia a prescindere da età, livello di istruzione, genere, paese d’origine è importante per il futuro.
Arduino è notoriamente uno strumento che letteralmente milioni di persone hanno usato per innovare, imparare e cambiare la propria situazione. Ora stiamo continuando questo percorso con programmi mirati come, per esempio, il progetto Arduino #include che cerca di sostenere iniziative che ci sono vicine in luoghi o per persone con meno risorse.
Abbiamo aiutato una giovane donna, Brenda Mboya, in Ghana che ha creato un laboratorio dove insegna a utilizzare le tecnologie STEM a bambini e adulti. Abbiamo anche collaborato con Power Coders, un’associazione che organizza corsi di informatica per rifugiati per poi inserirli in aziende. Questo ha poi portato all’assunzione di una persona rifugiata dalla terribile guerra in Siria e ci ha permesso di aiutare ad amplificare il messaggio dell’associazione.
Abbiamo lanciato un progetto interno #include labs“, dove le persone di Arduino lavorano su tecnologie open source che mettiamo a disposizione del mondo per attivare progetti di insegnamento con le tecnologie. Sfruttando il nostro lavoro chiunque ha il materiale per attivare programmi educativi a basso costo. Stiamo lavorando a diversi progetti che metteremo in campo sul territorio Italiano partendo dalle zone vicine alle fabbriche che realizzano i nostri prodotti.
Arduino sin dall’inizio è stata costruita in maniera non convenzionale. Grazie al fatto che i suoi fondatori erano sparsi in giro per il mondo, siamo nati “remote first” e questo ha creato un modello in cui le persone collaborano molto in digitale. Crediamo che questo approccio se ben organizzato permette alle persone di gestire meglio il loro tempo e il rapporto tra lavoro e vita privata.
Oltre ad avere un impatto sulla sostenibilità perché si tolgono un sacco di persone dalle strade tutti i giorni. Ogni giorno ci misuriamo con il compito di combinare la missione di innovare con la tecnologia all’impegno per cambiare il mondo in meglio perché le due cose sono collegate e non c’è sviluppo sostenibile se non vanno di pari passo”.
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